Midterm Elections: Bernie Sanders e il “modello Vermont” alla prova del voto

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

A dispetto di una superficie e di una popolazione modesta, anche il Vermont rappresenterà un importante tassello nel mosaico delle midterm del prossimo novembre.

Proprio questo piccolo stato del New England si è spesso posto al primo piano nel dibattito politico statunitense, un esempio recente è la prima candidatura di un transgender a Governatore nella storia americana. Rimanendo proprio sui candidati, toccherà anche a Bernie Sanders riconfermarsi senatore in una sfida contro il repubblicano Lawrence Zupan. Se da un lato Sanders sa di avere i sondaggi dalla sua parte, dall’altro è consapevole che la sua sfida non si circoscrive agli stretti confini del Vermont in quanto a riproporsi agli elettori non è solo un candidato ma una visione politica della sinistra americana insieme a un modello di Stato progressista da prendere come esempio.

 

Lo Stato progressista del Vermont

Dal punto di vista elettorale dagli anni 60 iniziò la fine del predominio del Grand Old Party in Vermont garantendo al paese alternanze tra governatori democratici e repubblicani giunte fino ai giorni nostri. Sin dal 2007 vengono eletti esclusivamente rappresentati democratici al congresso, le elezioni presidenziali registrano sin dal 1992 una tendenza liberale costante.

E’ tuttavia sul fronte delle politiche pubbliche e della gestione dello Stato che si può constatare la natura fortemente progressista del Vermont, la quale sussiste indipendentemente dal colore politico dei rappresentanti. Non solo leggi, come quella sulle unioni civili riconosciute nel 2000, ma soprattutto investimenti mirati e implementazione attenta della legislazione nazionale.

L’educazione, ad esempio, è uno dei punti forti del modello Vermont: uno degli Stati con il più basso rapporto tra studenti e docenti e tra studenti e personale amministrativo. In media nel 2013 il Vermont ha speso 16 mila dollari per studente ed ha raggiunto il sesto posto nel numero di diplomati con l’86,6%. Il sistema universitario è composto da 23 college di cui 6 pubbliche, 16 no-profit ed una privata. Rispetto al periodo 1993-1994 il biennio 2013-2014 ha visto passare gli iscritti a corsi di laurea dal 26% al 46%.

Sul fronte della sanità il Vermont ha raggiunto ottimi risultati nell’implementazione dell’ Obamacare.

Infatti, tra il 2013 e il 2016 il numero di cittadini non coperti da una assicurazione sanitaria è diminuito del 48,9%. Nel 2017 solo il 3,7% della popolazione risultava sprovvisto di assicurazione, rispetto a una media nazionale del 8,6%. Attualmente il Vermont è uno dei 12 Stati ad aver creato un mercato nazionale delle assicurazioni sanitarie, le iscrizioni a piani assicurativi nel solo 2017 sono state circa 29 mila, tra queste il 76% risultava beneficiario di detrazioni fiscali (in media $325 al mese). Inoltre il 40% degli assicurati dello scorso anno ha beneficiato di sussidi nel pagamento dell’assicurazione.

 

I candidati al Senato

Bernie Sanders, indipendente

Sanders è già al suo secondo mandato da senatore, iniziato nel 2012 con la prima rielezione grazie al 71% dei voti. Precedentemente ha passato 16 anni come rappresentate alla Camera: tali numeri fanno di lui il rappresentate indipendente più a lungo in carica nella storia. La sua carriera inizia ancora prima, nel 1981 viene eletto sindaco di Burlington (VT) e ricopre tale carica per 4 mandati. Sanders ha vinto le primarie dei Democratici con il 91% delle preferenze catalizzando 63 mila voti, tuttavia correrà come indipendente. I sondaggi danno all’unisono la carica di senatore per lo stato del Vermont come “solidamente indipendente”.

Le principali proposte del senatore uscente Sanders ruotano intorno a una maggiore attenzione nei confronti dei lavoratori e del ceto medio. Sanders vuole parlare a tutti coloro che, nonostante l’uscita dalla crisi, vivono una condizione precaria. Tali proposte incontrano trasversalmente temi quali la sostenibilità ambientale e un commercio internazionale maggiormente equo. Il “Rebuild America Act” prevede, in tal senso, 1000 miliardi di investimenti pubblici nell’arco di 5 anni per rinnovare le infrastrutture del paese, anche sotto una nuova prospettiva eco-sostenibile. Oltre ad ampliare le infrastrutture la proposta creerebbe 13 milioni di posti di lavoro e renderebbe maggiormente competitiva l’economia americana.

Negli ultimi mesi la battaglia di Sanders sul salario minimo nazionale ha avuto molta risonanza, anche a seguito della scelta di Amazon di muoversi in tale direzione nei confronti dei propri dipendenti. L’obiettivo di Sanders è raggiungere il salario minimo di 15 dollari in tutto il paese entro il 2020. A tale proposta si affianca quella della battaglia sulla parità di retribuzione tra uomo e donna.

Sul fronte del commercio internazionale è ancora la questione dei lavoratori a illuminare le proposte di Sanders. “Dobbiamo invertire quanto fatto per decenni con accordi fallimentari e pratiche come quella della “most favored nation” che hanno costretto al ribasso il costo del lavoro e cancellato milioni di posti di lavoro”, ha affermato Sanders, il quale vede come condizione fondamentale per far rimanere gli USA nazione produttrice ed esportatrice una nuova visione commerciale che guardi agli interessi dei lavoratori insieme a quelli delle imprese.

 

Lawrence Zupan, repubblicano

Lawrence Zupan è alla sua prima esperienza in politica, precedentemente lavorava nel settore immobiliare del Vermont. Zupan è arrivato secondo alle primarie del GOP vinte da Brooke Paige, tuttavia quest’ultimo ha rinunciato alla candidatura al Senato per correre come Segretario di Stato del Vermont. Dopo qualche titubanza i repubblicani hanno conferito a Zupan la responsabilità di sfidare Sanders, il candidato ha immediatamente riavviato la campagna invitando Sanders a confrontarsi con lui in 8 dibattiti pubblici.

“Riuscirò a sconfiggere Sanders grazie alle mie idee basate su libertà di impresa, responsabilità individuale e garanzie di opportunità per chiunque” ha dichiarato il repubblicano. Una linea politica, dunque, opposta a quella di Sanders che vede nell’interventismo statale una indebita appropriazione dei frutti maturati dal sacrificio degli individui, un attacco plateale ai diritti fondamentali di “vita, libertà e ricerca della felicità”.

Oltre alle difficoltà di una campagna iniziata sensibilmente in ritardo, a causa della titubanza repubblicana nell’assegnare la candidatura a Zupan, vi è di certo la popolarità a livello nazionale di Sanders. Tale disparità incolmabile tra i candidati si può constatare guardando ai fondi raccolti dai due candidati. Mentre Sanders è riuscito a catalizzare circa 8 milioni di dollari, Zupan ne ha raccolti solo 7 mila tramite donazioni.

Ma chi sono i sostenitori economici dei due candidati? Dall’analisi dei dati pubblici Zupan ha raccolto $4.300 dollari da un singolo donatore del Vermont il quale ha finanziato tutti i candidati repubblicani, una quota percentuale molto alta rispetto al totale. Bernie Sanders, al contrario, ha come maggior fonte di finanziamento centinaia di piccoli contributori (contributi inferiori a 200 dollari).

 

 

Fonti ed approfondimenti

https://www.sanders.senate.gov/legislation/issue/economy

https://www.manchesterjournal.com/stories/letter-zupan-makes-case-for-gop-senate-nomination,546172

https://www.benningtonbanner.com/stories/zupan-secures-gop-nod-for-sanders-senate-seat,549571

https://www.kff.org/interactive/medicaid-state-fact-sheets/

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