Gli altri partiti degli USA: Libertarian e Green

elezioni statunitensi
Copertina di Riccardo Barelli.

Solamente George Washington è diventato presidente degli Stati Uniti d’America senza essere affiliato ad alcun partito e mai un terzo partito ha avuto la meglio sui due schieramenti principali. Tuttavia, gli indipendenti e i partiti minori non sono forze politiche del tutto trascurabili nelle presidenziali statunitensi e in passato hanno rappresentato l’ago della bilancia in grado di determinare la vittoria di uno dei due candidati principali. Tra i partiti minori, il Partito libertario e il Partito verde meritano particolare attenzione.

Il Partito libertario e la sua candidata Jo Jorgensen

Il Libertarian party è stato fondato agli inizi degli anni ‘70. Il suo programma politico è fondato sul libertarianismo: si caratterizza per il forte antistatalismo, la volontà di escludere qualunque intervento statale in campo di welfare state, in particolare nel campo della salute pubblica e l’abolizione di ogni forma di tassazione generalista. Nonostante i risultati elettorali altalenanti, il Partito libertario nel corso degli anni è cresciuto e oggi è considerato il terzo partito di maggior successo negli Stati Uniti, dopo il Partito repubblicano e il Partito democratico.

Dalle presidenziali del 2016, in cui il candidato presidenziale Gary Johnson ha ottenuto il 3,3% dei consensi, molte cose sono cambiate per questo partito. Innanzitutto è stato raggiunto lo storico primo seggio al Congresso grazie alla scelta di Justin Amash di lasciare il Grand Old Party in polemica con la linea illiberale di Trump. In secondo luogo, la leadership del partito è passata dal blocco ex conservatore Johnson-Weld alla linea più purista di Jo Jorgensen e del vicepresidente designato Spike Cohen. Infatti, alle primarie del partito Jo Jorgensen, già candidata vicepresidente nel 1996, è stata scelta come candidata per le presidenziali 2020.

I punti centrali del programma di Jorgensen sono: la battaglia contro la sanità pubblica, la politica estera non interventista e la concreta utilità della liberalizzazione delle droghe. Anche la tutela dell’ambiente è un tema di fondamentale importanza per la sua campagna, volta a intercettare il consenso dei giovani.

La possibilità che Jorgensen vinca è molto remota, ma è possibile che la candidata libertaria ottenga complessivamente un risultato discreto, creando potenziali problemi a Trump o Biden.

Il Partito verde e il suo candidato Howie Hawkins 

Il Green Party (GPUS) è un partito giovanissimo: è stato fondato nel 2001, a seguito della scissione dell’Association of State Green Parties. Il partito promuove la green politics, rivolgendo particolare attenzione verso l’ambiente, la non violenza, la giustizia sociale, l’uguaglianza di genere e i diritti LGBT+.

I Verdi hanno attirato l’attenzione del pubblico durante le presidenziali del 2000, quando la squadra composta da Ralph Nader e Winona LaDuke ottenne il 2,7% del voto popolare. In quella occasione, Nader è stato attaccato da molti democratici che lo accusavano di aver contribuito al fallimento della candidatura di Al Gore, che perse l’elezione per una manciata di voti in Florida. 

Il candidato Verde per le presidenziali 2020 è uno dei suoi fondatori, Howie Hawkins. La candidata vicepresidente è Angela Walker, attivista per la giustizia sociale e sindacalista. Il fulcro della campagna di Hawkins è la sua proposta per un Green New Deal ecosocialista, che include un programma economico e ambientale.

Secondo la campagna di Hawkins, la Carta dei diritti economici può garantire lo sviluppo di programmi utili ad assicurare i diritti umani economici di base. Parallelamente, il programma di ricostruzione dell’economia verde promette di costruire un sistema di energia pulita al 100% entro il 2030, permettendo la sostenibilità di tutti i settori economici.

Rispetto ai risultati che spera di ottenere in questa elezione, Hawkins è realistico e considererebbe una grande vittoria arrivare a ottenere il 5%.

Verso novembre

A poche settimane dalle elezioni, il Partito libertario e il Partito verde stanno registrando un certo sostegno, seppur basso, nei sondaggi nazionali: i loro rispettivi messaggi attraggono una fetta di elettori frustrati dei partiti principali. Sebbene le percentuali raggiunte da questi partiti siano marginali, rispetto a quelle di Trump e Biden, è bene considerare che potrebbero influenzare comunque quella che, alla fine, potrebbe diventare un’elezione ravvicinata.

 

Fonti e approfondimenti

Ballot Access News, Jo Jorgensen Wins Libertarian Presidential Nomination on Fourth Vote: http://ballot-access.org/2020/05/23/jo-jorgensen-wins-libertarian-presidential-nomination-on-fourth-vote/

Green party US: https://www.gp.org/

Libertarian Party: https://www.lp.org/

Howie Hawkins: https://howiehawkins.us/

Reason.com, election 2020: Libertarian Presidential Contender Jo Jorgensen Wants To Combine Principle With Palatable Persuasion

https://reason.com/2020/05/21/libertarian-presidential-contender-jo-jorgensen-wants-to-combine-principle-with-palatable-persuasion/

The Guardian, US elections 2020

‘A big victory would be 5%’: Green party’s Howie Hawkins eyes progress: https://www.google.it/amp/s/amp.theguardian.com/us-news/2020/aug/14/howie-hawkins-green-party-interview-us-elections

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