Con 30 milioni di abitanti e una crescita che non accenna a rallentare, Delhi è oggi la seconda megalopoli al mondo dopo Tokyo. Ma mentre la popolazione di quest’ultima è in lento declino, il report The World’s Cities delle Nazioni Unite prevede che entro il 2030 Delhi sarà cresciuta di oltre 10 milioni di abitanti, superando Tokyo e aggiudicandosi il primo posto in classifica.
Due città in una
La città di Delhi è costituita da due parti: una più antica a nord, chiamata Vecchia Delhi (con circa 12 milioni di abitanti), e la capitale vera e propria a sud, Nuova Delhi (circa 18 milioni). La prima ha origini antiche: i primi riferimenti sono rintracciabili in uno dei più grandi poemi epici indiani, il Mahabharata. Parte della storia in esso contenuta si svolge infatti in una regione che comprende Indraprastha (“città di Indra”, dio guerriero della pioggia), costruita nel 1400 a.C. e capitale del regno guidato da uno dei protagonisti del poema. Il nome “Delhi” secondo la leggenda si riferisce a Raja Dhilu, re che governò la regione intorno al I secolo a.C. e fece edificare la parte della città che oggi ne costituisce la zona sud-occidentale. Fu lui stesso ad attribuirgli il proprio nome, che nel tempo fu storpiato più volte fino a raggiungere la forma attuale.
Nuova Delhi è stata edificata invece durante il periodo coloniale. Nel 1911 la Gran Bretagna decise di spostare la capitale, fino a quel momento Calcutta, a Delhi. Fu creata una commissione ad hoc per pianificare la nuova città, che venne costruita a sud di quella vecchia. Così, accanto a una città antica e caotica, caratterizzata da un intricato snodarsi di vicoli stretti e irregolari, sovraffollamento e costruzioni sorte l’una sull’altra, si progettò una città in perfetto stile coloniale: ampi viali costeggiati da alberi disposti ordinatamente in fila, una pianta rigorosamente geometrica, strade a doppie (o più) corsie. Una di queste strade taglia orizzontalmente la città, dividendola in due parti che col tempo hanno assunto caratteristiche precise: una dinamica zona commerciale-finanziaria a nord e un’area prevalentemente residenziale al sud.
Un magnete per gli Stati limitrofi
Nonostante le differenze tra le due componenti della città, entrambe sono accomunate da ritmi di crescita impressionanti, dovuti in parte ai massicci e costanti flussi migratori provenienti da altri Stati indiani. Tra tutti, primeggiano come luoghi d’origine delle migrazioni i limitrofi Stati dell’Uttar Pradesh (da cui proviene il 46% dei migranti indiani), del Bihar (13%) e dell’Haryana (10%). Nel 1947, all’indomani dell’Indipendenza, l’India contava appena 700 mila abitanti; in soli tre anni la popolazione è raddoppiata, arrivando a 1.4 milioni. Infatti, con l’indipendenza e la conseguente spartizione tra India e Pakistan migliaia di Hindu si riversarono a Delhi dal Pakistan, costituitosi come Stato prevalentemente musulmano.
Da allora la popolazione ha continuato a crescere costantemente, diventando in meno di quarant’anni 10 volte superiore rispetto agli anni Cinquanta. I flussi migratori non sono diminuiti, hanno solo diversificato nel tempo la loro provenienza, dando origine a insediamenti di specifiche comunità in alcune aree della città, come il quartiere Bengali o quello Punjabi. Nel corso degli anni Novanta il tasso di crescita della popolazione si è attestato al 47%, mentre nei primi dieci anni del 2000 è sceso al 21%; ciononostante, se si considerano i numeri a cui è arrivata la popolazione indiana si tratta comunque di cifre enormi in termini assoluti.
Parallelamente alla crescita demografica, anche quella economica mantiene ritmi elevati: negli ultimi cinque anni la città ha registrato un aumento del PIL dell’11%, raggiungendo i 121.45 miliardi di dollari nel 2020. Oltre al grande contributo dato dal turismo e dal settore immobiliare, Delhi ospita la più grande industria di latte del Paese, con una produzione di circa 5 milioni di litri al giorno. Altri settori che rendono la capitale particolarmente attrattiva dal punto di vista economico sono quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e l’industria del software, per la quale l’India è piuttosto rinomata. Tra le industrie con sede a Delhi, va infine menzionata quella farmaceutica. L’India è infatti il più grande fornitore di medicinali generici al mondo, e nella capitale hanno sede importanti compagnie come la Akums Drugs and Pharmaceuticals e la Nestor Pharmaceuticals.
Un settore sanitario in fermento
Sebbene la situazione sanitaria a livello nazionale non sia delle migliori, la capitale presenta standard più alti rispetto al resto del Paese. In previsione di un aumento del 12% della spesa sanitaria nei prossimi cinque anni, l’India sarà tra i dieci Paesi al mondo che investono di più in sanità. Recentemente, l’attenzione crescente verso il settore sanitario ha favorito il moltiplicarsi di iniziative volte a migliorarne le condizioni. Nel 2015 per esempio è stato lanciato a Delhi il progetto Mohalla Clinics, con l’obiettivo di fornire servizi sanitari di base nelle zone più svantaggiate. Garantendo un servizio costante e gratuito, l’iniziativa ha permesso di migliorare accessibilità e qualità delle cure per gran parte dei cittadini della capitale.
In totale la città ospita 95 ospedali, di cui circa un quarto pubblici. Negli ultimi anni, oltre a Mohalla Clinics, sono stati realizzati diversi interventi che hanno cercato di riformare il sistema sanitario della capitale. È stato eliminato qualsiasi tipo di costo nelle strutture pubbliche, così come i posti letto privati negli ospedali; il governo si è assunto il costo dei trattamenti per gli sfregiati con acido e le vittime di incidenti stradali; è in programma la costruzione di tre grandi ospedali per contribuire al raggiungimento dei 30.000 posti letto, obiettivo fissato dal governo nel 2015. Nonostante le inevitabili difficoltà di piani così ambiziosi, è innegabile che questo dinamismo crescente in campo sanitario ha un potenziale che, se ben sfruttato, apporterà benefici non indifferenti ai suoi abitanti.
Una strada verso la sostenibilità?
Delhi racchiude in sé le contraddizioni che caratterizzano ogni megalopoli, trovandosi ad affrontare le conseguenze di una crescita sfrenata a cui è difficile essere preparati – per di più in un Paese in via di sviluppo e segnato da profonde disuguaglianze come l’India. Una delle sfide più grandi riguarda l’inquinamento, della cui cattiva gestione Delhi viene spesso accusata. Raramente però si evidenziano gli sforzi che la città sta compiendo per un futuro più verde e pulito.
Secondo il report di Forests Survey of India l’estensione delle aree verdi in città è raddoppiata dal 2001 al 2011 – passando dal 10% al 20%. Si tratta di un intervento attuato nel quadro del Green Action Plan, un piano d’azione che prevede diverse iniziative ambientali volte a migliorare la vivibilità della città. L’anno scorso è stato lanciato un piano per migliorare la qualità dell’acqua del fiume Yamuna, affluente del Gange che attraversa la capitale: l’obiettivo è ridurne l’inquinamento del 90% entro il 2023. Ma l’interesse per il verde non è una novità per Delhi: il polmone verde della città, la foresta urbana detta “Ridge”, è stato dichiarato riserva forestale protetta nel 1993. Già negli anni Ottanta Indira Gandhi ne aveva promosso la protezione, in seguito alle richieste di alcuni studenti attivisti.
La strada è lunga ma Delhi sta mettendo in atto delle politiche che potrebbero aiutare a controbilanciare gli effetti distruttivi di una crescita sregolata. Diverse città dell’India l’hanno già presa come modello in vari ambiti, e non è detto che altre megalopoli al di fuori del Paese non facciano lo stesso. Il dinamismo e l’attività intensa di questa caotica città continuano a costituire una potente forza attrattiva, dimostrando come al di là di ogni contrasto la megalopoli di Delhi non smetta di esercitare il suo fascino.
Fonti e approfondimenti
R.B. Singh, Aakriti Grover, Sustainable Urban Environment in Delhi Mega City: Emerging Problems and Prospects for Innovative Solutions, 2015
IBEF, About Delhi: Information On Industries In Delhi, Economy, Growth & Geography
Circles of Sustainability, New Delhi, India
Economic and Political Weekly, AAP’s Health Policy Reforms in Delhi, 15/12/2018
Journal of Family Medicine and Primary Care, Mohalla Clinics of Delhi, India: Could these become platform to strengthen primary healthcare?, 2017
Editing a cura di Emanuele Monterotti