L’Accordo di Parigi, la storia del patto raggiunto alla Cop21

Cop21 Parigi. Fonte: United Nations Photo (Flickr.com) CC BY-NC-ND 2.0

Il 22 aprile 2016 al palazzo di vetro di New York, 175 paesi hanno firmato l’Accordo di Parigi raggiunto alla Cop21 nel dicembre 2015.

Ci sono voluti più di 23 anni di lavori e, alla ventunesima “Conference Of the Parties” (conferenza delle parti), si è giunti ad un patto fondamentale per la riduzione della Co2 in tutto il mondo.

È un momento storico ma è necessario muoversi rapidamente”, ha detto il segretario generale dell’ONU Bank Ki-moon. Per la prima volta sono presenti al tavolo delle trattative Cina e Stati Uniti, i principali inquinatori della terra. Infatti solamente gli USA contribuiscono al 36,2% dell’emissioni mondiali.

Che cos’è la Cop21?

La XXI “Conferenza delle Parti” (Cop21) è stata organizzata dalla “Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici” (UNFCCC).

L’obiettivo è quello di ridurre il surriscaldamento terrestre, moderando le emissioni di biossido di carbonio cosicché si possa mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi e compiere ulteriori sforzi per limitarlo a 1,5 gradi.

Questo, almeno, è quanto raggiunto dall’Accordo di Parigi. Un accordo storico che prevede, all’articolo 8 del testo, finanziamenti destinati a paesi in via di sviluppo che devono affrontare cambiamenti climatici irreversibili.

I numeri dell’Accordo di Parigi

Un’intesa fondamentale è stata firmata da 175 leader mondiali, un vero e proprio record, in quanto nei 23 anni che hanno preceduto COP21 nessun accordo era stato così fortemente voluto: è dal “Summit sulla terra” di Rio de Janeiro del 1992 che le Nazioni Unite stanno tentando di regolamentare gli eccessi e le emissioni di gas serra.

Lo scopo era quello di stabilizzare l’inquinamento atmosferico tra il 1990 e il 2000, obbligando i governi a perseguire un obiettivo non vincolante di “prevenire interferenze antropogeniche pericolose con il sistema climatico terrestre”.

La storia delle Conferenze delle Parti

Gli Stati firmatari decisero di riunirsi annualmente in una Conferenza delle Parti con lo scopo di valutare i progressi e gli obiettivi da fissare. La prima conferenza Cop1 si tenne a Berlino nel 1995 dove i Paesi in via di sviluppo furono comunque esentati da obblighi vincolanti.

Questo sulla base del principio delle “responsabilità comuni, ma differenziate” della carta di Rio, sebbene si ipotizzasse che questi stati sarebbero diventati i più grandi emettitori di gas serra nei 15 anni successivi.

La conferenza più importante della storia del diritto ambientale è la Cop3 di Kyoto nel 1997, un vero e proprio successo mondiale che, dopo accesi dibattiti e lunghe negoziazioni, portò alla firma del Protocollo di Kyoto che prevedeva la riduzione dell’emissioni di gas serra del 6-8% rispetto al livello del 1990, da raggiungere entro il 2008-2012.

Dopo poco più di 2 anni, più di 120 Paesi avevano aderito al trattato, ma l’accordo è entrato in vigore solo nel 2005, anno in cui è stato adottato e ratificato dal parlamento russo. Gli Stati Uniti hanno firmato il protocollo ma non lo hanno mai ratificato a causa di divergenze con i Paesi in via di sviluppo che, secondo gli americani, avrebbero aumentato le proprie emissioni del 20%.

Nel 2009 la COP15 di Copenaghen prevedeva aiuti ai Paesi emergenti da parte di quelli più avanzati, per sviluppare energia rinnovabili e l’impegno a contenere entro i 2°C l’aumento di temperatura della terra. Questo è stato un grosso passo avanti e una vera e propria base verso l’accordo di Parigi.

Il primo atto e il futuro

Il primo leader a firmare il documento di Cop21 è stato il presidente francese Françoise Hollande. Durante l’occasione affermò che “l’umanità può scegliere se migliorare o danneggiare il mondo”.

La firma è solo il primo atto, perché il trattato, per entrare in vigore nel 2020, dovrà essere ratificato da almeno 55 paesi che rappresentano il 55% delle emissioni mondiali dei gas serra.

Il trattato però è non vincolante e lascia troppa libertà agli stati firmatari, senza bandire i combustibili fossili. L’accordo di Parigi potrebbe essere un’ultima chiamata al salvataggio della terra, sempre più sfruttata e avvelenata dall’uomo.

Fonti e approfondimenti

List of Parties that signed the Paris Agreement on 22 April, un.org

Editoriale, The Guardian view on the UN climate change treaty: now for some actionThe Guardian, 24 aprile 2016

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