Domenica 13 settembre, 41 degli 85 soggetti federali della Russia sono andati alle urne in quello che viene chiamato il “giorno unico delle elezioni” (in russo, единый день голосования). Attraverso tutto il territorio russo, sono diversi i tipi di elezioni a essersi alternate. In tutto, sono stati eletti 18 governatori di soggetti federali, 11 parlamenti (“Dumy”) regionali e 22 assemblee legislative (“Dumy”) municipali. Questo evento ha messo in luce una serie di dinamiche.
La Federazione Russa e le elezioni regionali
Il sistema elettorale russo è estremamente complesso. Ha subito importanti variazioni nel corso della breve storia della Federazione Russa ed è soggetto a meccanismi di controllo molto forti, che abbiamo visto riproporsi anche nelle circostanze eccezionali causate dalla pandemia di Covid-19.
Non mancano poi sostanziali differenze transregionali. Nella maggioranza degli 85 soggetti federali, il governatore viene eletto tramite voto popolare: i cittadini eleggono in maniera diretta sia il governatore che il nuovo parlamento. Invece in due soggetti federali minori – l’okrug di Nenec e l’oblast’ di Khanty-Mansy – i cittadini eleggono solo i deputati della Duma regionale, i quali a loro volta andranno a nominare il governatore del soggetto federale. Vi sono inoltre normative differenti sulle modalità e sulle tempistiche di voto, nonché sulle limitazioni ai candidati. Questa situazione, insieme a meccanismi di controllo centrale sia giuridici che informali, rende molto difficile tracciare un quadro omogeneo delle elezioni locali del Paese più grande del mondo, creando terreno fertile per ambiguità che è complicato monitorare allo stesso modo a livello nazionale.
Tradizionalmente, le elezioni dei governatori regionali hanno scarso scontro politico e vengono considerate alla stregua di un iter burocratico. Inoltre, negli ultimi anni, si è rafforzata la tendenza da parte dei candidati pro-Cremlino di “allontanarsi” dal loro partito (spesso Russia Unita, ma anche il Partito Liberal-democratico Russo e Russia Giusta), in una sorta di processo di “de-brandizzazione”. Preferiscono infatti presentarsi come indipendenti, a causa del calo dell’indice di gradimento popolare verso quelle formazioni.
Per questo motivo, il leader di opposizione Aleksey Naval’niy ha ideato insieme al suo Fondo Anti-Corruzione la strategia del “voto intelligente”. Essa consiste nell’indicare i candidati realmente indipendenti, e presumibilmente di opposizione, impegnandosi in grandi campagne per spingere i cittadini al voto.
Le scorse elezioni
Le scorse elezioni regionali hanno avuto un peso mediatico e politico esiguo, in quanto i soggetti federali maggiori erano andati al voto l’anno scorso, e al momento il dibattito pubblico si concentra sulle proteste in Bielorussia e sull’avvelenamento di Naval’niy. Tuttavia, ci sono stati alcuni risultati degni di nota.
Come ci si aspettava, la maggioranza pro-Cremlino è stata rieletta in tutti gli 11 parlamenti regionali. Ciononostante, in termini relativi, il supporto per Russia Unita continua il suo trend discendente, registrando risultati peggiori rispetto alle ultime elezioni legislative. Nella regione di Novosibirsk, Russia Unita ha ottenuto la maggioranza “solo” in 27 delle 32 circoscrizioni.
Novosibirsk ha fatto molto scalpore anche per quanto riguarda le elezioni municipali. Infatti, è questo il terreno in cui è più evidente il drastico calo di Russia Unita. Nella Duma municipale di Novosibirsk – la terza città più grande del Paese – Russia Unita detiene ora meno della metà dei seggi. I candidati dell’opposizione, supportati dalla strategia di “voto intelligente” di Naval’niy, hanno ottenuto risultati significativi. Lo stesso vale per le città di Tomsk e Tambov. Il “voto intelligente” aveva già avuto grande successo nelle elezioni regionali dello scorso anno a Mosca e San Pietroburgo, e si riconferma come una strategia potenzialmente vincente. Il calo di fiducia e supporto nei confronti delle fazioni pro-Cremlino si è riflesso anche nell’affluenza sensibilmente minore rispetto alle scorse elezioni, sia alle elezioni delle varie assemblee legislative che a quelle dei governatori.
Il “voto anticipato”: una strategia per assicurarsi i brogli?
A questo proposito, bisogna sottolineare un ulteriore elemento: il cosiddetto “voto anticipato” è stato la grande novità di quest’anno. Nonostante il suo nome, il “giorno unico delle elezioni” non è stato affatto unico e tanto meno è cominciato il 13 settembre. Infatti, facendo richiesta presso le autorità locali di riferimento, i cittadini hanno potuto votare a partire da venerdì 11 settembre, facendosi consegnare il plico a casa da autorità amministrative oppure recandosi in anticipo nei pressi dei seggi elettorali.
Questa strategia, promossa per evitare assembramenti in ottemperanza alle norme contro il Covid-19, ha ovviamente generato polemiche. Infatti, poteva diventare terreno fertile per brogli e irregolarità, che non sono certo una novità nelle vicende elettorali russe. Molti osservatori elettorali indipendenti, in seguito alle elezioni, hanno confermato questo sospetto.
Alcuni analisti hanno anche sottolineato un dato significativo: l’affluenza al “voto anticipato” è stata molto maggiore rispetto all’affluenza del 13 settembre per le elezioni per i governatori e per le Dumy regionali, mentre non c’è stata differenza fra “voto anticipato” e 13 settembre nelle elezioni municipali delle capitali dei soggetti federali. Analizzando i risultati di Russia Unita, è evidente che laddove vi è stata più affluenza nel “voto anticipato”, il partito pro-Cremlino ha avuto risultati nettamente migliori. Gli analisti ipotizzano dunque una correlazione fra questo successo ed eventuali brogli, facilitati dalla dimensione “privata” del “voto anticipato”.
Cosa possiamo concludere?
Secondo molti, queste elezioni sono state un interessante test per le prossime elezioni della Duma di Stato, che si terranno nel 2021 e avranno grande importanza. Ciò che si può concludere, ad oggi, è l’evidente calo di popolarità di Russia Unita e degli esponenti direttamente riconducibili al Cremlino, mentre si registra una fiducia sempre maggiore negli esponenti dell’opposizione e nelle strategie indicate dai loro leader. Sebbene questi dati siano importanti per captare i trend emergenti all’interno della società russa, non sono sufficienti per prevedere o ipotizzare cambiamenti a livello istituzionale. I meccanismi di controllo, specialmente quelli fraudolenti, assicurano a Putin e ai suoi emissari un saldo controllo delle istituzioni che non accenna a essere scalfito.
Fonti e approfondimenti
Turchenko M., “Unpacking the results of the Russian elections of Sept. 13″, Riddle, Settembre 2020
Franceschelli M. C., “Regionali in Russia: cosa guardare nel “giorno unico delle elezioni”, AffarInternazionali, Settembre 2020
1maps, “Выборы 13 сентября 2020 года в России”, Settembre 2020
Andreychuk S., “A Quick Guide to Russia’s Elections on Sept. 13″, Riddle, Settembre 2020