Francia e Germania firmano il trattato di Aquisgrana: un nuovo inizio per la difesa Europea?

Trattato di Aquisgrana
@Geolina163 - Wikimedia Commons (CC BY-SA)

Lo scorso 22 gennaio, Francia e Germania hanno firmato nella città tedesca di Aquisgrana (in francese Aix-la-Chapelle e in tedesco Aachen) un nuovo trattato di cooperazione in materia di scambi, mobilità, difesa e politica estera.

In una città carica di significato sia per la Francia sia per la Germania, il presidente Emmanul Macron e la cancelliera Angela Merkel, ben 56 anni dopo il Trattato dell’Eliseo, hanno rinnovato la partnership franco-tedesca e sottolineato ancora una volta il ruolo centrale dei due Paesi nel contesto dell’Unione Europea.

Di fatto, la scelta della sede della firma del trattato (città della Renania settentrionale), non è stata casuale. Antica capitale dell’Impero di Carlo Magno, il quale ricopriva agli inzi del IX secolo d.C. gran parte del territorio odierno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea, Aquisgrana rievoca la volontà dei due Stati, non solo di consolidare la loro amicizia sorta dalle ceneri del secondo conflitto mondiale, ma anche di salvare  il progetto europeo dai venti sovranisti e populsti che ormai affliggono il continente.

Ovviamente,  il trattato di Aquisgrana non ha mancato di suscitare aspre critiche da parte degli oppositori di Macron.  Dai commenti più bizzarri, come quello di Bernard Monot, eurodeputato del partito Debout la France, il quale ha accusato il presidente francese di voler cedere Alsazia e Lorena alla Germania, a quelli più realistici di Jean-Luc Mélenchon di Parti de Gauche, che ha invece imputato all’accordo di favorire la competitività economica dei due Paesi a scapito delle tematiche ecologiche e sociali. Il trattato di Aquisgrana ha in realtà come unica colpa quella di aver scelto un tempismo tutt’altro che perfetto considerato il clima politico.

I contenuti del trattato

Il nuovo accordo si pone in linea di continuità col  trattato dell’Eliseo. Tra i suoi obiettivi, anche se formualti in linea molto generale, si elencano la volontà di creare un’area economica comune tra Francia e Germania, l’avvicinamento culturale tra Parigi e Berlino, la cooperazione tra le regioni di frontiera e l’allineamento dei due Stati in materia di politica estera. Ma ciò che senza dubbio rappresenta un’innovazione rispetto al vecchio trattato del 1963,  è l’inserimento di disposizioni in materia di difesa raggruppati sotto il capitolo dell’accordo “Pace, sicurezza e sviluppo“.

Aquisgrana, in realtà, non rappresenta il primo episodio di più stretta cooperazione tra i due Paesi in tale ambito. Già nel 1988, Francia e Germania, tramite un protocollo aggiuntivo al trattato dell’Eliseo, istituirono un consiglio  di difesa franco-tedesco, seguito poi dalla creazione della brigata franco-tedesca nel 1989 e ancora dalla fondazione dell’Eurocorps nel 1992. A quest’ultima aderirono successivamente anche Belgio, Spagna e Lussemburgo (Grecia, Italia, Polonia, Romania e Turchia sono invece Stati associati).

Il nuovo trattato mira a stabilire una cultura militare comune tra Francia e Germania, impegnando i due Paesi a estendere ulteriormente la loro cooperazione militare e ad attuare dei dispiegamenti di forze  congiunti. Viene inoltre fatto riferimento alla volontà dei due Stati di rafforzare la capacità d’azione autonoma dell’Europa.

Produzione e vendita di armamenti

Disposizioni importanti sono anche contenute in materia di esportazione e produzione di armamenti. Parigi e Berlino si impegnano a favorire la propria competitvità nel settore e a stringere ulteriormente la loro cooperazione per quanto concerne l’industria militare.

Francia e Germania sono infatti ingaggiate congiuntamente in diversi progetti di sviluppo di tecnologie e sistemi bellici, tra cui la realizzazione del “carro armato del futuro”, il quale andrà a sostituire per il 2035 gli attuali mezzi corazzati in uso presso le forze armate dei due Paesi (il Leclerc per la Francia e il Leopard per la Germania) e  di un nuovo sistema di combattimento aereo per il 2040 che prenderà il posto del Typhoon e del Raphael.

In tale contesto, il trattato di Aquisgrana prevede un maggiore allineamento dei criteri di esportazione di armamenti. Parigi e Berlino, di fatto, pur lavorando insieme a diversi progetti in ambito di produzione bellica, conducono di contro delle politice di export divergenti.

Il caso emblematico è quello della vendita di armi all’Arabia Saudita. In seguito all’omicidio di Jamal Khashoggi (probabilmente escogitato dal Principe saudita Mohammed bin Salman’), la Cancelliera Tedesca Angela Merkel ha invocato la sospensione delle esportazione di armamenti a Riad; iniziativa che non ha trovato l’eco della Francia, molto meno scrupolosa della Germania, almeno formalamente, quando si tratta di esportare prodotti della propria industria bellica.

Consiglio di Sicurezza ONU e mutua difesa

Altro punto fondamentale del trattato di Aquisgrana riguarda la volontà della Germania di divenire membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. A tal proposito, Marine le Pen, presidente del partito di estrema destra Rassemblement National, ha accusato Macron di voler condividere il seggio francese in seno all’organo ONU con la Germania. Ovviamente il trattato non prevede nulla di simile, ma semplicemente l’impegno di Parigi a dichiararsi favorevole rispetto a una tale eventualità; nessun tipo di rinuncia alla sovranità francese, né tanto meno la strombettata condivisione del seggio con Berlino.

Infine, entrambi i Paesi, nel caso di attacco armato, si impegnano a difendere i confini nazionali della controparte, fornendo assistenza con ogni mezzo disponibile, incluse le forze armate.

Questo nuovo impegno di mutua difesa potrebbe sembrare, a un primo sguardo, una mera ripetizione di quanto già previsto dall’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico (il Trattato istitutivo della NATO), il quale prevede l’applicazione del principio di sicurezza collettiva; vale a dire l’impegno a considerare ogni attacco militare contro uno degli Stati membri, come un attacco contro tutti gli Alleati, innescando l’immediata assistenza al Paese aggredito. Francia e Germania fanno entrambe parte della NATO, ma il fatto che nel documento di Aquisgrana sia stata inclusa una disposizione del genere (pur ribadendo gli impegni presi in seno alla NATO) costituisce un’assicurazione per entrambi i Paesi nel caso di una paralisi dell’Alleanza Atlantica. L’amministrazione Trump ha di fatto generato diverse tensioni all’interno della NATO, arrivando persino a dubitare apertamente del valore dell’alleanza per gli interessi strategici USA e destando dubbi (in particolare tra i membri più piccoli) sull’impegno USA in Europa.

Inserito in questo contesto e considerando anche l’ormai palese divergenza tra i Paesi dell’Unione Europea (Francia e Germania in primis) e gli Stati Uniti su diverse tematiche, l’accordo di mutua difesa inserito nel trattato di Aquisgrana potrebbe assumere un valore tutt’altro che simbolico. Parigi e Berlino si stanno impegnando quindi a costruire un meccanismo difensivo  alternativo alla NATO; un accordo di sicurezza tutto Europeo indipendente dall’ingombrante patrocinio di Washington. È questo il primo passo verso una maggiore cooperazione europea in ambito militare? Certamente l’accordo è stato stipulato solo tra Francia e Germania, ma il documento di Aquisgrana riafferma anche l’impegno di mutua difesa preso con il trattato sull’Unione Europea del 1992 e dichiara la volontà di rafforzare la capacità di azione autonoma dell’Europa.

Un calice amaro per l’Italia

Come già menzionato, il trattato di Aquisgrana ha scelto un momento politico burrascoso per la sua firma, rievocando più lo spauracchio dell’Europa a due velocità, piuttosto che focalizzare il dibattito su una maggiore autonomia europea in ambito di politica estera.

Ovviamente, e non per riproporre il solito binomio Italia-disfatta, la grande sconfitta appare essere proprio il Bel Paese, da sempre favorevole a una maggiore integrazione in ambito militare, ma ormai autoesclusosi dalle dinamiche europeiste. Si ricorda, infatti, che anche Roma e Parigi stavano lavorando a un accordo bilaterale al fine di favorire rapporti più stretti tra i due Stati latini, ossia il così detto Trattato del Quirinale; progetto stroncato dall’insediamento del nuovo Governo e dal drastico deterioramento delle relazioni tra Italia e Francia, ormai ai minimi storici. Sono forse gli slavi e gli ungheresi del gruppo di Visegrad un’alternativa valida a fancesi e tedeschi?

Fonti e Approfondimenti:

Le Monde Diplomatique, Les noces d’or du couple franco-allemand: https://blog.mondediplo.net/les-noces-d-or-du-couple-franco-allemand

La Nouvelle République, Quel contenu pour le traité franco-allemand  d’Aix-la-Chapelle signé mardi ? : https://www.lanouvellerepublique.fr/a-la-une/quel-contenu-pour-le-traite-franco-allemand-d-aix-la-chapelle-signe-mardi

Euractive, Five hidden virtues of the Treaty of Aachen: https://www.euractiv.com/section/future-eu/news/five-hidden-virtues-of-the-treaty-of-aix-la-chapelle/

Daily Finland, Franco-Germany treaty likely to boost multi-speed EU integration, leaving Italy behind: http://dailyfinland.fi/europe/8933/Franco-Germany-treaty-likely-to-boost-multi-speed-EU-integration-leaving-Italy-behind

Politico, Macron and Merkel’s treaty tests European nerves: https://www.politico.eu/article/emmanuel-macron-and-angela-merkel-franco-german-aachen-treaty-tests-european-nerves/

DefenseNews, France, Germany aim to unify their clashing weapons-export rules: https://www.defensenews.com/global/europe/2019/01/11/france-germany-aim-to-unify-their-clashing-weapons-export-rules/

Il Sole 24 Ore, Italia-Francia, avanti con il Trattato del Quirinale per «i nuovi obiettivi delle nostre relazioni» : https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-01-21/italia-francia-avanti-il-trattato-quirinale-i-nuovi-obiettivi-nostre-relazioni-123745.shtml

Eurocorps: https://www.eurocorps.org/about-us/contributing-nations/

NATO: https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_110496.htm

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