Le sfide internazionali del governo italiano: l’Africa

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

La lotta al terrorismo e la questione migratoria sono argomenti ricorrenti nella retorica di Lega e Movimento 5 Stelle, i due gruppi politici che hanno optato per la strada della collaborazione volta alla formazione del nuovo Governo Conte. Non sono argomenti nuovi per l’Italia, anzi, ormai da anni parte della propaganda della maggioranza dei partiti si gioca proprio su tali tematiche. Queste rappresentano anche una delle sfide che il governo dovrà  ad affrontare nei prossimi mesi, quando si troverà a discutere di Africa.

L’Africa è considerata dall’Italia, ormai da tempo, tanto vicina quanto lontana, ed i Governi che si sono succeduti hanno spesso dimenticato il suo potenziale. Negli ultimi anni però si è assistito a un incremento delle relazioni, diplomatiche, politiche ed economiche grazie, per esempio, alla Prima Conferenza Ministeriale Italia-Africa del 2016 e al grande spazio lasciato ai leader del Continente africano durante il Summit G7 di Taormina.

 

I. La missione nella Repubblica del Niger

L’Italia partecipa a varie missioni attive nel continente africano, guidate dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite. Nel gennaio di quest’anno, Governo e Parlamento hanno collaborato per l’approvazione del documento riguardante le missioni internazionali a cui l’Italia si impegna a partecipare dall’inizio del 2018. L’attenzione è ricaduta sulla “Missione Bilaterale di Supporto nella Repubblica del Niger”, con un costo previsto di circa 50 milioni di euro, 30 dei quali stanziati dal Governo Gentiloni e 20 che dovranno essere erogati dal Governo Conte. La Missione si occupa formalmente del contrasto ai traffici illegali (soprattutto di esseri umani) e alle minacce alla sicurezza, e prevede una stretta collaborazione con le forze di sicurezza nigeriane per il controllo delle frontiere. L’idea su cui si basa la Missione è “l’esternalizzazione della sicurezza”, e la possibilità di controllare da vicino, ma fuori dai confini libici, i flussi migratori diretti verso l’Italia.

 

2. Missioni in Somalia, Repubblica Centroafricana, Gibuti e Mali

Queste missioni hanno l’obiettivo di osteggiare criminalità e terrorismo, collaborando con le forze di sicurezza locali, dovendo a volte supplire alla mancanza di un’efficace presenza del governo locale sul territorio. Non a caso, alcuni degli Stati che ospitano le missioni sono nella lista dei Paesi da cui provengono i migranti che arrivano in Italia.

Se uno degli obiettivi principali del nuovo Governo è davvero la gestione dei flussi migratori, si consiglia di proseguire sulle linee segnate in precedenza, senza abbandonare le missioni di cui si è parte, e procedendo con piani di cooperazione allo sviluppo nonostante l’opposizione di Salvini, che teme che la crescita economica locale possa fornire i mezzi per affrontare il viaggio verso l’Europa.

 

3. Le relazioni UE-Paesi africani e la centralità italiana

Nell’agenda del nuovo governo va inserito un memorandum: nel 2020, l’accordo di Cotonou – che dal 2000 regola le relazioni tra l’Unione Europea e i paesi ACP (Africa, Caraibi, Pacifico) – arriverà al termine del suo periodo di efficacia. Per questo motivo l’Europa si troverà a dover rinegoziare tutti i punti dell’accordo. L’Italia, che negli ultimi anni ha spesso svolto la funzione di “ponte” tra Europa e Africa, può lavorare per crearsi ampio spazio nel sistema di trattative, e promuovere contemporaneamente relazioni multilaterali e bilaterali con i paesi africani, così da incentivare rapporti economici, diplomatici e culturali più profondi.

 

In conclusione, la sfida del nuovo Governo starà nel proseguire, e magari anche migliorare, un percorso già iniziato che si sviluppi sulla base della cooperazione paritaria. La scelta di Enzo Moavero Milanesi come Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – figura più tecnica che politica – può essere  considerata un segnale della volontà di perseguire questo obiettivo, anche se nominare un esperto di diritto comunitario può far dedurre quali punti, in politica estera, verrano considerati prioritari.

 

 

Fonti e Approfondimenti:

Dossier  –  Autorizzazione e proroga missioni in ternazion ali 2018

ISPI  – Missione italiana in Niger: prime riflessioni

ISPI  –  Rischi e opportunità della missione militare in Niger

Affarinternazionali  –  Governo Conte: quale politica di difesa per l’Italia

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