Europa27: Francia

elezioni europee in Francia
@RIchardRevel - Public Domain Pictures (CC0)

La campagna per le elezioni europee in Francia si terrà in un contesto particolare: mentre i partiti storici a destra e sinistra (i Républicains e i Socialistes) faticano a uscire dalla crisi, la vera sfida si gioca tra La République en Marche, il movimento fondato da Emmanuel Macron nel 2016, e il Rassemblement National (ex Front National) di Marine Le Pen.

Queste elezioni sono le prime con la nuova legge elettorale approvata l’anno scorso, che rimpiazza le otto circoscrizioni interregionali con un’unica circoscrizione nazionale. A competere per i 79 seggi (5 in più rispetto al 2014) abbiamo almeno 13 liste: stando ai sondaggi, solo sei tra queste supererebbero la soglia di sbarramento del 5%.

Renaissance/La République En Marche (LaREM)

A fine marzo, LaREM, il partito del presidente Emmanuel Macron, ha finalmente svelato i candidati. La capolista è Nathalie Loiseau, ministra per gli Affari europei, affiancata, in seconda posizione, da Pascal Canfin. Ex direttore del WWF in Francia, eurodeputato con i Verdi dal 2009 al 2012 (e di nuovo nel 2014) e ministro con delega allo sviluppo sotto il governo socialista di Jean-François Airault tra il 2012 e il 2014, Canfin ha sorpreso in molti con la sua candidatura. L’attivista, infatti, aveva rifiutato il ministero per l’Ambiente offertogli da Macron, contestando l’impegno deludente sulla difesa ambientale.

La lista ha una forte impronta europeista e, come il nome stesso suggerisce, si propone di rifondare l’Europa su basi nuove. La “rinascita” europea avverrà attraverso una maggiore integrazione nelle aree in cui l’azione degli Stati membri è insufficiente o inefficace: migrazioni, difesa, tutele ambientali, difesa degli interessi economici, tutele sociali.

LaREM ha anche lanciato un sito web in 24 lingue per la campagna elettorale. Anche se il Parlamento europeo ha rigettato la proposta di liste transnazionali, LaREM tenta comunque di proporsi come coalizione pan-europea: tra i candidati, infatti, figurano anche cittadini stranieri, tra cui l’italiano Sandro Gozi, ex segretario agli affari europei nel governo Gentiloni.

La composizione, d’altro canto, è molto variegata, con diversi ex rappresentanti e ministri di centro-destra e centro-sinistra. Insieme a LaREM correranno anche alcune liste minori, tra cui MoDEM, gruppo centrista staccatosi dai Républicains. I deputati eletti dovrebbero unirsi ai liberali dell’ALDE in Parlamento.

Rassemblement National (RN)

Il Rassemblement National (ex Front National) è il secondo partito ai sondaggi, testa a testa con LaREM. Attualmente, ha 15 europarlamentari e siede nel gruppo ENL (Europa delle Nazioni e delle Libertà).

Per Marine Le Pen, leader del RN, si tratta della prima sfida di alto profilo, dopo la sconfitta alle presidenziali del 2017 e il rinnovamento del partito avvenuto al congresso nazionale del 2018.

È un cambiamento di nome, ma anche di fatto: il RN, pur rimanendo fortemente euroscettico, non include più l’uscita dall’euro tra le priorità. Il programma si focalizza sulle questioni economiche, con una critica spietata alla politica economica neoliberale dell’UE e all’eccessiva liberalizzazione commerciale; dal punto di vista politico, difende la sovranità nazionale, proponendosi di cambiare l’Unione dall’interno.

Il suo punto di forza è la presenza capillare sui territori, soprattutto nelle periferie: sarà senz’altro utile a catalizzare il malessere diffuso, visto che i gilets jaunes sembrano incapaci di creare una proposta politica per le europee.

Il capolista per il RN sarà Jordan Bardella, giovane protagonista di una rapida ascesa nei ranghi del partito. Consigliere regionale nell’Île-de-France a soli vent’anni nel 2015, due anni dopo diventa direttore nazionale della giovanile del RN (Front National de la Jeunesse, attualmente Génération Nation).

L’Europe Insoumise (La France Insoumise)

Nel 2017, Jean-Luc Mélenchon, con La France Insoumise, si era reso protagonista di un’ascesa inaspettata alle presidenziali: al terzo posto, con 19,6%, aveva scavalcato agevolmente socialisti e repubblicani. Due anni dopo, Europe Insoumise si presenta alle elezioni del 26 maggio, ma non sembra più raccogliere così tanti consensi. In testa alla lista ci sarà Manon Aubry, ex portavoce di Oxfam in Francia e docente di diritti umani alla Sciences Po di Parigi.

La lista giocherà la sua campagna in una sfida diretta a LaREM. A marzo, Mélenchon ha inviato una lettera agli europei intitolata “Sortez des traités, stupides!” (“Abbandonate i trattati, sciocchi!”). Come Macron, Mélénchon chiama i cittadini a contribuire a una “rinascita” europea: questa, tuttavia, potrà avvenire solo dissolvendo l’UE e tornando a un’Europa delle nazioni, abbandonando un modello economico ultraliberale e nocivo per l’ambiente.

Il programma è apertamente euroscettico, contemplando una ridiscussione dei trattati e, qualora questa fallisse, l’uscita unilaterale dall’UE. Questo implica un ripensamento della postura internazionale francese: l’abbandono della NATO e dell’alleanza con la Germania alla guida dell’UE, che “umilia gli altri 26 Stati e isola la Francia dai suoi alleati naturali al sud”, e il riavvicinamento alla Russia.

Europe Insoumise, data all’8% da Politico, dovrebbe collocarsi nel GUE/NGL, il gruppo dei partiti di sinistra.

Les Républicains (LR)

Les Républicains è il principale partito di centro-destra. Tra i grandi sconfitti delle elezioni del 2017, fatica a riposizionarsi nel panorama politico. La scelta, per il momento, sembra essere quella di avvicinarsi alla destra dell’elettorato, in competizione diretta con il RN. La linea di Laurent Waquiez, leader del partito, non è condivisa da tutti, ed è ancor più problematica per LR, che include correnti pro-UE e moderatamente euroscettiche.

Lo scorso marzo, è stato annunciato il trio di candidati di punta, che dovrebbe rappresentare le diverse anime del partito. In cima alla lista c’è François-Xavier Bellamy, filosofo noto per essere ultra-conservatore, pro-vita e contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Dietro di lui, Agnès Evrien e Arnaud Danjean, più moderati e vicini al centro del partito.

Il programma della lista si colloca non lontano dal RN: sicurezza, immigrazione e protezionismo economico sono tra le priorità, insieme a proposte per riformare l’UE, riducendo i poteri della Commissione e ripristinando i controlli di frontiera tra gli Stati membri.

Una sinistra frammentata

Fino a tempi recenti, il Parti Socialiste sarebbe stata la forza principale a sinistra, ma oggi non è più così. Il mondo della sinistra è frammentato in molteplici liste e partiti minori e manca una personalità capace di unirli. Benoît Hamon, ex candidato presidente con il PS nel 2017, ha tentato invano di formare una coalizione a sinistra; si presenta con Génération.S, movimento “umanista, ecologista, europeista e femminista”.

 

Il leader dei socialisti, Olivier Faure, aveva inizialmente confidato ai suoi che si sarebbe candidato alla testa di una lista con il logo PS. Il 16 marzo, invece, ha annunciato ufficialmente l’alleanza con la lista Place Publique, movimento della società civile guidato dallo scrittore Raphaël Glucksmann, co-fondatore insieme all’attivista ecologista Claire Nouvian e all’economista Thomas Porcher.

Place Publique era stata lanciata a novembre 2018 con l’intento di riunire le forze di sinistra in un unico movimento; finora, oltre al PS, solo alcuni piccoli gruppi si sono uniti alla causa, mentre altri hanno mantenuto le distanze, soprattutto dopo l’annuncio dell’alleanza con i socialisti.

Nel complesso, la posizione di Place Publique è eurocritica, ma non euroscettica. Il movimento si batte per un’Unione più giusta, attenta all’ambiente e ai cittadini. Per questo, chiede una revisione degli accordi di libero scambio in base a nuovi “criteri ambientali, sociali e fiscali” che pongano “la politica commerciale al servizio della società”. Propone inoltre di restituire la voce ai cittadini aumentando i poteri del Parlamento Europeo ed estendendo il ruolo dei Parlamenti nazionali.

Il PS ha attualmente 7 deputati e appartiene al gruppo dei Socialisti e Democratici; secondo Politico, potrebbe perderne 2 alle elezioni di maggio.

Europe Écologie – Les Verts (EELV)

La lista dei Verdi si presenta alle europee guidata da Yannick Jadot, eurodeputato in carica. Attualmente, il partito è rappresentato da sei parlamentari nel gruppo europeo dei Verdi.

L’EELV ha rifiutato tutte le proposte di alleanza: da LREM alle liste di sinistra. Il partito ecologista francese, ovviamente, ha le politiche ambientali come priorità, con un approccio che ricorda, per alcuni versi, quello di Mélénchon. Secondo Jadot, infatti, la Francia dovrebbe impegnarsi a trasformare un sistema economico nocivo per l’ambiente e a proteggere le risorse economiche nazionali ed europee, promuovendo un approccio di “Buy European” (incentrato dunque sulla produzione locale). L’EELV è in particolare molto critico verso Emmanuel Macron, che non avrebbe dato seguito al suo impegno di “Make the planet great again”.

Tra le proposte di punta dell’EELV, c’è quella di un piano di “fiscalità ecologica” per finanziare la transizione degli Stati membri a un’economia verde, che coniughi protezioni ambientali e sociali. Il partito è inoltre favorevole all’istituzione di un’Agenzia europea dei rifugiati, come LREM, e alla riforma del regolamento di Dublino III.

Debout la France (DLF)

Debout la France, piccolo partito di destra, attualmente è dato al 6% secondo Politico. Il suo leader, Nicolas Dupont-Aignan, intende unire gli “eurorealisti” favorevoli a una “rivoluzione del buon senso”; la sua sfida principale è differenziarsi dal RN e dai Républicains in cerca di voti a destra.

Non è chiaro se riuscirà nel suo intento; per ora, il partito si è fatto notare per una candidata controversa, Emmanuelle Gave, finita su tutti i giornali per i suoi tweet razzisti. Gave è infine stata esclusa dalla lista.

DLF, che attualmente siede tra i Conservatori e Riformisti (ECR) nel Parlamento Europeo, propone di rafforzare il ruolo degli Stati membri nell’UE, abolendo la Commissione e riducendo drasticamente i contributi al bilancio comunitario.

Conclusioni

Stando alle previsioni di Politico, i partiti storici sembrano ormai avere ben poche speranze di recuperare il terreno, anche se i Républicains ambiscono a replicare il 20% ottenuto nel 2014. Con la sinistra in profonda crisi, la sfida principale sembra essere tra centro ed estrema destra – definizioni che sia Macron, sia Le Pen rifiutano. Ciò che è certo, però, è che il tema principale di questo scontro sarà l’Europa, questione su cui LaREM e il RN non potrebbero essere più in disaccordo.

 

Fonti e approfondimenti

Fabien Cazenave, « Européennes. Les Verts progressent selon les projections au Parlement européen », Ouest France, 04/03/2019

Fabien Cazenave, « Marine Le Pen à l’Emission politique : les 6 moments à retenir de son passage sur France 2 », Ouest France, 15/03/2019

Joel Cossardeaux, “Européennes: la gauche se disperse“, Les Échos, 26/02/2019

Joel Cossardeaux, “Yannick Jadot: ‘Macron se paye de mots et fait l’inverse de ce qu’il déclare‘”, Les Echos, 05/03/2019 

Julien Da Sois, « Elections européennes : Qui sont les têtes de liste en France ? », Cnews, 07/04/2019

Guillaume De Calignon, « Elections européennes : ce sur quoi Le Pen va faire campagne », Les Echos, 19/02/2019

Remy Dodet, “10 choses à savoir sur Manon Aubry, tête de liste des Insoumis aux européennes“, L’Obs, 18/12/2018

Pierre-Alain Furbury, « Européennes: Wauqiez tente de rassembler avec un trio », Les Echos, 29/01/2019

HuffPost-AFP, « Européennes 2019 : Mélenchon répond vertement à la lettre de Macron », 10/03/2019

Laurent Joffrin, “Européennes: Place publique et la désunion de la gauche“, Libération, 15/03/2019

Virginie Le Guay, “Européennes: Dupont-Aignan à la peine“, Paris Match, 08/03/2019

Le Monde-AFP, “Elections européennes 2019: Emmanuelle Gave écartée par Debout la France après des tweets controversés“, 21/02/2019

Le Point, “Le Front national change officiellment de nom“, 01/06/2018

John Lichfield, “France’s new two-party system: Center vs. Extreme”, Politico, 27/03/2019

Rym Momtaz, “Macron’s party unveils EU election list, with Loiseau in lead”, Politico, 26/03/2019

Gregoire Poussielgue, «Sondage exclusif Européennes : En Marche et le RN au coude à coude, LR se redresse », Les Echos, 28/02/2019

Benjamin Sportouch, « Emmanuel Macron: découvrez sa tribune ‘Pour une renaissance européenne’ », RTL, 04/03/2019

Toute l’Europe, « Elections européennes 2019 : quels candidats ? quelles stratégies ? », 01/04/2019

Sylvia Zappi, “Elections européennes: ‘Je suis à la tête d’une liste qui sera polyphonique’, dit Raphaël Glucksmann au ‘Monde‘”, Le Monde, 15/03/2019

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