Midterm Elections: Il Tennessee Repubblicano e Marsha Blackburn

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Il Tennessee è da sempre considerato un “deep red state“, una delle cosidette roccaforti repubblicane. Il titolo è sicuramente guadagnato a buon diritto dato che i democratici non vincono un posto in senato qui dal 1993 quando Al Gore, vicepresidente di Bill Clinton e poi canditato alla presidenza contro George H W Bush, riuscì nell’impresa. Sarebbe quindi facile immaginare che, anche durante questa tornata elettorale, il Grand Old Party abbia ottime chances di portare a casa il seggio, ma non è ancora detta l’ultima parola.

In questo articolo cercheremo di raccontare qual è la situazione all’interno del mondo Repubblicano dello stato, facendo un po’ di storia politica e cercando di capire chi è la candidata repubblicana al Senato di questo stato, Marsha Blackburn, e come si inserisce all’interno della discussione al partito tra Trump e l’establishment Repubblicano.

 

Il Volunteer State Repubblicano

Il Tennesse si è guadagnato il soprannome di Volunteer State nel lontano 1812 quando nella guerra tra Messico e Stati Uniti per il Texas fu il maggiore fornitore di uomini con ben 30.000 volontari. Questa spinta volontaristica fu dovuta principalmente all’eroe locale David Crockett, il quale aveva deciso di combattere al fianco dei Texani ed era morto nella battaglia di Alamo.

David Crockett e il soprannome del Tennesse sono dei buoni esempi per descrivere qual è il sottomondo culturale repubblicano del territorio. Per quasi due secoli il Tennesse è stato un territorio di passaggio verso l’Ovest, dove uomini bianchi, profondamente convinti della propria superiorità in quanto razza e in quanto Americani yankee, hanno costituito per lungo tempo la base della comunità locale. Su questo retroterra si è scritta la storia dello stato, appartenenente al fronte secessionista durante la guerra civile, e che dopo la vittoria del Nord ha abbracciato una legislazione segregazionista

Il Tennesse da allora è rimasto nelle mani dei democratici segregazionisti, fino alla riforma dei Dem, per poi rimanere saldamente nelle morse dei Repubblicani conservatori del Sud. Qualcosa però negli ultimi anni è cambiata, e con lei anche il Partito Repubblicano.

 

Bob Corker e la tendenza minoritaria

A partire dagli anni 2000 qualcosa è iniziata a cambiare da Nashville e Memphis. Il costo basso della vita, la crisi economica e la difficoltà di investimento nel mondo agricolo hanno portato nello stato una larga fetta di persone facoltose provenienti da stati della costa occidentale e orientale. Questi hanno trovato case e lotti di terreno a basso prezzo che hanno potuto comprare dai coltivatori ormai esclusi dal mercato nazionale. Con i californiani, i newyorkesi e gli altri sono entrate anche nuove tendenze politiche all’interno del partito Repubblicano, oltre a una certa percezione di essere minoranza.

Molti Repubblicani hanno cominciato a vedere i Democratici crescere nei sondaggi e arrivare a conquistare in modo stabile posizioni da consiglieri comunali e senatori del Senato Statale del Tennesse, prima appannaggio esclusivo dei Repubblicani. Questo anche perché nelle grandi città sono cresciuti in modo significativo i gruppi etnici, come quelli latini e quelli cinesi, mentre era già molto forte la comunità afroamericana.

Questo cambiamento nelle linee sociali ha portato negli anni 2000 all’arrivo sul palcoscenico politico repubblicano degli uomini fortemente caratterizzati dalla loro moderazione politica, come l’ex Senatore Bob Corker.

Il Senatore Corker, che ha annunciato le sue dimissioni e la rinuncia alla candidatura per un terzo mandato, è sempre stato indicato come uno degli uomini di mediazione della Camera alta degli Stati Uniti. Un conservatore di ferro fortemente legato ai principi libertari e alla Costituzione ma che è sempre stato più attento al bene del suo elettorato più che alla lotta ideologica politica. Va ricordato, infatti, che votò favorevolmente per l’Obama Care e che è stato uno dei senatori Repubblicani a tradire Trump nel voto per togliere la riforma sanitaria.

Il pragmatismo, l’abilità di dialogo e la capacità di compromesso hanno però creato all’interno del Partito Repubblicano del Tennesse una forte spaccatura tra i Trumpiani e i moderati. I coltivatori bianchi, che si considerano dimenticati da Washington, hanno seguito e fatto vincere Trump nel 2016, mentre gli imprenditori e conservatori moderati hanno sempre sostenuto l’ex senatore e l’establishmente del partito.

Se Bob Corker è sempre stato uno uomo fortemente legato al leader della maggioranza in Senato Mitch McConnell, la nuova candidata Marsha Blackburn è sicuramente sulla sponda dell’attuale inquilino della Casa Bianca.

 

Marsha Blackburn

Se tutto lo stato del Tennesse volesse una moderata nel proprio seggio, non ci sarebbero molto speranze per Marsha Blackburn. La candidata Repubblicana viene dal Mississipi dove è cresciuta e ha studiato. È fortemente cattolica e da quando ha iniziato la sua attività politica fa parte dei gruppi radicali di destra dei Repubblicani.

È sempre stata presente, con il suo ruolo di deputata nella camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, nelle grandi battaglie politiche degli ultimi anni. Ha combattuto strenuamente contro i matrimoni gay, si è opposta con forza alle sentenze contro le discriminazioni razziali ed è una delle più zelanti deputate anti-abortiste. Il classico quadretto di conservatrice repubblicana dell’Interno degli Stati Uniti.

È salita agli onori della cronaca intorno al 2007 quando decise di lasciare il team della campagna elettorale presidenziale di Romney, dopo averlo accusato di eccessiva moderazione, anche se molti sospettano che la scelta sia stata dettata più dalla consapevolezza della possibile sconfitta contro Obama.

Successivamente Marsha Blackburn ha scalato il partito Repubblicano del Volunteer State, trovandosi a diventare deputata in un distretto fortemente conservatore al centro del Tennessee. La completa notorietà se l’è guadagnata con una firma, apposta sulla domanda inviata alla sede del Premio Nobel in cui proponeva la candidatura di Trump per il Nobel della pace per il suo ruolo nel “garantire una maggiore sicurezza internazionale con la sua politica estera in particolare in Korea“.

 

Le chance e la campagna

Quando ha lanciato la sua candidatura a Senatrice molti all’interno del partito sono rimasti colpiti. La reazione di Bob Corker ci dice molto. Questi, infatti, le ha dato un timido endorsement, ma allo stesso tempo  ha affermato che non avrebbe fatto campagna contro il candidato democratico Phil Bredesen che ritiene un “amico”. La vittoria nelle primarie repubblicane è arrivata con delle cifre bulgare contro Aaron Pettigrew, un camionista che sembrava essere stato messo lì più per numero che per reale volontà.

La strategia in vista di novembre per adesso è quella di alzare la tensione ed essere irriverente il più possibile. La Blackburn sa che se accetterà una sfida sui contenuti, pacata e aperta al dialogo, sarà carne da macello nelle mani del candidato democratico che è stato per ben due volte governatore del Tennessee e che ha il vantaggio di avere il vento in poppa come tutto il Partito Democratico nazionale.

Il Partito Repubblicano sta quindi fomentando una sfida basata su città contro campagne, bianchi impoveriti contro establishment, america che si ritiene dimenticata contro america globalizzata. Uno schema che molto si sta vedendo all’interno della fascia centrale degli Stati Uniti d’America. I sondaggi restano fortemente divisi. La CNN definisce lo stato “toss up” ( una sfida indecisa), mentre chi prova a fare previsione, come la NBC e Fox News, dà un leggero margine per uno o per l’altro candidato.

L’unico dato certo è che se i Repubblicani vogliono tenere la maggioranza in Senato, per evitare di trasformare Trump in un presidente zoppo, devono assolutamente tenere il Tennessee. Se Nashville dovesse cadere nelle mani dei Democratici, scenari considerati apocalittici all’interno del Grand Old Party potrebbero diventare realtà.

 

 

 

Fonti e approfondimenti

https://www.tngop.org

https://www.vox.com/2018/8/2/17639650/tennessee-primary-election-2018-live-results-black-blackburn-bredesen

https://www.vox.com/2018/7/31/17607454/tennessee-primary-2018-midterm-bredesen-black-blackburn

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