Relazioni USA-Filippine a rischio: Duterte fa la voce grossa e apre ai cinesi

Un meeting tra Trump e Duterte
@Karl Norman Alonzo @Robinson Niñal Jr. - Wikimedia Commons - Public Domain

Era il 1992 quando, successivamente  al crollo dell’Unione Sovietica, le forze americane di stanza nelle Filippine lasciarono il Paese per la prima volta dal 1898, anno in cui l’arcipelago del Sud-Est asiatico divenne colonia statunitense, in seguito alla vittoria USA nel conflitto Ispano-Americano.  Le Filippine avevano già ottenuto l’indipendenza nel 1946, ma l’importanza strategica dell’arcipelago, nella logica della Guerra Fredda, aveva portato gli Stati Uniti a mantenere una presenza militare consistente nel Paese.

Nel corso dell’amministrazione Obama, le Filippine  sono tornate a costituire un perno importante della strategia americana nel Pacifico.  Più di preciso, con il “Pivot to Asia”  come approccio alla politica estera, gli Stati Uniti hanno preferito spostare il fulcro della propria azione internazionale dal Medio Oriente all’Asia Pacifica, rafforzando le alleanze già esistenti ed espandendo gli scambi e gli investimenti nella regione, una strategia che è parte integrante dell’azione di contenimento portata avanti dagli americani nei confronti della Cina.

Una pietra miliare in questo senso è costituita dall’Enhanced  Defense Cooperation Agreement (EDCA) firmato a Manila nell’aprile del 2014, con il quale si permette agli USA di utilizzare basi militari sul territorio delle Filippine. L’accordo, dichiarato costituzionale in via definitiva dalla Corte Suprema della Repubblica delle Filippine nel luglio del 2016 ,  sarà inizialmente valido per 10 anni e consentirà alle forze americane, oltre che di utilizzare le basi (5 per il momento), di immagazzinarvi equipaggiamento militare di tipo convenzionale. L’accordo quindi ribadisce implicitamente  la volontà delle parti contraenti di continuare l’alleanza stipulata con il Mutual Defense Treaty firmato nel 1951 e ratificato dai due paesi nel 1952.

Questo rafforzamento della collaborazione di Manila con Washington, sommata alla decisione delle Filippine nel 2015 di riaprire l’ex base navale USA di Subic Bay, stazionandovi due fregate e diversi jet da guerra, ha reso lo Stato del Sud Est Asiatico un alleato di fondamentale importanza nel contrastare le pretese di espansione di Pechino nel Mar Cinese Meridionale.

Una solida collaborazione militare quella tra Washington e Manila, una relazione che dura ormai da ben 64 anni, ma che è stata messa a repentaglio in pochi mesi con l’irruzione sul palcoscenico politico del nuovo Presidente delle Filippine: Rodrigo Duterte, eletto a maggio con il 40% dei voti.

Criticato aspramente da USA e UE per la sua spietata guerra alla droga, Duterte non ha esitato ad alzare i toni con Washington, arrivando a dire al Presidente Obama di andare all’inferno. Agli inizi di ottobre, il neoeletto capo di Stato ha minacciato di sospendere le 28 esercitazioni militari congiunte che l’esercito filippino compie ogni anno con gli Stati Uniti, dichiarando anche di voler condurre una politica estera più indipendente da Washington e di mirare a stabilire solide relazioni commerciali con Russia e Cina. Delfin Lorenzana, il Segretario della Difesa della Repubblica del Sud Est, ha inoltre aggiunto che 107 militari americani coinvolti in operazioni di intelligence anti terrorismo verranno invitati a lasciare il Paese una volta che le Filippine avranno acquisito le capacità necessarie per contrastare i militanti mussulmani.

John Kerby, portavoce del Dipartimento di Stato Americano, ha sottolineato che Washington non ha ricevuto alcuna nota formale in merito, e che gli Stati Uniti intendono comunque continuare la cooperazione militare con Manila.

Nonostante ciò, le dichiarazioni di Duterte lasciano spiazzati.  Il rifiuto di Pechino di accettare la decisione della Corte permanente Onu di arbitrato sul  Diritto del Mare, con la quale sono state respinte le pretese della Repubblica Popolare sul Mar Cinese Meridionale, aveva posto come percorso naturale da seguire per Manila quello del rafforzamento della collaborazione militare con gli Usa, ma Duterte sembra aver optato per una drastica inversione di rotta.

Martedì 18 ottobre il Presidente filippino si è recato in Cina per un tour di tre giorni, al fine di ridurre la tensione sulle dispute territoriali nel mar Cinese Meridionale e per  ottenere finanziamenti da parte di Pechino per la realizzazione di diversi progetti, tra cui la costruzione di un’ambiziosa rete ferroviaria. Il Presidente ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di concedere territori alla Cina, ma ha  anche affermato che la via del dialogo con Pechino è l’unica soluzione esperibile, aprendo di fatto la possibilità di ricucire lo strappo con i cinesi.

Come possiamo quindi interpretare questo repentino cambio di rotta da parte delle Filippine? Possiamo realmente parlare di un avvicinamento tra Manila e Pechino? La risposta a questi quesiti è difficile da dare per il momento. Molto dipende dalla visita attualmente in corso di Duterte in Cina; il Presidente dovrà infatti evitare di concedere troppo alla Cina, al fine di mantenere sul fronte interno la sua credibilità politica come uomo forte, ma sarà anche necessario per Duterte aprire un dialogo con i cinesi.

Il grande beneficiario di questa situazione è senza dubbio la Cina, la quale si trova di fronte ad una ghiotta occasione. Diminuendo la tensione con le Filippine, la Repubblica Popolare spera di ridimensionare la presenza degli USA nel Mar Cinese Meridionale e di guadagnare terreno nella regione.

Sebbene sia troppo presto per capire dove ci porterà questo nuovo scenario, una cosa è certa: gli Stati Uniti non possono più aspettarsi lo stesso livello di accondiscendenza da parte di Manila sul piano militare.

 

Fonti e approfondimenti:

http://thediplomat.com/2016/04/why-the-philippines-is-critical-to-the-us-rebalance-to-asia/

https://www.theguardian.com/world/2016/oct/07/philippines-suspend-joint-exercises-duterte-anti-us-rhetoric

http://www.bloomberg.com/news/articles/2016-09-14/duterte-s-tilt-toward-china-risks-upending-u-s-strategy-in-asia

http://time.com/4516231/philippines-rodrigo-duterte-tdefense-agreement-us-edca-drug-war/

https://www.theguardian.com/world/2016/oct/17/china-courts-philippines-leader-duterte-amid-signs-of-us-rift

http://www.philstar.com/headlines/2016/03/20/1564662/us-philippines-agree-5-base-locations-under-edca

https://www.theguardian.com/world/2016/oct/18/rodrigo-duterte-philippines-president-china-make-friends-not-war

https://www.theguardian.com/world/2016/oct/18/rodrigo-duterte-philippines-president-china-make-friends-not-war

Leave a comment

Your email address will not be published.


*