La guida completa alle elezioni europee

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Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Elena Aquilanti

Siamo a poche settimane dalle elezioni europee e i partiti sono in piena campagna elettorale. Le nostre città sono ormai piene di manifesti, i candidati vengono pian piano presentati da tutte le forze politiche e gli slogan imperversano nelle trasmissioni televisive.

Le consultazioni si terranno in tutti gli Stati dell’Unione europea tra il 6 e il 9 giugno. In Italia, in particolare, le elezioni per nominare i nuovi membri del Parlamento europeo si terranno l’8 e il 9 giugno 2024. Si tratta di elezioni particolari, specialmente per il loro carattere sovranazionale, che rende queste consultazioni un caso probabilmente unico nel mondo. 

L’importanza delle elezioni

I componenti del Parlamento europeo vengono eletti da ogni cittadino maggiorenne dell’Ue, che può scegliere di farsi rappresentare dai candidati dei partiti di ciascuno Stato membro. Un meccanismo semplice che però aumenta la tensione, presente nella politica nazionale ed europea, tra interesse nazionale e interesse comunitario, tra integrazione e demarcazione dei confini nazionali, tra nazionalismo ed europeismo: un conflitto che sempre più caratterizza le diverse linee politiche dei partiti anche a livello nazionale.

Il carattere sovranazionale di queste consultazioni però, spesso, induce i cittadini a pensare che siano elezioni di secondo ordine, meno importanti rispetto alle elezioni politiche nazionali. 

Al contrario, sono una delle poche occasioni che i cittadini dell’Ue hanno per esprimere le proprie opinioni e influire sui processi comunitari. Infatti, il Parlamento è l’unico organo europeo che viene eletto direttamente dal popolo. Per questo, in un sistema comunitario in cui i processi di lobbying prevalgono spesso sull’opinione pubblica e i partiti, è importante prendere parte alle consultazioni elettorali. 

Nonostante le elezioni europee siano da sempre caratterizzate da alti tassi di astensionismo (pari al 49,34% nel 2019: la metà degli aventi diritto), quelle di quest’anno sembrano ricevere una maggiore attenzione, probabilmente per il ruolo che l’Ue ha ricoperto durante la pandemia da Covid – 19 e per l’effetto che la guerra in Ucraina ha avuto sull’opinione pubblica europea.

Poteri e funzioni del Parlamento europeo

Per comprendere al meglio le elezioni europee è necessario descrivere il funzionamento del Parlamento europeo.

come i parlamenti nazionali dei Paesi democratici, il Parlamento europeo esercita la funzione rappresentativa dei cittadini europei e delle loro istanze.

All’interno del Parlamento, ogni deputato deve aderire a un gruppo politico in base al proprio orientamento e alle relazioni che il proprio partito intesse con i partiti degli altri Paesi.

Tra i maggiori gruppi politici attualmente presenti nel Parlamento europeo troviamo il Partito popolare europeo (PPE), di cui fa parte Forza Italia; Vi è poi il gruppo politico ispirato alla socialdemocrazia, denominato Socialisti e democratici (S&D), di cui fa parte il Partito democratico; Fratelli d’Italia, il principale partito italiano,  appartiene invece  al gruppo Conservatori e riformisti (ECR).

Coloro che non fanno parte di alcun gruppo rientrano tra i “non iscritti” (NI) e possono avere un trattamento diverso rispetto agli altri deputati, come ad esempio minori possibilità di intervenire nei dibattiti e nelle commissioni, con la conseguenza di esercitare meno influenza sui lavori parlamentari. 

Tra i primi atti del Parlamento vi è l’elezione del suo presidente, che avviene una prima volta poco dopo le elezioni e si ripete poi a metà della legislatura. Il presidente del Parlamento europeo rimane infatti in carica per due anni e mezzo, e viene eletto a maggioranza assoluta dei voti espressi, ovvero il 50% + 1 dei voti.

Le funzioni del Parlamento europeo

Il Parlamento europeo svolge diverse funzioni e ha numerosi poteri, come quello legislativo, di controllo e di bilancio.

Per quanto riguarda il potere legislativo, questo viene esercitato assieme al Consiglio dell’Unione europea, mediante un processo condiviso – che prima veniva definito di codecisione (art. 251 Trattato CE) – oggi disciplinato dall’art. 294 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE). L’iniziativa legislativa è prerogativa esclusiva della Commissione europea. Nonostante ciò, il Parlamento e il Consiglio possono avanzare e sollecitare proposte normative purché ci sia il benestare della Commissione. 

Nel concreto quindi, il ruolo del Parlamento nel processo legislativo è quello di discutere, modificare ed eventualmente approvare i disegni di legge promossi dalla Commissione. Queste attività avvengono per lo più nelle commissioni parlamentari: gruppi all’interno del Parlamento, divisi per materia e composti dagli eurodeputati rispettando i rapporti di forza tra i partiti (o tra i gruppi politici).

Un altro potere fondamentale del  Parlamento europeo è quello di controllo nei confronti degli altri organi e istituzioni europee. Esso viene esercitato specialmente nei confronti della Commissione (organo esecutivo dell’Ue). Il Parlamento si occupa infatti dell’elezione del presidente della Commissione e ha la possibilità di accettare o respingere ciascun candidato proposto dagli Stati membri per svolgere il ruolo di Commissario. I Commissari compongono la Commissione europea e sono politici delegati dai governi nazionali che però devono svolgere le proprie attività in modo assolutamente indipendente dal proprio Paese di provenienza.

Inoltre, il Parlamento ha il potere di decidere sul bilancio annuale dell’Ue. In particolare, il Pe, insieme al Consiglio dell’Unione europea, si occupa dell’elaborazione e della successiva approvazione del bilancio.

Il sistema elettorale

Il Parlamento europeo viene eletto ogni cinque anni da tutti i cittadini degli Stati membri. Le procedure per le consultazioni sono regolate dalla legislazione europea. La quale definisce norme di principio comuni a tutti gli Stati. E, in subordine, dalla legislazione di ciascuno Stato membro.

A ciascun Paese membro corrisponde un numero di seggi calcolato rispettando il principio della proporzionalità degressiva, sancito nel Trattato sull’Unione europea (art. 14 Tue). In base a questo principio, i Paesi più piccoli hanno un numero di eurodeputati inferiore rispetto ai Paesi più grandi. Tuttavia gli eurodeputati dei Paesi più grandi rappresenteranno un numero maggiore di persone rispetto ai loro colleghi dei Paesi più piccoli.

I seggi spettanti a ciascuno Stato vanno da un minimo di 6 a un massimo di 96 e il loro totale può cambiare ad ogni legislatura purché non ecceda i 750 eurodeputati.

Nella prossima legislatura, il Parlamento europeo sarà composto da 720 deputati: 15 rappresentanti in più rispetto a prima. All’Italia spettano 76 seggi da assegnare alle diverse forze politiche che si presenteranno alle elezioni e supereranno la soglia di sbarramento, che è stata fissata al 4% con la legge n. 10/2009.

L’art. 14 Tue impone poi che il sistema elettorale sia di tipo proporzionale per tutti gli Stati e che, quindi, i seggi assegnati a ciascun partito siano frutto di una proporzione matematica tra il numero di voti ottenuti da un partito e il numero di seggi in palio. 

Per quanto riguarda il resto della disciplina elettorale, gli Stati membri possono regolarsi in materia autonoma. Vi sono, infatti, alcune differenze come, ad esempio, la previsione del voto obbligatorio (Belgio, Grecia e Lussemburgo) e il disegno delle circoscrizioni. 

Come votare in Italia 

Ai seggi verrà consegnata una scheda unica su cui l’elettore potrà votare il partito e, grazie al voto di preferenza, scegliere da uno a tre candidati di quello stesso partito, purché siano di genere diverso. Una possibilità, quella della scelta dei candidati, che non è prevista, ad esempio, nella legge elettorale italiana che regola le elezioni politiche.

I seggi ottenuti da ciascun partito verranno quindi occupati dai candidati che hanno ottenuto più preferenze a livello circoscrizionale.

Le circoscrizioni sono più ampie rispetto a quelle disegnate per le elezioni politiche nazionali. Infatti, in totale le circoscrizioni sono cinque e presentano dimensioni simili per quanto riguarda la popolazione residente nel territorio. La circoscrizione Nord occidentale comprende la Valle d’Aosta, la Liguria, la Lombardia e il Piemonte. La circoscrizione Nord-orientale comprende l’Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, il Trentino Alto-Adige e il Veneto. La circoscrizione Centrale comprende Lazio, Toscana, Marche e Umbria. La circoscrizione Meridionale comprende Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia e Umbria. La Sicilia e la Calabria, invece, fanno parte della circoscrizione Isole.

Data la previsione del voto di preferenza, i partiti scelgono spesso di candidare personalità provenienti dalla società civile, che si sono contraddistinte (spesso per questioni sociali), nella speranza che portino maggiori consensi. 

Un’altra strategia dei leader per massimizzare il consenso è quella di presentarsi nelle liste nonostante sappiano già di non poter diventare eurodeputati, in quanto già eletti in altre cariche politiche. Questa è un’abitudine seguita per lo più dai partiti italiani. Per esempio, la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, ha deciso di candidarsi nonostante sia già membro della Camera dei deputati. Identica strategia è stata adottata anche dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. E si inserisce a pieno titolo nel processo di leaderizzazione. Che vede il trionfo del singolo politico a discapito del sistema partitico.

Fuori sede e italiani fuori dall’Ue

La legislazione italiana ha quest’anno compiuto un grande progresso. L’agevolazione dell’esercizio del diritto di voto per gli studenti universitari domiciliati in un comune fuori dalla propria regione di residenza. 

Infatti, è stata data la possibilità ai cosiddetti “fuori sede”, di votare in sezioni appositamente allestite nei capoluoghi di regione dove hanno il domicilio, senza la necessità di tornare nel proprio comune di residenza. Non è stata però prevista la stessa possibilità per i lavoratori domiciliati fuori dalla regione di residenza. Che saranno quindi costretti a tornarci per votare.

Allo stesso modo, i cittadini italiani residenti fuori dall’Ue devono tornare nei comuni di origine per poter votare, in quanto non è previsto il voto per corrispondenza. Modalità invece utilizzata per le elezioni politiche italiane. I cittadini italiani residenti in altri Paesi dell’Ue potranno votare in seggi appositamente allestiti nel Paese dove hanno il domicilio.

Le elezioni europee rappresentano, quindi, per i cittadini, un’occasione importante per scegliere la propria rappresentanza in Parlamento. E per influire così sui processi decisionali dell’Ue che sempre più, negli ultimi anni, prende decisioni di fondamentale importanza per la vita di tutti.

 

Fonti e approfondimenti 

Camera dei deputati. Temi dell’attività Parlamentare. Sintesi del sistema elettorale per il Parlamento europeo 

Governo italiano, Ministero dell’Interno, Elezioni del Parlamento europeo dell’8 e 9 giugno 2024, 8/03/2024

Governo italiano, Ministero dell’Interno, Elezioni europee, voto degli studenti fuori sede, 24/04/2024

Governo italiano, Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo spettanti all’Italia

Mara Morini, “La personalizzazione della leadership e il futuro dei partiti politici, progresso europa riforme”, 11/03/2021

Mariusz Maciejewski, Il Parlamento europeo: modalità di elezione, 11/2023

Parlamento europeo, Come si vota in Italia, 7/05/2024

Parlamento europeo, Poteri e procedure

Piret Ehin e Liisa Talving, Still second-order? European elections in the era of populism, extremism, and Euroscepticism, Politics, 41(4), 467-485, 11/02/2021

Jan-Eric Bartels, Are European Elections Second-Order Elections for Everyone?, Swiss Political Science Review29(3), 290309, 9/2023