Elezioni legislative in Russia: conferme e novità

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Nel fine settimana tra il 17 e il 19 settembre, si sono tenute le elezioni legislative in Russia. Allo scadere del mandato di cinque anni, i cittadini si sono recati alle urne per rinnovare i 450 seggi della camera bassa dell’Assemblea federale russa, la Duma.

Il partito di governo, Russia Unita, ha vinto la competizione elettorale col 48% delle preferenze. Sebbene tale risultato gli abbia permesso di conquistare 320 seggi e, quindi, la maggioranza della camera bassa, questo ha registrato un calo di consensi di 5 punti percentuali rispetto al 2016. Di questo indebolimento ha beneficiato soprattutto il Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF) di Gennadij Zjuganov, passato dai 42 seggi della precedente legislatura ai 57 attuali.

Questi risultati non hanno contraddetto le previsioni degli analisti politici, che avevano già pronosticato la vittoria di Russia Unita. Tuttavia, i recenti sviluppi elettorali sono stati seguiti con particolare interesse per due motivi principali. 

Innanzitutto, sarà il parlamento appena formatosi ad accompagnare il Paese alle elezioni presidenziali del 2024. Grazie alla recente riforma costituzionale che ha modificato la norma relativa al limite dei quattro mandati presidenziali, Putin avrebbe la possibilità di ricandidarsi nel 2024 e, se vincesse, potrebbe rimanere in carica fino al 2036, arrivando a 36 anni di governo quasi ininterrotto. Lo scenario alternativo prevederebbe la nomina (ufficiosa) di un successore, da individuare all’interno della coalizione politica di maggioranza e probabilmente nella cerchia di fedelissimi del presidente, che potrebbe iniziare la transizione all’era post-putiniana. 

Il secondo motivo per cui questo passaggio elettorale è stato attentamente analizzato è il significativo calo di preferenze che Russia Unita ha subito dal 2018, e il conseguente reindirizzamento del consenso elettorale verso altre formazioni. 

La vittoria di Russia Unita e le misure del Cremlino per agevolarla

Sin dalla sua fondazione nel 2001, Russia Unita ha vinto tutte le elezioni parlamentari. Tuttavia, il partito ha perso molti consensi negli ultimi cinque anni e, ad aprile 2021, solo il 15% dei russi avrebbe votato per il partito di governo, secondo un sondaggio del Levada Centre.

Molti sono i motivi che hanno portato il partito a perdere terreno, in particolare a partire dal 2018. Il primo è indubbiamente la riforma dell’età pensionabile del 2018, che ha fatto salire quest’ultima di 5 anni sia per gli uomini che per le donne. Il secondo è la crisi economica dovuta principalmente all’inflazione. Giacché all’aumento dei prezzi non ha fatto seguito un uguale aumento dei salari, le condizioni di vita della popolazione sono sensibilmente peggiorate. Il tracollo economico dovuto alla pandemia di Covid-19 ha, poi, acuito ulteriormente questa situazione. Inoltre, l’inadeguatezza del sistema sanitario, messo in ginocchio da tagli e mancati investimenti, nell’affrontare l’emergenza sanitaria legata alla pandemia ha contribuito ad alimentare la sfiducia dei russi nel partito di governo. 

Infine, l’arresto di Aleksej Naval’nyj, uno dei più noti oppositori di Putin, ha dato un’ulteriore spinta a una parte dell’elettorato ad allontanarsi da Russia Unita. Accusato di aver infranto ripetutamente le condizioni imposte da una condanna del 2014, Naval’nyj è stato processato e condannato in tempi record, con grande sgomento di una parte della popolazione russa, che è scesa in piazza a protestare in diverse città ricevendo grande risonanza mediatica. 

Per garantire la stabilità politica interna, l’esecutivo sembra aver agevolato la vittoria di Russia Unita, ponendo limitazioni importanti sia alle opposizioni che ai media. Subito dopo l’approvazione, a inizio estate, della legge che vieta ai membri di organizzazioni definite “terroristiche” di partecipare alle elezioni, il Tribunale di Mosca ha giudicato tale la Fondazione Anticorruzione (FBK) di Naval’nyj. Così, a seguito della sentenza, l’organizzazione ha sensibilmente ridotto tutte le sue attività, le liste del partito fondato da Naval’nyj, Russia Futura, sono state escluse dalla competizione elettorale, e Naval’nyj stesso non potrà candidarsi a ricoprire nessuna carica legislativa per i prossimi 5 anni. Anche il candidato comunista Pavel Grudinin, noto imprenditore agricolo che aveva sfidato Putin alle presidenziali del 2018 come candidato del KPRF, è stato escluso perché accusato dalla commissione elettorale nazionale di avere conti offshore.

I media russi hanno principalmente mantenuto la loro narrazione incentrata su Russia Unita mentre le informazioni sugli altri partiti sono state silenziate. Alcuni giornalisti e quotidiani online, che ricevono finanziamenti internazionali, sono stati colpiti dalla cosiddetta legge sugli “agenti stranieri”. Accusati di promuovere gli interessi di organizzazioni straniere sul territorio russo, questi sono stati classificati come “agenti stranieri” dal Ministero della Giustizia e inseriti in apposite liste. Anche l’app creata da FBK per aiutare gli elettori a seguire la strategia del cosiddetto “voto intelligente” – ossia scegliere le persone candidate con più possibilità di successo contro Russia Unita, senza incappare in candidature di “falsa opposizione” (quindi legate, in realtà, all’esecutivo) –  è stata rimossa dagli store online dalle autorità russe per “interferenza elettorale”

Infine, nelle giornate di venerdì 17 e sabato 18, perfino l’introduzione del voto elettronico online  ha indebolito il controllo pubblico sulle operazioni di voto. Questa misura – ufficialmente adottata per limitare la diffusione del Covid-19 e facilitare la partecipazione popolare – avrebbe agevolato la realizzazione di brogli elettorali in favore di Russia Unita, secondo i leader delle opposizioni. A loro avviso, queste sono state le elezioni meno libere da quando Putin è al potere e i brogli elettorali, online e offline, si sono susseguiti tutti i giorni di voto. 

L’ascesa del Partito Comunista della Federazione Russa

La vera sorpresa di queste elezioni è stato il KPRF di Gennadij Zjuganov, passato dal 13% al 19% delle preferenze negli ultimi 5 anni. Nato dalla volontà di creare una società socialista, basata su giustizia sociale, libertà, uguaglianza e collettività, il partito è stato fondato alla dissoluzione dell’URSS come erede ideologico del Partito comunista della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. 

Da 1993, il Partito Comunista della Federazione Russa è stato fortemente legato alla figura di Zjuganov, che si era distinto in epoca sovietica per la dure critiche alle riforme promosse da Gorbachev. Sin dalla sua fondazione, il KPRF ha rappresentato la principale opposizione parlamentare e politica ai governi di Boris Yeltsin e Vladimir Putin. Tuttavia, dall’avvento di Putin nel 2000, il suo ruolo è stato molto ridotto.

Vari fattori hanno influenzato il risultato positivo del KPRF alle ultime elezioni. Sicuramente, il rinnovamento della classe politica dirigente, con l’inserimento di giovani dalle idee propulsive e più radicali (come l’introduzione della tassazione progressiva per la riduzione delle differenze fra ricchi e poveri), ha favorito il riavvicinamento del Partito comunista a una parte della popolazione. Il KPRF, infatti, ha avuto il merito di saper intercettare sia i malumori e la sfiducia nei confronti della politica, che le crescenti preoccupazioni economiche della cittadinanza russa

Infine, il partito di Zjuganov potrebbe aver beneficiato anche della strategia del “voto intelligente” di Naval’nyj, essendo stato indicato come uno dei partiti d’opposizione con più possibilità di arginare Russia Unita. Sebbene l’app di Naval’nyj sia stata bloccata, infatti, il KPRF potrebbe esser stato avvantaggiato dalla strategia del “voto intelligente” promossa offline dall’FBK sia in occasione di queste elezioni legislative, che delle precedenti elezioni locali.

Forte del risultato elettorale, subito dopo la chiusura dei seggi, Zjuganov ha denunciato i brogli elettorali e ha annunciato di non riconoscere l’esito del voto elettronico. 

Quali scenari?

Sebbene la popolarità di Russia Unita sia uscita ridimensionata da queste elezioni, gli equilibri parlamentari e politici restano, per ora, piuttosto stabili. I brogli elettorali hanno permesso al partito di ottenere la maggioranza assoluta in parlamento e anche sul territorio questo resta forte soprattutto grazie al solido consenso di Putin. 

Le ombre dell’incertezza si allungano, quindi, sullo sviluppo degli equilibri politici nei prossimi anni dentro e fuori dal dibattito parlamentare, data l’incognita intorno alla candidatura di Putin alle elezioni presidenziali del 2024. Pertanto, sarà interessante analizzare, già a partire dai prossimi mesi, l’evolversi della dialettica politica, soprattutto in relazione agli sviluppi interni che interesseranno Russia Unita e il Partito comunista.

 

Fonti e approfondimenti

BBC News, “Russia Election. Putin’s Party Wins Election Marred by Fraud Claims”, 20/09/2021.

Gel’man, Vladimir, “Elections, Russian Style: The Menu of Manipulations à la Carte”, ISPI, 30/08/2021.

Tafuro Ambrosetti, Eleonora, “Tre considerazioni sulle elezioni in Russia”, ISPI, 20/09/2021.

Tafuro Ambrosetti, Eleonora, “Elezioni in Russia: nessuna opposizione a Putin”, ISPI, 17/09/2021.

The New York Times, “How Russian Officials “Manage” Elections with Deceitful Tactics”, 17/09/2021.

 

Editing a cura di Elena Noventa

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