Il personaggio dell’anno: Ursula von der Leyen

Grafica di Valerio Angiolillo

Un anno fa erano in molti – stampa, analisti, politici europei – a domandarsi se Ursula von der Leyen avesse le capacità necessarie per ricoprire una carica così importante come quella di presidente della Commissione europea.

Il difficile negoziato tra i capi di Stato e di governo per la scelta di un nome che mettesse tutti d’accordo e la fiducia sempre minore dei cittadini nei confronti delle istituzioni europee non avevano fatto ben sperare. Inoltre, la sua discussa gestione del ministero della Difesa in Germania aveva fatto nascere diverse polemiche, anche all’interno del suo stesso partito, l’Unione dei Cristiano democratici (CDU). Infine, nessuno poteva immaginare che da lì a breve tutto il mondo, Europa compresa, si sarebbe ritrovato a fronteggiare una delle più gravi crisi sanitarie ed economiche dell’ultimo secolo.

Nonostante la situazione fosse così difficile da gestire, von der Leyen ha dimostrato di avere il polso e le capacità necessarie per prendere le decisioni giuste. Dando la possibilità agli Stati membri di non ripetere gli errori del passato, la (prima donna) presidente della Commissione europea ha cercato di approfittare del momento di difficoltà per rendere l’Unione europea qualcosa di diverso e, se possibile, migliore

Bruxelles, un ritorno a casa

La vita di Ursula von der Leyen inizia lì dove oggi si ritrova a ricoprire la carica più importante della sua carriera politica. Nonostante l’ex ministra della Difesa tedesca non avesse mai lavorato nelle istituzioni europee prima di assumere la presidenza della Commissione, non si può certo dire che sia del tutto estranea a quel mondo. Von der Leyen, infatti, è nata al centro delle istituzioni europee: suo padre Ernst Albrecht era stato funzionario della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) e della Comunità economica europea (CEE), prima di diventare Primo ministro della Bassa Sassonia. 

Von der Leyen, quindi, ha vissuto proprio a Bruxelles fino ai primi anni dell’adolescenza, frequentando la scuola europea. Gli anni passati in questo ambiente hanno fatto di lei una donna e una politica profondamente europeista. Nel 2011, quando la sua carriera era ancora ben lontana dal top job di Bruxelles, dichiarava di aspirare per l’Europa una maggior integrazione, tanto da parlare addirittura di “Stati Uniti d’Europa”

Quello a Bruxelles rappresenta un ritorno a casa per von der Leyen, che ha tra l’altro scelto di far diventare la Commissione la sua casa. Fin dai primi mesi del suo mandato von der Leyen, infatti, ha stabilito che per la sua permanenza a Bruxelles sarebbe stato più comodo risiedere direttamente nel quartier generale della Commissione europea, predisponendo l’allestimento di un mini appartamento di 25 metri quadri di fianco al suo ufficio.

La pandemia da Covid-19

Tutela dell’ambiente, digitalizzazione, più attenzione alle politiche sociali e più coraggio nella politica estera: queste le priorità politiche indicate da von der Leyen nel momento della sua elezione. La Commissione aveva iniziato a lavorare subito a questi temi nei mesi successivi all’insediamento, proponendo progetti ambiziosi e coraggiosi, come l’European Green Deal o la strategia “Un’Europa pronta per l’era digitale”. 

La sfida più grande per la Commissione europea, però, è arrivata improvvisa, con la pandemia da Covid-19. La prima ondata di contagi ha obbligato tutti gli Stati membri dell’UE a significative restrizioni, generando una crisi economica considerata senza precedenti. 

È soprattutto in questa circostanza che von der Leyen ha dimostrato di voler creare una vera e propria frattura con il passato dell’UE. Fin dall’inizio è apparsa chiara l’intenzione della Commissione europea di voler gestire la crisi in modo diverso rispetto a quanto fatto in altri momenti difficili, come la crisi economica del 2008. 

Alla proposta dei 750 miliardi messi in campo con il Recovery Fund e dei 100 miliardi del fondo SURE già messi a disposizione degli Stati per proteggere i posti di lavoro, si è successivamente aggiunta una strategia unitaria guidata dalla Commissione per la fornitura del vaccino contro il Covid-19 da distribuire agli Stati membri non appena disponibile.

Eppure, raggiungere questo accordo storico è stato tutt’altro che facile. Le fratture fra i cosiddetti Paesi “frugali” e il resto degli Stati membri sono, infatti, note e consolidate e solo con un estenuante negoziato, sempre guidato e seguito in prima linea da von der Leyen, sono riusciti a trovare un compromesso importante in un momento così difficile.

Il futuro dell’UE per von der Leyen: la fragilità come opportunità

L’obiettivo raggiunto con l’adozione del Recovery Fund e del SURE per la presidente della Commissione rappresenta solo il punto di partenza da cui iniziare il processo di profondo rinnovamento dell’UE

Per la presidente della Commissione, la grave emergenza che improvvisamente tutta l’Europa si è trovata a fronteggiare ha dimostrato che l’Unione europea funziona meglio se risponde unita alle difficoltà. Il suo obiettivo futuro sarà, dunque, convincere quei Paesi ancora scettici che un’Unione più coesa sotto il punto di vista economico e sociale li renderebbe Stati più forti.

Se la pandemia ha di fatto bloccato le precedenti priorità politiche della Commissione, non ha di certo intaccato la determinazione di von der Leyen nel perseguire i suoi obiettivi. In diverse occasioni, infatti, come durante il discorso sullo stato dell’Unione dello scorso settembre, von der Leyen ha sottolineato la necessità di porre questo anno così difficile alla base della ricostruzione, non solo economica ma anche identitaria su cui si fonda l’UE.

Il 2020 non avrà di certo risposto agli interrogativi posti dalla stampa e dai politici dopo la sua elezione, ma ha dimostrato che Ursula von der Leyen ha un’idea precisa di ciò che dovrebbe essere l’Unione europea e che sfrutterà ogni occasione per avvicinare l’ideale di una confederazione più forte, più stabile e sempre più integrata. Realizzarla nel corso dei prossimi quattro anni sarà, però, tutt’altro che facile.

 

 

Fonti e approfondimenti

Oltermann P., “Who is Ursula von der Leyen, the new EU commission president?”, The Guardian, 16/7/2019.

Karnitschnig M., “The inconvenient truth about Ursula von der Leyen”, POLITICO, 2/7/2019. 

Weise Z., “Ursula von der Leyen: In her own words”, POLITICO, 4/7/2019.

Rankin J., “New EU commission president to live, work and sleep at the office”, The Guardian, 3/10/2019.

 

 

Editing a cura di Carolina Venco

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