Ricorda 1971: La morte di ‘Papa Doc’ Duvalier

Riccardo Barelli - Remix Lo Spiegone - @Volcaniapole - Wikicommons

Il 21 aprile del 1971 moriva serenamente, nel suo letto, François Duvalier. Soprannominato “Papa Doc”, fu il più feroce e spietato dittatore della storia della Repubblica di Haiti

Tanto amato quanto disprezzato e temuto, Duvalier fu una personalità ricca di contraddizioni. Durante la sua lunga carriera, passò dall’essere un medico, sostenitore degli ideali di emancipazione del popolo nero, a mandatario dell’uccisione di decine di migliaia di haitiani. 

Ispirazione per diversi racconti horror, si è garantito il potere con le sue atrocità, grazie anche alla sua peculiare personalità capace di offuscare le menti del popolo haitiano.

L’Haiti di Duvalier

François Duvalier nacque in una famiglia agiata d’origine martinicana a Port-au-Prince, la capitale di Haiti, il 14 aprile del 1907. A 8 anni, fu testimone dell’inizio dell’occupazione del suo Paese da parte delle forze militari statunitensi, intervenute con la scusa di sedare una rivolta violenta e antidemocratica in una delle Nazioni alleate. 

Ben presto, però, la guerra per la liberazione si trasformò in un’occupazione, in cui l’esercito statunitense adottò un comportamento profondamente razzista nei confronti della popolazione locale. Questo periodo segnò profondamente Duvalier, che in futuro assunse posizioni anti-USA e a favore dell’emancipazione del popolo nero e del recupero delle sue tradizioni culturali.

Proprio la volontà di riscatto delle origini africane, cardine del movimento Noirista di cui era membro, avvicinò Duvalier anche allo studio e alla conoscenza delle tradizioni religiose animiste dell’Africa. Si appassionò, in particolare, alla religione voodoo, caratterizzata da rituali animisti e dal sincretismo tra il pantheon africano e i santi cristiani.

Nasce Papa Doc

Laureatosi in medicina, Duvalier passò un anno di perfezionamento nei tanto odiati Stati Uniti, da quali tornò con l’intento di curare gli haitiani dalla framboesia, una malattia tropicale che indebolisce gli arti e può provocare ulcere e problemi alle ossa. In quel periodo viaggiò per tutto il Paese e, grazie alla penicillina, riuscì a salvare centinaia di persone

Ben presto, ad Haiti si iniziò a parlare di lui come Papa Doc: l’uomo a cui era stato dato dallo spirito voodoo di Baron Samedi, il custode dei cimiteri, il potere di salvare la gente dalla morte.

In breve tempo, Papa Doc acquistò una tale fama da venire nominato, nel 1946, ministro della Salute e del Lavoro nel governo di Léon Dumarsais Estimé. Restò in carica per quattro anni fino a quando non fu costretto all’esilio. 

Nel 1950, Estimé aveva infatti provato a chiedere al Parlamento di cambiare la Costituzione per poter rimanere in carica per un altro mandato, incitando i suoi sostenitori a scendere in piazza per supportare la sua richiesta. A seguito degli scontri, i militari decisero di intervenire per deporre Estimé e organizzare delle nuove elezioni, tenutesi nello stesso anno.

A seguito del colpo di stato, Papa Doc passò in clandestinità circa sei anni, periodo in cui si dedicò alla lettura di diversi trattati politici. Tra Machiavelli e Marx, affinò la sua dottrina politica, deciso a tornare in auge per cambiare le sorti del suo Paese.

Nel 1957, dopo aver sventato il rischio di una guerra civile seguita da un ennesimo colpo di stato militare, ad Haiti si tennero delle nuove elezioni. Per Duvalier si presentò così l’occasione di scendere in politica a favore della maggioranza nera oppressa dall’oligarchia mulatta che governava il Paese. Grazie a una campagna dai toni profondamente populisti, rivolta alla maggioranza afro-haitiana nel Paese, Papa Doc divenne presidente con una vittoria schiacciante alle urne.

L’inizio della fine, la paranoia del potere

Sin dall’inizio del suo mandato, Duvalier era afflitto da un profondo e giustificato senso di insicurezza e diffidenza. Dopotutto, la storia di Haiti è stata per lungo tempo contraddistinta da continui cambi di potere, colpi di stato, presidenti arrestati e uccisi dalla ferocia delle proteste. 

Perciò, tra le sue prime decisioni ci fu quella di effettuare una serie improvvisa di epurazioni. Cambiò tutti i vertici dei militari – all’epoca in mano all’oligarchia mulatta – e creò un nuovo corpo di polizia: i “Volontari per la sicurezza nazionale”. Si venne così a creare quella che sostanzialmente fu una milizia controllata dal presidente ma al soldo dello Stato. 

Nel frattempo, a poche miglia dalla costa di Haiti, nel 1959 Fidel Casto e i rinomati 16 barbudos riuscirono nell’intento di instaurare un regime comunista nel “cortile di casa” degli Stati Uniti: un’occasione d’oro per Duvalier. Pur essendo lontano dalle loro ideologie, il presidente approfittò dell’occasione per chiedere agli Stati Uniti di finanziare il suo governo, minacciando di appoggiare il regime comunista in caso di rifiuto.

Grazie a questo stratagemma, Duvalier riuscì a trovare i fondi necessari per sostenere il suo governo e le sue nuove milizie. Ma nonostante le buone intenzioni iniziali, pochi di quei fondi furono spesi per aiutare la popolazione. La maggior parte, infatti, finirono nelle sue tasche e nell’acquisto di armi per la sua nuova milizia.

Riconoscibili grazie ai loro cappelli neri e ai grandi occhiali da sole, i Volontari si occuparono di sterminare, senza grazie o giustizia, tutti gli oppositori di Duvalier. Aumentarono i controlli e le esecuzioni sommarie e in breve tempo si trasformarono nell’immaginario comune nei Tonton Macoutes, personaggio del folklore haitiano simile all’“uomo nero” che popola gli incubi dei bambini.

Il coma, la rinascita e l’inizio della follia

Ma non era solo il terrore a governare Haiti. Duvalier era infatti un uomo colto, carismatico, forte dell’immagine che, nel corso del suo operato da medico, aveva instaurato nel cuore dei suoi concittadini.

La sua influenza era molto forte soprattutto per le classi più povere (e quindi anche meno alfabetizzate) del Paese. Erano a queste che si rivolgevano i suoi discorsi, infarciti di retorica nazionalista, che facevano leva sui sentimenti d’odio della popolazione contadina e afro-discendente nei confronti dei mulatti della città e dei bianchi d’oltremare. 

C’era solo una cosa che non riusciva a controllare, ed era la sua salute cagionevole. Duvalier era diabetico e, probabilmente a causa di uno scompenso cardiaco a seguito di un eccesso di insulina, il 24 maggio 1959 ebbe un collasso per il quale trascorse nove ore in coma.

Al suo risveglio, forse a causa di un’emorragia interna, Duvalier cambiò personalità, si iniziò a vestire tutto di nero e cambiò tono della voce. Il suo intento (che fosse razionale o meno è ancora un mistero) era far credere a tutti di essere l’incarnazione di Baron Samedi, uno dei più importanti spiriti della tradizione voodoo. Si accrebbe, così, la fama e la paura nei suoi confronti da parte di un popolo in maggioranza analfabeta e profondamente superstizioso.

La presidenza a vita

Grazie al potere acquisito, Duvalier potè quindi violare la Costituzione, ripresentarsi come presidente nel 1961 e vincere (senza avere un avversario) con 1.320.748 voti a zero, in quella che il New York Times definì come l’elezione più oltraggiosa della storia dell’America latina.

Nonostante si consideri assurdo un risultato del genere, in patria come all’estero non c’era in effetti più nessuno in grado di contrastarlo. Il nuovo presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, ci provò bloccando i finanziamenti al suo governo, ma dopo la sua morte (rivendicata dallo stesso Duvalier), il successore Johnson tornò a pagare

Dopo Kennedy, provarono a mettergli i bastoni tra le ruote un gruppo di 13 esuli haitiani, decisi a vendicare la morte dei propri cari sterminati dai Tonton Macoutes. I 13 arditi tentarono di sollevare la popolazione haitiana contro il loro dittatore, ma in breve tempo undici di loro vennero uccisi dalle milizie del presidente mentre due vennero catturati e giustiziati in pubblica piazza. La gente di Jérémie, località da cui provenivano la maggior parte dei rivoltosi, venne decimata.

Nel 1964 Duvalier ormai aveva tutto il potere nelle sue mani. L’opposizione era estinta, decine di migliaia di persone erano morte. A giugno decise quindi di indire un referendum costituzionale per essere eletto presidente a vita. Senza sorprese, la sua proposta vinse con il 99,9% dei voti a favore. 

L’unico rivale che gli rimaneva da temere era la morte stessa. Per sconfiggerla, Duvalier organizzò la sua successione, nominando il figlio Jean Claude suo erede (passerà alla storia come Baby Doc). Agli haitiani lasciò un Paese dilaniato dal terrore, con le casse statali vuote, in mano a un figlio ricco, ancora troppo giovane e viziato, incapace di mantenere il potere nemmeno con gli orribili stratagemmi del padre. 

La terribile abilità di Duvalier, la politica del terrore

La terribile abilità riconosciuta a Papa Doc fu quella di usare la vita delle persone come una moneta per accrescere il suo potere. Se la gente moriva, doveva morire per suo comando. I Tonton Macoutes servivano a questo, così come tutti gli stratagemmi che nel corso del tempo adottò (consciamente o meno) per convincere e terrorizzare gli haitiani. 

Di lui, infatti, esistono una miriade di racconti macabri, che lo stesso alimentava con azioni altrettanto macabre. Il corpo del primo dei 13 esuli che tentò di ribellarsi al suo potere, ad esempio, venne esposto per settimane davanti all’uscita dell’aeroporto di Port-au-Prince, come monito per chi arrivava da fuori.

Lo stesso Duvalier diffondeva la voce di essere entrato in contatto con i più malvagi spiriti voodoo, di averli incatenati e di poterli utilizzare contro chiunque si volesse ribellare al suo potere. Quando morì Kennedy, dichiarò pubblicamente che era morto in seguito a un suo rituale (macumba).

Questa serie di eventi, unita a una miriade di altre storie, hanno fatto di Papa Doc un personaggio a metà tra il reale e l’irreale. Essenzialmente, creò una dittatura che non governasse solo sugli haitiani, ma anche sulla loro immaginazione.

 

Fonti e approfondimenti

John Marquis, Papa Doc: Portrait of a Haitian Tyrant, LMH Publishing, Giamaica, 2007

James Ferguson, Papa Doc, Baby Doc: Haiti and the Duvaliers, Blackwell, Oxford, 1989

Albin Krebs, Papa Doc, a Ruthless Dictator, Kept the Haitians in Illiteracy and Dire Poverty, The New York Times, 23/04/1971

The Death and Legacy of Papa Doc Duvalier, TIME, 17/01/2011

 

Editing a cura di Elena Noventa

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