Il primo turno si è concluso con una vittoria di Macron su gli altri candidati. L’ex ministro dell’Economia di Hollande ha raggiunto il 23,8% del voto, mentre Marine Le Pen si è fermata al 21,5%, seguita da Fillion al 19,9%, Melenchon al 19,5% e Hamon che si è fermato solo al 6,5%. Tra due settimane vi sarà il ballottaggio tra i primi due che deciderà chi sarà il nuovo inquilino dell’Eliseo.
L’analisi del voto
Il voto ha mantenuto le aspettative dei sondaggi, che questa volta sono stati assolutamente precisi, e non ha regalato particolari sorprese dell’ultimo momento. Macron ha stravinto le grandi città, mentre Le Pen ha dominato nelle campagne e nelle regioni periferiche dove la globalizzazione ha colpito maggiormente i posti di lavoro. Il candidato europeista è risultato avanti, perché è riuscito a mostrarsi come la vera alternativa alla destra in tutti i distretti, diventando il candidato della sinistra anche nelle regioni storicamente più difficili per il Partito Socialista.
La candidata del Front National ha invece raccolto un consenso storico, ma non dilagante. Fillon è riuscito a difendersi dall’attacco politico di Le Pen e di conseguenza il Front National non è riuscito ad attirare a se tutti gli elettori di destra, che nel caso dei moderati si sono visti più vicini a Macron.
Fillion ha conquistato solo pochissimi distretti, in particolare quelli intorno a Le Mans, sua città natale e suo feudo politico. Il candidato repubblicano non è riuscito a fare l’ultimo salto politico per permettergli di accedere al secondo turno, nonostante il risultato sia straordinario dopo tutte le vicende giudiziarie che lo hanno colpito. Il dato più allarmante per il partito repubblicano è sicuramente la scomparsa del partito da alcuni dipartimenti, in particolare nel Sud Ovest, in cui la Le Pen è diventata l’immagine dell’opposizione alla sinistra, condannando i gollisti ad una quota minoritario
Il risultato sicuramente più sorprendente è quello di Jean Luc Melenchon, che raddoppia i suoi voti rispetto al 2012 e conquista anche tre dipartimenti, sorprendendo molti. La previsione vedeva un Melenchon quarto in tutte le regioni, con più o meno la stessa percentuale nazionale, ma nessuno si aspettava di vederlo in testa in alcuni dipartimenti. Proprio l’euforia lo ha portato ad aspettare più degli altri prima di commentare il voto, perché dal suo quartier generale ancora si sperava in una crescita improvvisa che lo portasse al secondo turno.
La sconfitta annunciata è stata quella del partito socialista che non ha avuto scusanti e infatti il candidato Benoit Hamon è stato il primo a presentarsi sul palco a Parigi per ammettere la dilagante sconfitta del partito. Il partito spaccato, una buona parte del partito ha supportato Macron, e l’eredità di Hollande hanno costretto il partito socialista ad un risultato totalmente insoddisfacente. La sfida per il partito socialista adesso sarà sulle legislative tra 4 settimane, infatti resta ancora il partito più presente in tutti i dipartimenti e potrebbe ritrovarsi nella strane situazione di arrivare quarto alle presidenziali e gareggiare per essere il primo partito di Francia in parlamento.
È necessario sottolineare come a Parigi le elezioni siano state totalmente differenti. All’interno dell’Ille de France, la regione di Parigi, il Front National possiamo dire che non è pervenuto. I risultati infatti dicono che in questi 7 distretti la gara è stata tra Macron, Fillion e Melenchon, relegando la Le Pen al quarto posto. Risultati totalmente differenti rispetto al resto della Francia che sembra andare in un’altra direzione.
Le prospettive del secondo turno
Il secondo turno sarà molto serrato, nonostante molti diano già Macron vincente soprattutto dopo gli endorsement ricevuti da Hamon e Fillon per cercare di combattere l’avanzata del Front National.
Nel 2002 Jean Marie Le Pen, padre di Marine, arrivò al ballottaggio ma fu sconfitto dalla “desistenza” che il partito socialista mise in attacco verso Chirac, candidato dei Repubblicani, che in questo modo stravinse le elezioni contro il candidato di estrema destra.
La Francia dal 2002 ad oggi è cambiata molto, allora i partiti avevano più potere di attrazione e indirizzamento, i risultati erano stati molto differenti e il Front National era ancora dipinto come il partito fascista, negazionista e sovranista. Adesso sarà necessario capire quanto queste direttrici sono diverse o invece quanto ancora i Francesi hanno paura di Marin Le Pen.
I dubbi più grossi sono sull’elettorato di Fillon e sull’elettorato di Melenchon. Il candidato repubblicano nelle sue posizioni ha avuto spesso posizioni più vicine a Marine Le Pen su molte cose, anche se totalmente opposte per esempio sull’Europa. Bisognerà capire quanto quest’elettorato comunque si sposterà su Macron e quanto si sposterà verso Marine Le Pen.
L’elettorato di estrema sinistra di Melenchon è ancora più difficile da comprendere, perché da una parte ci sarà l’estrema destra, ma dall’altra vi sarà l’ex banchiere, nemico giurato dell’estrema sinistra. Sicuramente una buona parte di elettorato sceglierà comunque Macron, ma bisognerà capire quanta parte di questo elettorato sceglierà di astenersi dal voto.