Angela Merkel: la Cancelliera e la sfida delle elezioni

Angela Merkel
@Arno Mikkor - Flickr - CC BY 2.0

Angela Merkel ricopre la carica di Cancelliere Federale della Germania, equivalente al nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, dal 2005. Alle elezioni tedesche del prossimo 24 settembre la leader della CDU si presenta in testa ai sondaggi, ma una strana campagna elettorale e alcune grandi questioni irrisolte impediscono di immaginare il futuro del Bundestag.

Il partito Cristiano-democratico (CDU) durante la guida della Cancelliera ha presieduto tre governi in coalizione: due volte con i rivali socialdemocratici della SPD (la cosiddetta Große Koalition), e una volta con l’FDP, il partito liberale. Tutti i sondaggi prospettano una situazione di vittoria assicurata dei conservatori ma con il bisogno di formare nuovamente una coalizione, con tutti i problemi che ne conseguono.

La recente storia politica della CDU è indissolubilmente legata a quella della sua leader Angela Merkel, protagonista della politica tedesca fin dai tempi della riunificazione delle due Germanie e oggi nuovamente candidata alla guida del paese con un enorme appoggio nel partito.

La carriera politica della Merkel inizia quando ancora esisteva la Cortina di Ferro, precisamente nel movimento democratico della Germania Orientale. Entrò in politica nel 1989 quando nel paese iniziava il cedimento del partito unico, ottenendo la sua prima carica pubblica con le prime elezioni libere del 18 Marzo 1990 all’interno del nuovo partito Risveglio Democratico.

Fece da portavoce del governo di transizione di Lothar De Maizière, destinato a durare solo fino a Novembre dello stesso 1990 per l’accelerazione del processo di riunificazione delle due Germanie. Questa posizione le valse un posto nel parlamento della Germania riunita, dove venne particolarmente apprezzata da Helmut Kohl, allora Cancelliere e leader della CDU.

Kohl fu il principale responsabile del decollo della carriera politica della Merkel, nonchè del suo legame strettissimo con il partito, che la portò nei successivi 8 anni a ricoprire molte cariche ministeriali. Momento decisivo della carriera politica della Cancelliera è la sconfitta della CDU alle elezioni del 1998, dopo la quale Kohl tentò di lasciare il suo incarico a Wolfgang Schäuble ma, a seguito di scandali finanziari interni al partito che coinvolgevano entrambi, la segreteria passò invece ad Angela Merkel.

Nei successivi due mandati la CDU fu all’opposizione dei due governi dell’SPD di Gerhard Schröder, fino all’arrivo delle famose elezioni federali del 2005. In queste elezioni la CDU si alleò con il suo gemello Partito Cristiano-Democratico di Baviera (CSU) e l’alleanza batté di pochissimi voti la SPD di Schröder. L’alleanza tra le due forze conservatrici è rimasta salda fin da allora.

Oltre l’incarico pubblico la Merkel ereditò dal suo predecessore la riforma del mercato del lavoro che ha molto aiutato la Germania di resistere alla crisi finanziaria del 2008. Parte del consenso e della fama di leader forte della Merkel deriva infatti proprio dal modo, per certi versi opinabile, in cui ha affrontato i grandi avvenimenti politici ed economici che hanno animato la recente politica tedesca e quella europea.

Nelle crisi delle finanze pubbliche greche interpreta il ruolo del banchiere severo, promotore dell’austerity e per nulla indulgente verso le proposte di taglio del debito, salvo poi acconsentire ad una sua ristrutturazione al prezzo di pesanti misure di austerità nella spesa pubblica. Nel conflitto ucraino interviene con un ruolo di mediatore, captando come le sanzioni alla Russia stessero creando malumore politico ed economico in Germania.

La Cancelliera è descritta come un personaggio poliedrico, reattivo piuttosto che incline a pianificare a lungo termine, in grado di affrontare le questioni in maniera non ideologica sebbene venata di etica protestante. Distaccata e capace di attendere, la Merkel gioca spesso sulle ambiguità, fondendo approcci di destra e di sinistra in modo da riuscire a contrastare ogni avversario politico.

Questo atteggiamento ha determinato il successo della Merkel ma a lungo andare ne ha impoverito l’offerta politica, tanto che oggi molti la accusano di chiedere ai suoi elettori l’appoggio al suo modo di fare piuttosto che su un programma politico strutturato.

La campagna elettorale

Come riportato da molti, a oggi il clima che si è creato intorno alle imminenti elezioni è stato quasi surreale: privo di eccitamento e dai toni bassi, tanto che i giornali lo hanno ribattezzao “Nichtwahlkampf” (non-campagna). Basti pensare che la CDU ha inaugurato la campagna con lo slogan “Godetevi l’estate, fate la scelta giusta in autunno”.

I quadri dei conservatori si sono limitati a svolgere i loro incarichi e a glissare sul voto, rilanciando semplicemente quelle che sono le posizioni del partito sui temi al centro del dibattito. La stessa Angela Merkel ha accuratamente evitato di andare a fondo nelle questioni durante le sue recenti interviste e il programma elettorale del partito riflette questo approccio.

Domenica 3 settembre si è tenuto l’unico dibattito televisivo tra i due principali candidati, Angela Merkel e Martin Schulz. L’impressione unanime è che sia stata la Merkel a vincerlo e i numeri di sondaggi e proiezioni confermano questa impressione: la CDU (Cristiano-democratici) è in vantaggio dall’inizio della campagna ma dopo il dibattito la SPD (Social-democratici) è scesa al 22% dei consensi, perdendo circa un punto percentuale.

Un paese in trasformazione

La Germania vive da anni una forte crescita che l’ha resa di fatto il paese trainante dell’Unione Europea. Nonostante gli ottimi dati economici, tuttavia, restano da risolvere grandi questioni ormai diventate veri e propri campi minati per la politica.

La popolazione tedesca sta invecchiando, i salari reali delle famiglie a basso reddito sono fermi a 20 anni fa e la terziarizzazione dell’economia del paese ha creato delle rustbelt decadenti al posto di molte aree industriali. La Germania è poi sempre più coinvolta nelle missioni militari internazionali e l’uscita dal nucleare voluta proprio dal governo Merkel si prospetta difficoltosa. A questi argomenti già divisivi per l’opinione pubblica si è aggiunto prepotentemente il dibattito su immigrazione e integrazione, in corso da anni ma mai caldo e influente sulle elezioni come oggi.

Sebbene alcune tematiche siano di lunghissimo periodo è innegabile che dopo 12 anni di governo la CDU sia responsabile se non corresponsabile di questi problemi, soprattutto a causa dell’immobilismo in materia fiscale di cui è accusata e per essere stata l’ispiratrice delle nuove politiche militari ed energetiche.

Il cuore del documento programmatico del partito è la riduzione del tasso di disoccupazione fino al 2%, partendo da quel 5,5% che già oggi rappresenta il dato minimo dal 1980. Alcuni programmi di welfare dovrebbero poi portare nuovi alloggi popolari e dei benefit per le famiglie con figli piccoli in forma di sussidi e sgravi fiscali.

In campo finanziario nel manifesto della CDU si può leggere l’impegno a non creare nuovo debito pubblico e a ridurre le tasse sul reddito. Prospetta inoltre un aumento considerevole delle spese militari, cercando di raggiungere il famoso 2% del PIL richiesto dalla NATO, e di quelle in aiuti allo sviluppo pensati all’interno di un maggiore impegno europeo in Africa.

Migranti e rifugiati

Due anni fa la Merkel annunciava una politica delle porte aperte nei confronti dei siriani coinvolti nel fortissimo flusso migratorio che stava avvenendo lungo la cosiddetta “rotta balcanica” e che si erano ritrovati di fatto imprigionati in Ungheria. Da allora i numeri di questo esodo sono calati drasticamente anche per via del discusso accordo tra Turchia e Unione Europea, appoggiato da una Mekel sulla spinta di forti pressioni politiche interne.

Nonostante ciò, la critica alla politica migratoria rappresenta il principale argomento delle forze di opposizione più radicali, cresciute molto proprio sull’onda delle forti polemiche del periodo, soprattutto nelle depresse aree ex-industriali. Anche le opposizioni calcano questo tema, accusando la Cancelliera di non aver avuto successo nel coinvolgere gli altri paesi europei nei progetti di accoglienza e redistribuzione dei richiedenti asilo.

Erdogan e la Turchia

In politica estera, Angela Merkel ha rilanciato la volontà di respingere l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, posizione che l’ha esposta al fuoco incrociato di chi la ritiene una sanzione troppo debole nei confronti del regime di Erdogan e la risposta politica arrivata dallo stesso Presidente.

Erdogan si è infatti appellato ai turchi residenti in Germania, di cui circa un milione ha diritto di voto avendo ottenuto la cittadinanza tedesca, invitandoli a non votare i partiti nemici di Ankara che secondo lui sarebbero CDU, SPD e i Verdi.

Fratture Politiche

Il sistema dei partiti tedesco è cambiato progressivamente negli anni, frammentandosi molto e vedendo crescere le forze minori. Recentemente c’è stata l’affermazione dell’AfD (Alternative für Deutschland), partito della nuova destra populista ed euroscettica, cresciuto dopo la crisi dell’immigrazione del 2015 drenando voti ai partiti maggiori.

Il partito è fortemente critico della CDU e sebbene sia impossibile vederlo al governo potrebbe sbilanciare il dibattito politico inasprendone e banalizzandone i toni.

Disaffezione

Il progressivo convergere dei grandi partiti sui temi centrali che riguardano la Germania, come il supporto al reddito e le politiche del lavoro, è vista come la causa principale di questo fenomeno. Questi tra l’altro sono in drastico calo: gli analisti prevedono un’affluenza alle urne intorno al 70%, quasi venti punti inferiore a quella dei primi anni ’90.

Con quasi la metà degli elettori ancora indecisi, inoltre, tra i vertici della CDU non regna un clima sereno. Sebbene sia improbabile che il partito perda, non è ancora prevedibile quali saranno le alleanze possibili, soprattutto poiché non è possibile fare previsioni sicure su quale sarà il terzo partito all’interno del Bundestag.

 

 

 

Fonti e Approfondimenti:

https://www.theguardian.com/world/2017/sep/03/merkel-schulz-tv-debate-last-ditch-bid-to-save-campaign

https://www.bloomberg.com/news/articles/2017-09-07/in-german-rust-belt-anti-merkel-populists-campaign-for-her-exit

https://www.economist.com/news/briefing/21728641-assessing-leader-inscrutable-sphinxes-divas-and-queens-how-angela-merkel-changing

https://www.economist.com/news/europe/21728634-spd-already-looking-ahead-next-election-why-germanys-social-democrats-have-no-hope

https://www.ft.com/content/adfeb7f8-5fff-11e7-91a7-502f7ee26895

http://www.politico.eu/article/angela-merkel-campaign-strategy-avoid-confrontation-germany-election-2017/

http://www.reuters.com/article/us-germany-election-merkel-mood-analysis-idUSBRE97I03Z20130819

http://www.reuters.com/article/us-germany-election-merkel-factbox/factbox-merkels-conservatives-promise-full-german-employment-in-manifesto-idUSKBN19O1DW

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