Midterm elections: Dean Heller sopravvivrà all’ondata democratica?

Le elezioni di metà mandato si avvicinano e la sfida per il Senato nel Nevada diventa sempre più determinante. Nel primo articolo vi avevamo introdotto alla situazione attuale dello stato. Oggi, e nel prossimo appuntamento, offriremo un focus sui due candidati, analizzandone i precedenti politici e le proposte che intendono mettere in pratica nel caso venissero eletti. Cominciamo da Dean Heller, l’incumbent (senatore in carica) del Partito Repubblicano tra i più a rischio del suo schieramento.

Inizi e formazione politica

Nato a Castro Valley, in California, da padre e madre di umili estrazioni, Dean Heller si trasferisce all’età di nove mesi a Carson City con la famiglia. Laureatosi in economia aziendale, con specializzazione in finanza e sicurezza, inizia la sua attività politica nel 1990 all’interno dell’Assemblea del Nevada, per diventare poi nel 1994 Segretario di Stato del Nevada ed essere rieletto per la stessa carica nel 1998 e ancora nel 2002. Nel 2006 si candida alle primarie repubblicane per accedere al congresso, stracciando la concorrenza.

Nel 2011 annuncia ufficialmente di voler correre per la poltrona di senatore degli Stati Uniti dopo che l’incumbent repubblicano John Ensign aveva rassegnato le dimissioni a seguito di uno scandalo sessuale. Il governatore del Nevada, Brian Sandoval, lo sceglie per portare a termine il mandato di Ensign. Heller si candida per un mandato completo nel 2012 e, nelle elezioni, affronta e sconfigge di misura (un solo punto percentuale di scarto) la deputata democratica Shelley Berkley.

Il periodo da senatore

Durante l’amministrazione Obama sono stati diversi i momenti di frizione tra lui e il presidente. Nel 2010 Heller ha criticato Obama per aver utilizzato Las Vegas come sinonimo di wasting money, spreco di denaro, dichiarando che “il Nevada ha una delle economie più in difficoltà nel paese” e che “il presidente si è concentrato poco sulla creazione di posti di lavoro nell’ultimo anno.” Lo scontro è poi andato avanti sul Dream Act, un disegno di legge arrivato al Congresso nel 2001, mai approvato e riportato in auge da Obama, il cui scopo era creare un percorso per far ottenere la cittadinanza agli immigrati irregolari arrivati negli Stati Uniti da bambini. Heller fu uno dei più accaniti contrari. Posizioni più vicine all’amministrazione, invece, emersero a proposito dell’iniziativa del presidente Barack Obama di normalizzare le relazioni con Cuba, prendendo anche parte a una delegazione bipartisan andata all’Avana.

Un ultimo accenno va fatto alla politica sulle armi. La National Rifle Association (NRA), la più potente lobby delle armi americana, diede il suo endoresment a Heller per la corsa al Senato degli Stati Uniti nel 2012; NRA che, dal 1998 al 2016, ne ha finanziato le campagne elettorali per un ammontare di circa 122 mila dollari. Nella campagna del 2012 per il senato ha svolto un comizio in un negozio di armi a Las Vegas e nel 2013 ha votato contro la legislazione per limitare la diffusione delle riviste tematiche, per rendere più difficili comprare le armi d’assalto e per estendere i controlli di background sulle vendite di armi da fuoco agli show in merito.

Il rapporto con The Donald

“Sono al 100% contro Hillary Clinton e al 99% contro Trump”. Basterebbe questa affermazione per descrivere il rapporto tra l’incumbent e il presidente repubblicano, se non fosse che dall’affermazione di Heller molto è cambiato. Durante la campagna del 2016 il senatore del Nevada affermò di essere “fortemente contro” Trump e che il tycoon “denigra gli esseri umani”, lasciando intendere che non avrebbe votato per lui, anche se in seguito ha dichiarato di averlo fatto.

(© Gage Skidmore)

Il più grande terreno di scontro tra i due è stato il tentativo di abolizione dell’Obamacare da parte di Trump, che avrebbe eliminato gradualmente l’espansione di Medicaid. Quel pezzo della legge del 2010 sul sistema sanitario aveva infatti aumentato la copertura assicurativa per le persone a basso reddito in Nevada. Trump si era detto “preoccupato” per il voto di Heller, spingendolo più volte a sostenere l’abrogazione. In una battuta il presidente si rivolse a Heller dicendo “Vuole restare senatore, vero?”. 

A seguito della minaccia, stando alla Cnn, Heller ha cambiato opinione anche se ha proposto una misura più soft per l’abrogazione rispetto a quella tycoon. Misura che, in ogni caso, si è arenata dopo il voto del Congresso. Nel marzo 2018 Trump ha appoggiato la ricandidatura al senato di Heller, convincendo il principale sfidante Danny Tarkanian ad abbandonare la corsa. Recentemente Heller si è nuovamente scontrato con Trump a proposito del tentativo di riapertura del deposito di scorie nucleari di Yucca Mountain, mentre ha sostenuto in tutto e per tutto la politica contro l’immigrazione portata avanti dall’amministrazione.  “Abbiamo iniziato- ha detto recentemente Trump – che lui non mi piaceva e io non piacevo a lui. Abbiamo combattuto, combattuto e ancora combattuto e, che ci crediate o no, abbiamo iniziato a rispettarci, poi abbiamo iniziato a piacerci e siamo finiti per amarci l’un l’altro.”

Possibilità di vittoria

Oltre a tutti gli svantaggi che un incumbent ha già di per sé, Heller è a rischio anche per altri motivi. Egli è, infatti, una matricola relativamente poco conosciuta negli Stati Uniti,  vincitrice nella sfida con la democratica Shelley Berkley nel 2012 per un solo punto percentuale. Oltre a ciò, Heller è un conservatore moderato e questa sua caratteristica l’ha fatto più volte finire sotto le accuse degli intransigenti sostenitori di Donald Trump, oltre ad avere con il Presidente, come visto prima, una relazione piuttosto complicata. Non va poi dimenticato che, nelle elezioni del 2016, il Nevada, che per vent’anni è stato continuativamente repubblicano, aveva consegnato la vittoria dello stato a Hillary Clinton. Questo anche a causa  del numero consistente di popolazioni suburbane e ispaniche, di cui il Nevada è pieno e che generalmente rifiutano le politiche del tycoon in materia di muri e di smantellamento del sistema sanitario. Tutti questi fattori mettono a serio rischio la permanenza di Dean Heller sulla poltrona da senatore.

Nell’ultimo articolo analizzeremo la candidata democratica Jacky Rosen.

Fonti e approfondimenti:

Midterm Elections: occhi puntati sul Nevada

Midterm Elections: come complicare la vita ad un presidente

https://www.deanheller.com/meet-dean/

https://www.vox.com/policy-and-politics/2018/9/3/17800588/2018-midterm-elections-senate

https://www.vox.com/policy-and-politics/2018/6/11/17286122/nevada-senate-midterms-2018-heller-rosen

https://www.cnbc.com/2018/09/20/trump-holds-rally-in-nevada-to-endorse-dean-heller-over-jacky-rosen.html

https://www.irishtimes.com/news/world/us/us-midterm-elections-the-stakes-are-high-in-swing-state-nevada-1.3562946

Be the first to comment on "Midterm elections: Dean Heller sopravvivrà all’ondata democratica?"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: