Ricorda 1970: la Crisi di Ottobre in Canada

Mentre in Italia la svolta di Pecorile segnava la nascita delle Brigate Rosse, il gruppo terroristico di estrema sinistra più attivo della storia repubblicana, contemporaneamente in Canada avveniva la cosiddetta Crisi di Ottobre. Qui, nell’autunno del 1970, l’attività terroristica del movimento indipendentista e di ispirazione marxista-leninista del Front de Libération du Québec (Fronte di Liberazione del Québec – FLQ) raggiunse il suo apice coi rapimenti del diplomatico inglese James Cross e del membro del governo locale Pierre Latour.

Le radici storiche della Crisi di Ottobre: la Quiet Revolution e la nascita del FLQ

Il FLQ era un gruppo indipendentista che fu attivo nel territorio canadese del Québec tra il 1963 e il 1971. Ideologicamente di estrema sinistra, il Fronte nacque in un periodo di intense riforme di stampo liberale e socialdemocratico che attraversarono la provincia canadese negli anni ’60.

Il periodo, rimasto impresso nella storia come la “Rivoluzione tranquilla” del Québec, iniziò con l’elezione del membro del Partito Liberale del Québec Jean Lesage. Questi ottenne la carica nelle elezioni del 1960, svoltesi in seguito alla morte dello storico premier Maurice Duplessis, conservatore che guidò la provincia nei periodi 1936-39 e 1944-59. L’era Duplessis, che venne poi etichettata dai liberali come La Grande Noirceur (la grande oscurità) fu un periodo di governo autocratico, caratterizzato dalla centralità dell’alleanza con la Chiesa Cattolica, da sentimenti spiccatamente anticomunisti e da politiche di stampo fortemente conservatrice.

L’elezione di Lesage fu una svolta che cambiò radicalmente la rotta politica del Québec. La secolarizzazione degli istituti scolastici e della società e il potenziamento del welfare aprirono la strada a un’epoca di trasformazioni imponenti. La società civile e i movimenti fiorirono, ispirati da idee fortemente progressiste come il second-wave feminism e la New Left. Allo stesso tempo, il movimento per l’indipendenza del Québec aumentò la sua presa su un’opinione pubblica che subiva l’influenza di idee più liberali. Diversi partiti e movimenti, la maggior parte dei quali non-violenti, si costituirono in questo periodo di rivoluzione culturale. In questo contesto, nel 1963 nacque il Fronte di Liberazione del Québec.

Il Fronte di Liberazione prima della Crisi di Ottobre

Il movimento, i cui pilastri ideologici erano radicati nel separatismo regionale e nel marxismo-leninismo, portò avanti le proprie rivendicazioni tramite l’utilizzo di pratiche terroristiche. Come accadde tra gli anni ’60 e ’70 in diverse parti del mondo occidentale, il gruppo interpretò il proprio ruolo nella società come quello di un’avanguardia della rivoluzione. Tramite azioni violente, il Fronte avrebbe dovuto scuotere l’opinione pubblica e aprire la strada per la nascita di uno Stato del Québec socialista e indipendente. Particolarmente importante per il FLQ era la denuncia dell’eredità dello sfruttamento colonialista inglese, tema piuttosto sentito nella regione canadese con la più grande concentrazione di madrelingua francesi.

Nel loro primo manifesto, diffuso dopo uno dei loro primissimi attacchi già nel 1963, enunciavano chiaramente questi obiettivi. La loro missione, come riportato dalla Montreal Gazette, era di “distruggere, tramite il sabotaggio sistematico, tutti i simboli delle istituzioni coloniali federali; i media coloniali che fanno utilizzo della lingua coloniale (l’inglese); tutte le aziende che discriminano le persone native del Québec e dove non si usa il francese come prima lingua; tutte le fabbriche che discriminano i lavoratori madrelingua francesi”.

Tra il 1963 e il 1970, fino all’apice della Crisi di Ottobre, il Fronte fu responsabile di circa 160 azioni terroristiche. Rapine, attentati dinamitardi e rapimenti attraversarono il Québec a ondate, in maniera prettamente disorganizzata. Il FLQ, infatti, era un movimento senza un comitato centrale come, ad esempio, le Brigate Rosse italiane. Piuttosto, era un insieme di cellule terroristiche che ne condividevano gli obiettivi, ma senza un vero e proprio legame organizzativo e centralizzato tra queste.

La Crisi di Ottobre, 1970

La Crisi fu preceduta da un intensificarsi dell’attività delle cellule del FLQ nel 1969 e nei primi mesi del 1970, climax ascendente verso l’autunno dove l’azione del Fronte raggiunse il suo culmine, per poi spegnersi rapidamente nel 1971.

Il 5 ottobre una cellula terroristica riuscì a rapire il diplomatico inglese James Cross, prelevandolo dalla sua abitazione di Montréal. L’evento fu particolarmente simbolico: portò le azioni del FLQ sulla scena internazionale e costrinse il governo federale canadese, guidato allora dal liberale Pierre Trudeau – padre di Justin – a intervenire. Le istanze del Fronte uscirono dai confini del Québec e si imposero di prepotenza sulla scena pubblica federale e, in parte, globale.

L’effetto mediatico fu dirompente. Con il grande leverage conquistato col rapimento, il FLQ riuscì a monopolizzare l’attenzione dei mezzi di comunicazione, con diversi quotidiani canadesi che pubblicarono il loro manifesto. L’8 ottobre Radio Canada – il servizio radiotelevisivo di Stato – arrivò addirittura a leggere in diretta nazionale il suddetto manifesto, come manovra di apertura per facilitare le trattative per il rilascio dell’ostaggio. Mentre il consenso attorno all’idea di negoziare con il Fronte aumentava, anche intragovernativo, un secondo rapimento fece precipitare nuovamente la situazione. Il 10 ottobre il FLQ rapì Pierre Laporte, vicepremier e ministro del lavoro del Québec.

Mentre migliaia di persone si riversarono nelle piazze del Québec, in manifestazioni di sostegno al Fronte – sintomo che le idee del gruppo avevano una certa presa sulla popolazione locale – il governo federale guidato da Trudeau rispose duramente per arginare le spinte centrifughe quebecchesi. Il 16 ottobre questi invocò il War Measures Act, atto ad aumentare i poteri del governo durante tempi di guerra e di insurrezione sospendendo in parte i diritti civili. La risposta del FLQ fu repentina e radicale: il 17 ottobre Laporte fu trovato assassinato nel bagagliaio di un’auto.

Lo scioglimento della Crisi e la sua eredità

Il War Measures Act portò con sé un’ondata di controlli della polizia, di arresti e di militarizzazione del Québec senza precedenti. In pochi giorni, le forze dell’ordine posero in stato di fermo più di tremila persone, targetizzando soprattutto attiviste e attivisti di sinistra. L’iniziativa risultò infine in poche condanne, diciotto in totale, a fronte delle violazioni sistematiche dei diritti umani e di habeas corpus che la legge speciale rese possibili.

Nel frattempo, le negoziazioni per il rilascio del diplomatico Cross continuarono e portarono, infine, i loro frutti. Furono sanciti i termini per il rilascio dell’ostaggio, in cambio del quale il governo avrebbe creato un corridoio per l’espatrio dei cinque rapitori del Fronte. Il 4 dicembre, quindi, James Cross fu liberato e i membri del FLQ furono trasportati a Cuba da un velivolo militare canadese.

L’eredità della Crisi fu importante per gli sviluppi politici regionali e nazionali del Canada.

Per quanto riguarda il Fronte, la sua attività cessò quasi del tutto dopo il dicembre 1970. Gli arresti di diversi membri dell’organizzazione nel 1971 si unirono alla perdita del sostegno di gran parte della fetta di opinione pubblica di cui godevano. La Crisi di Ottobre, e in particolare il brutale omicidio di Laporte, furono infatti decisivi nel portare la grande maggioranza dei quebecchesi a sostenere l’uso di strategie non-violente per portare avanti la causa indipendentista. Alla luce di ciò, le elezioni del 1976 videro il Parti Québécois, indipendentista, imporsi sul Partito Liberale del Québec, federalista e fino ad allora maggioritario nella provincia canadese. La causa indipendentista è ancora oggi la rivendicazione politica centrale del Québec, come testimonia anche il sostegno al partito federale del Bloc Québécois, che nelle elezioni nazionali domina i suffragi in quest’area del Paese nordamericano.

Fonti e approfondimenti:

Canada’s Human Rights History, October Crisis.

John Douglas Belshaw, Canadian History: Post-Confederation.

Peter Black, The Making of the October Crisis, 22/01/2019.

 

Grafica: Marta Bellavia – Instagram: illustrazioninutili_

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