Lo scorso 1 luglio l’Austria ha assunto la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Detenere la Presidenza di turno in un semestre che inizia a luglio inficerà dal punto di vista legislativo l’attività del Consiglio, visto che il Parlamento tra pochi giorni chiuderà per riaprire a settembre. Nonostante i soli quattro mesi effettivi di attività, il Governo austriaco potrà sfruttare la grande visibilità mediatica della carica, ancor prima del ruolo nel decision-making europeo.
Tenendo a mente la natura colleggiale del Consiglio dei Ministri e le sue modalità di voto c’è comunque da dire che la Presidenza ha il compito di presiedere i lavori del Consiglio, di dettarne l’agenda, di vigilare sul corretto svolgimento dei processi legislativi e di portare avanti la cooperazione tra gli Stati membri. A tal fine, la presidenza deve agire come un mediatore leale e neutrale. Oltre agli aspetti istituzionali “formali” la posizione di presidente di turno del consiglio comporta alcuni vantaggi come il prendere parte ai triloghi insieme a Commissione e Parlamento o all’organizzazione di vertici formali e non con i leader europei nel proprio paese.
Tra le questioni centrali sulle quali il Consiglio e la sua Presidenza dovranno lavorare prossimamente ci saranno:
- La nuova proposta della Commissione sul “Quadro Finanziario Pluriennale”
- Il dossier sull’immigrazione
- Il negoziato sulla Brexit
Se da un lato il negoziato sul QFP andrà avanti anche oltre la presidenza Austriaca, i negoziati per la Brexit si chiuderanno ad ottobre mentre la questione fondamentale dell’immigrazione sta già vedendo in queste settimane un’accelerazione.
.
Un’Europa che protegge
La pubblicazione delle priorità politiche della Presidenza lo scorso 3 luglio insieme alle dichiarazioni e ai posizionamenti del Governo austriaco delle ultime settimane hanno portato di nuovo al centro dell’attenzione il giovane Sebastian Kurz, il quale ha scelto come motto ufficiale per il turno austriaco “Un’Europa che protegge“. Vediamo ora nel dettaglio i punti salienti delle priorità politiche.
Affari generali
Un altro motto, quello dell’Unione Europea “Uniti nella diversità“, è utilizzato come punto di partenza per affermare che solo attraverso un rafforzamento del principio di sussidiarietà si possa rafforzare l’unità europea. Il documento afferma che serve sì una forte cooperazione su tematiche come sicurezza, immigrazione e digitalizzazione ma un passo indietro delle istituzioni UE su tematiche meglio gestibili dagli Stati membri o dalle regioni. Sarà tra le priorità della Presidenza anche la riforma dell’iniziativa dei cittadini europei.
Affari esteri
Nel documento particolare enfasi è data al vicinato europeo, la Presidenza si impegnerà ad organizzare un incontro con i ministri degli esteri dell’Europa dell’est e verrà dedicata particolare attenzione sia alla crisi Ucraina che ai rapporti con la Russia. Uno dei punti più importanti è la questione della stabilizzazione del sud-est europeo, cruciale per la sicurezza dell’Unione e per gli interessi austriaci, che sarà oggetto di nuove iniziative di cooperazione sotto la Presidenza di turno. A fianco alla regione balcanica c’è la questione dell’immigrazione come perno delle priorità: l’azione esterna in tal senso deve muoversi verso una maggiore cooperazione con i paesi africani al fine di impedire le partenze attraverso stabilizzazione, sviluppo economico, lotta all’immigrazione irregolare e azioni di rimpatrio.
Sulla politica di difesa vale la pena citare la volontà austriaca di dare una governance alla PESCO e di far muovere i primi passi all’iniziativa nata recentemente.
Economia
Sulle questioni economiche la presidenza di turno non intende procedere con l’unione bancaria se prima non si attuano “ulteriori misure di riduzione dei rischi”. Inoltre il Patto di Stabilità e Crescita deve essere rispettato. Sul fronte del mercato dei capitali il governo austriaco lavorerà per arrivare a risultati concreti che possano contribuire al rilancio di competitività, occupazione e crescita.
Un’equa e trasparente tassazione è essenziale per la sostenibilità delle finanze pubbliche, vanno pertanto combattute le frodi e le evasioni parallelamente a posizioni chiare con i partner commerciali soprattutto nell’ambito dell’economia del digitale. La Presidenza lavorerà inoltre con la Commissione per l’introduzione di una corporate tax europea.
Sicurezza interna ed esterna
Basandosi su una chiara distinzione tra rifugiati e migranti, l’elemento centrale per una soluzione europea al problema immigrazione è un sistema stringente di regole che impedisca che siano i trafficanti a stabilire chi possa entrare in europa e chi no.
..
Non può esistere libertà di movimento interna senza un rafforzamento di controlli lungo la frontiera esterna e un aumento della sicurezza interna. La linea del governo di Kurtz è di rafforzare Frontex e prevenire l’immigrazione illegale. In tale ambito verrà proposto il rafforzamento del sistema di informazioni di Schengen (SIS) e la possibilità di introdurre controlli lungo le frontiere interne per periodi di tempo più lunghi se giustificati da motivi di sicurezza interna. Sul versante esterno, invece, l’Austria premerà per una politica comune di rimpatrio e una maggiore cooperazione con i paesi terzi.
Un’Italia non protetta
“Abbiamo una relazione storica con i Paesi di Visegrad, ma in questo contesto vediamo piuttosto per noi un ruolo di “costruttori di ponti”, mirato a rafforzare e agevolare la comunicazione e la cooperazione laddove è possibile”. Così l’ambasciatore Peter Launsky-Tieffenthal, portavoce del governo austriaco, ha definito il ruolo del suo paese in un’intervista al Sole 24 Ore. Il ruolo di perno fra più Europe svolto dagli austriaci è ben visibile da alcuni passaggi del documento che abbiamo analizzato.
Le priorità della nuova presidenza vanno in primis a favore dei paesi di Visegrad. E’ fatto esplicito riferimento in più dichiarazioni alla insostenibilità della redistribuzione per quote dei rifugiati, e vanno a favore del gruppo anche le priorità riguardanti l’introduzione di controlli alle frontiere e la totale assenza di previsioni riguardanti il rispetto dello stato di diritto.
Le priorità degli austriaci vanno sicuramente a favore dei medi paesi del nord Europa, interessati innanzitutto a non condividere i rischi di debiti pubblici insostenibili e dei non performing loans: sotto quest’ottica sono da considerare le priorità riguardo l’unione bancaria con le quali l’Austria si fa dunque garante delle esigenze dei Paesi del nord, cui promette di non procedere fino a quando non saranno ridotti i rischi e assicura rigore nei conti. “Un maggior rispetto delle regole di governance, in particolare del Patto di stabilità e crescita, è necessario”. E’ messo nero su bianco nel documento.
Anche la regione sudorientale d’Europa vede rinnovata e confermata l’attenzione posta nei suoi confronti dai paesi europei.
Nonostante i sovranismi, i populismi e gli euroscetticismi, nonostante gli assi e le intese cordiali da qualcuno sventolate che legano in un comune destino Italia, Austria e Visegrad è forse proprio il nostro Paese quello che risulta meno considerato nel minuzioso lavoro di sponda che la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea “populista” ha messo in piedi.
Be the first to comment on "Le priorità austriache nel Consiglio UE: un’Europa che protegge quasi tutti"