I volti delle donne d’Africa: il divario di genere nell’istruzione

gender gap in Africa
Foto di Armando D'Amaro - Lo Spiegone

Studiare è un diritto universale, ma non tutti ne godono appieno. L’accesso, il proseguimento e il completamento degli studi di bambine e ragazze africane sono ancora fonte di grande preoccupazione. Gli ultimi dati dell’UNESCO (2020) mostrano che nel mondo 52 milioni di ragazze non vanno a scuola: il 60% di queste vive in Africa subsahariana. 

L’Africa ha anche il più alto tasso di bambini e adolescenti non scolarizzati a livello globale. Inoltre, le ragazze hanno maggiori probabilità di essere permanentemente escluse dall’istruzione rispetto ai ragazzi. Questa realtà richiede sforzi raddoppiati per garantire che l’istruzione sia di buona qualità ed equa.

Divario di genere: come si calcola

Per realizzare le aspirazioni dell’Agenda 2063 e degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Africa è necessario colmare i divari di genere nell’istruzione. Solo attraverso il partenariato, il coordinamento, l’identificazione e la stretta collaborazione con le principali parti interessate della comunità possono essere compiuti progressi significativi per le ragazze e le donne in Africa. 

Ma come si calcola il gender gap? Se pensiamo alle differenze di genere, dobbiamo associare dei valori e numeri che corrispondono quantitativamente a quel dato. E lo facciamo utilizzando una curva su un piano cartesiano. La curva di Kuznets descrive l’andamento di una disuguaglianza in rapporto al tasso di sviluppo, mostrando l’evoluzione della distribuzione del reddito nel tempo.

Simon Kuznets ha teorizzato che la disuguaglianza (nel suo studio, di reddito) segua una traiettoria a U invertita nel corso dello sviluppo economico di un Paese. Quando il PIL pro capite è basso, anche la disuguaglianza tende a essere bassa. All’aumentare del reddito, aumenta anche la disuguaglianza fino a raggiungere un picco per poi ricominciare a diminuire man mano che i Paesi crescono ulteriormente. 

Da allora, sono state osservate curve di Kuznets per molte altre variabili, incluso il Gender Parity Index (GPI), un indice socio-economico solitamente concepito per misurare l’accesso all’istruzione di bambini e bambine. Nella sua forma più semplice, è calcolato come il quoziente del numero delle bambine per il numero dei bambini iscritti in un dato ciclo di istruzione. Più il GPI è vicino a uno, più un Paese è vicino al raggiungimento della parità di accesso all’istruzione.

Fattori che influiscono sul gap educazionale di genere

Il divario di genere, in particolare quello relativo all’istruzione, è frutto di moltissimi fattori e variabili che influiscono negativamente o positivamente sulle possibilità per una ragazza africana di accedere e completare il proprio percorso di studi. La povertà è uno dei fattori più determinanti. Numerosi studi evidenziano lo svantaggio nell’accesso e completamento dell’istruzione delle ragazze con basso reddito familiare, abitazione in luoghi remoti o meno serviti, disabilità, appartenenza a un gruppo etno-linguistico minoritario.

Violenza e matrimoni precoci 

Anche il rischio di subire violenze impedisce alle ragazze di accedere e completare l’istruzione: spesso devono percorrere lunghe distanze per raggiungere la scuola, esponendosi a maggiori rischi. E anche a scuola molte di loro subiscono violenze. I dati più recenti stimano che ogni anno nel mondo circa 60 milioni di ragazze subiscono aggressioni sessuali mentre si recano a scuola. Ciò ha spesso gravi conseguenze per la loro salute mentale e fisica, portando anche a una minore frequenza scolastica e a tassi di abbandono più elevati.

Le gravidanze adolescenziali possono essere il risultato di violenza sessuale o sfruttamento sessuale. Le ragazze che rimangono incinte spesso affrontano un forte stigma nelle loro comunità. Il peso dello stigma, aggravato da usi e costumi discriminatori, può portare le ragazze ad abbandonare prematuramente la scuola.

Alcuni Paesi, tra cui Camerun, Sudafrica e Zambia, hanno adottato politiche di “rientro” in modo che le madri adolescenti possano tornare a scuola dopo il parto. Tuttavia, tali politiche vengono spesso ignorate o non adeguatamente applicate dai funzionari scolastici. Le giovani madri non trovano quindi sostegno per la reiscrizione, disincentivata anche dalle tasse scolastiche, dal supporto limitato delle famiglie, dallo stigma a scuola e dalla mancanza di servizi di assistenza all’infanzia a prezzi accessibili.

Anche il matrimonio precoce è una sfida cruciale. Le ragazze che si sposano giovani hanno molte più probabilità di abbandonare la scuola, completando meno anni di istruzione rispetto ai loro coetanei che si sposano più tardi. Hanno anche maggiori probabilità di avere figli in giovane età e sono esposti a livelli più elevati di violenza da parte dei  partner. A sua volta, ciò influisce sull’istruzione e sulla salute dei loro figli, nonché sulla loro capacità di guadagnarsi da vivere. 

Matrimoni precoci, gravidanze adolescenziali e violenze di genere sono tutti fattori concatenati che vanno di pari passo con il divario di genere nell’istruzione e influiscono sulla condizione di vita delle ragazze africane.

In Malawi, circa la metà delle ragazze si sposa prima dei diciotto anni. Tra il 2017 e il 2019, 27.612 ragazze nelle scuole primarie e 4.053 ragazze nelle scuole secondarie hanno abbandonato a causa del matrimonio. Nello stesso periodo, altre 14.051 ragazze della scuola primaria e 5.597 ragazze della scuola secondaria hanno abbandonato perché incinte. Il matrimonio ha interrotto o posto fine alla loro istruzione a causa della mancanza di denaro per pagare le tasse scolastiche, di assistenza all’infanzia e di programmi scolastici flessibili.

In Sud Sudan, il 52% delle ragazze si sposa prima del diciottesimo compleanno. Secondo l’UNESCO è il Paese con il tasso di iscrizione alla scuola secondaria più basso al mondo: il 4%.

In Tanzania meno di un terzo delle ragazze che completa la scuola primaria, conclude anche la scuola secondaria inferiore e oltre 15.000 ragazze abbandonano ogni anno a causa della gravidanza.

Cosa fa il continente per contrastare questo fenomeno: il CIEFFA e le organizzazioni della società civile 

“Il gender gap non si combatte solo un giorno”, è un problema da contrastare con programmazione e impegno costante. Avendo in mano i dati (preoccupanti) sul divario educativo di genere alcuni Paesi del continente e l’Unione Africana sono impegnati nel restringere questo gap. Il Centro per l’educazione delle ragazze e delle donne d’Africa dell’Unione Africana (CIEFFA) ne è un chiaro esempio.

Il CIEFFA è un’istituzione specializzata dell’Unione Africana che, dal 2004, si occupa di educazione delle donne e delle ragazze. Il centro si trova a Ouagadougou, in Burkina Faso. È stata istituita nell’ambito del Dipartimento di Scienze e Tecnologie per le Risorse Umane presso la Commissione dell’Unione Africana per coordinare la promozione dell’istruzione di donne e ragazze, al fine di raggiungere l’indipendenza economica, sociale e culturale. Il centro lavora a stretto contatto con gli Stati membri e il governo dell’UA, la società civile e i partner internazionali per attuare il suo programma e le sue attività. Inoltre, mantiene rapporti di lavoro con l’UNESCO per garantire una forte partnership nell’attuazione dei suoi programmi.

L’AU/CIEFFA mira a sviluppare le politiche, le linee di azione, le strategie e gli orientamenti necessari a tutte le parti interessate per promuovere l’uguaglianza di genere e la difesa nell’ambiente di apprendimento. 

L’ente lavora per condurre attività che aiutano a raggiungere gli obiettivi di Education For All (EFA), inaugurato da 164 Paesi a Dakar nel 2000 durante il forum mondiale sull’educazione. Queste attività sono in linea con la Strategia educativa continentale per l’Africa e con l’Agenda 2063 dell’UA.

CAMFED – Campagna per l’Educazione Femminile

CAMFED (Campaign for Female Education) è un movimento panafricano che rivoluziona il modo in cui viene fornita l’istruzione delle ragazze. Attraverso un sistema di responsabilità nei confronti dei giovani e delle comunità è stato creato un modello che migliora radicalmente le prospettive delle ragazze di diventare donne indipendenti e influenti. CAMFED è stata fondata nel 1993 da Ann Cotton e ha iniziato le sue attività fornendo borse di studio a 32 ragazze in Zimbabwe.  Nel 2021, il sostegno è stato esteso a oltre 4,8 milioni di bambini attraverso una rete di scuole partner in Zimbabwe, Ghana, Malawi, Tanzania e Zambia.

Anticipando la necessità di opportunità economiche post-scolastiche per i giovani nelle comunità rurali emarginate, la CAMFED Alumnae Association (CAMA) è stata fondata nel 1998 per collegare le giovani donne che abbandonano la scuola e offrire percorsi di inserimento al mondo del lavoro. CAMA fornisce una struttura attraverso la quale i suoi membri possono sviluppare il loro attivismo e leadership. Nel 2017, CAMA contava 84.675 giovani donne, tra cui insegnanti, direttrici aziendali, funzionarie governative, operatrici sanitarie e imprenditrici.

CAMFED si concentra sulle aree rurali dell’Africa dove la povertà è diffusa e le ragazze e le giovani donne affrontano una massiccia esclusione dall’istruzione e dalle opportunità che essa offre. L’ente lavora per costruire intorno alle ragazze un ambiente favorevole in cui possano frequentare scuola primaria e secondaria e avere successo negli studi e avvicinarsi all’età adulta avendo una serie di opportunità che includono formazione professionale, istruzione superiore e creazione di posti di lavoro. CAMFED fornisce aiuto pagando le tasse scolastiche, fornendo uniformi scolastiche, libri e protezione sanitaria.

 

 

 

Fonti e approfondimenti

Moffatt, Mike. “Essential Economics Terms: Kuznets Curve.” ThoughtCo, Sep. 8, 2021.

UNESCO, Fixing the Broken Promise of All: Findings from the Global Initiative of Out-of-School Children, Montreal, Canada, 2015.

Human Rights Watch, Africa: Make Girls’ Access to Education a Reality, June 16, 2017

Africa Renewal, Africa grapples with huge disparities in education, December 2017 – March 2018, Zipporah Musau 

The World Bank, Girls’ education overview , Oct 26, 2021

 

 

Editing a cura di Giulia Lamponi

 

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