Nell’anno delle elezioni, Biden restringe l’accesso ai migranti

migranti barriere confini

Biden ha firmato un ordine esecutivo per restringere l’accesso ai migranti al confine sud degli Stati Uniti. Una mossa, nell’anno delle elezioni, pensata per inseguire gli elettori che secondo i sondaggi, da sinistra a destra, mostrano preoccupazione riguardo al tema. 

“Dobbiamo affrontare una semplice verità”, ha detto il presidente presentando l’ordine. “Per proteggere l’America come terra che accoglie i migranti, dobbiamo prima mettere in sicurezza il confine e metterlo in sicurezza ora”.

La misura e la sua attuazione 

La misura è la più restrittiva istituita da qualsiasi altro democratico nei tempi moderni, e fa eco a una legislazione del 2018 da parte dell’allora presidente Trump, per porre un freno all’immigrazione. All’epoca la misura venne bloccata da un tribunale federale.

Tuttavia Biden ha ovviamente cercato di distinguere le sue azioni da quelle di Trump. “Continuiamo a lavorare a stretto contatto con i nostri vicini messicani invece di attaccarli“, ha detto Biden. Ha detto che non si riferirà mai agli immigrati come “avvelenatori del sangue” del Paese, come fatto dal suo predecessore. 

In ogni caso appare evidente quanto drasticamente la politica dell’immigrazione si sia spostata a destra negli Stati Uniti. Come accennato, i sondaggi suggeriscono un sostegno bipartisan verso misure maggiormente restrittive riguardo l’accesso al Paese. Negli ultimi anni il numero di persone che attraversa il confine ha raggiunto livelli record. Per fare un esempio, nel solo mese di dicembre 2023 circa 250.000 persone si sono riversate al confine col Messico. 

Cosa succederà 

L’ordine esecutivo sarebbe dovuto entrare in vigore lo scorso mercoledì. A quel punto gli agenti di frontiera avrebbero potuto riportare i migranti indietro attraverso il confine con il Messico o nei loro paesi d’origine. L’American Civil Liberties Union, che aveva svolto un ruolo importante per bloccare l’ordine di Trump del 2018, si è subito mossa per impugnare in tribunale l’ordine emanato. L’ordine è quindi attualmente bloccato.

Supponendo che esso sopravviva agli scogli legali, la legge partirebbe quando la media settimanale di attraversamenti illegali raggiunge i 2.500 ingressi. Una regolarità a oggi. Il confine riaprirebbe solo nel momento in cui la cifra scendesse a 1.500 per sette giorni consecutivi e rimanesse così per due settimane.

Il nuovo sistema è chiaramente concepito per scoraggiare gli attraversamenti illegali. Limitate eccezioni alle restrizioni riguardano i minori non accompagnati e le vittime della tratta di esseri umani. Senza dimenticare coloro che utilizzano un’app della Customs and Border Protection per fissare un appuntamento con un ufficiale di frontiera per richiedere legalmente asilo.

Critiche da sinistra…

Critiche dal fianco sinistro non sono mancate in queste ore. I progressisti si sono scagliati contro il presidente rilasciando una serie di dichiarazioni che criticano l’azione esecutivo, unendosi alle associazioni contrarie in una conferenza stampa fuori da Capitol Hill per esortare Biden a revocare l’ordine e fare di più nell’implementare altre forme di soccorso.

“L’unico lato positivo”, ha detto la deputata Pramila Jayapal del Congressional Progressive Caucus, “è che [Biden] ha detto che ci saranno azioni positive per rendere il sistema più umano ed equo. E cercheremo e spingeremo per queste azioni nelle prossime settimane”.

È molto probabile che nelle prossime settimane, i contrari a questa svolta nella politica migratoria, intensificheranno gli sforzi per far ritirare o quantomeno cambiare l’ordine esecutivo, attraverso editoriali, lettere, conferenze stampa e azioni di lobbying facendo aumentare la pressione sulla Casa Bianca.

…e attacchi da destra

Anche Donald Trump, da un comizio in Arizona dove la questione del confine giocherà un ruolo chiave a novembre, ha attaccato l’azione di Biden. “L’ordine di Biden non è un piano di sicurezza dei confini”, ha detto Trump. “È riconoscimento del fatto che ha perso il controllo dei confini […] il primo giorno della mia amministrazione, revocherò l’oltraggioso ordine esecutivo”.

La questione migratoria è da sempre uno dei cavalli di battaglia dell’ex presidente, dal suo ingresso in politica. E la sua prima apparizione in uno stato come l’Arizona che sarà terreno di scontro, ha impegnato la maggior parte del suo discorso concentrandosi sull’immigrazione. Un tema cardine per lo Stato. Un recente sondaggio ha rilevato che, secondo la maggioranza degli intervistati, il territorio ha bisogno di una riforma dell’immigrazione e di soluzioni ai problemi del confine tra Stati Uniti e Messico.

In concomitanza con le elezioni, gli elettori dell’Arizona in un referendum sceglieranno se gli agenti di polizia locali avranno il potere di arrestare e incarcerare gli immigrati privi di documenti. Referendum arrivato dopo il blocco della governatrice democratica Katie Hobbs della misura in merito approvata dal Congresso statale a maggioranza repubblicana. Lasciando la decisione agli elettori, i repubblicani sperano di aumentare l’affluenza dei conservatori alle urne in uno Stato in bilico. E che quindi potrebbe essere cruciale nella corsa presidenziale.

La campagna elettorale è ormai nel pieno, così come la rincorsa nel captare i sentimenti dell’elettorato. Nessuno può permettersi di farsi dettare l’agenda.

Fonti e approfondimenti

Frazier, K., “Trump attacks Biden over immigration in battleground Arizona”, Politico, 06/06/2024

Gramlich, J., “Migrant encounters at the U.S.-Mexico border hit a record high at the end of 2023“, Pew Research Center, 15/02/2024

Kanno-Youngs, Z., Aleaziz, H., “In Shift, Biden Issues Order Allowing Temporary Border Closure to Migrants”, The New York Times, 04/06/2024

Ward, M., Kashinsky, L., “Biden’s border move infuriated progressives. He’s trying to fix that.”, Politico, 06/06/2024

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