Dalla terra al mercato: il commercio del caffè in Etiopia

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Come molte altre nazioni in Africa e tra i Paesi in via di sviluppo, gran parte dell’economia etiope gira intorno alla produzione e al commercio di commodities. Si basa infatti prevalentemente sull’agricoltura, che ha un peso di circa il 40% sul PIL. Il settore agricolo, inoltre, copre il 78% delle esportazioni totali e fornisce lavoro all’80% della popolazione. Il commercio di caffè in Etiopia – protagonista di questo capitolo del progetto “Dalla terra al mercato” – copre il 43% delle esportazioni derivanti dall’agricoltura.

Tra le commodities prodotte, la famosa specie di caffè nota come Caffè Arabica cresce naturalmente negli altipiani dell’Etiopia occidentale. In queste aree, infatti, la produzione, l’uso e il consumo di caffè trovano le loro origini centinaia di anni fa. Se inizialmente la raccolta del caffè si limitava alle aree dove la pianta cresceva spontaneamente, con il passare dei secoli la sua coltivazione è stata sempre più sistematizzata. Nella stagione 2019/2020, infatti, le coltivazioni di caffè coprono un’area di più di 5400 chilometri quadrati, in costante aumento rispetto ai dati dei cinque anni precedenti. Alla luce di ciò, l’Etiopia è riuscita a ottenere il primato di maggior produttore ed esportatore di caffè nel continente africano e il quinto posto al mondo.

 

La produzione del caffè in Etiopia

La coltivazione di caffè rappresenta una fonte di reddito per circa quindici milioni di etiopi, ossia il 16% della popolazione totale. Come accade quasi sempre in Africa, la produzione agricola si basa sul lavoro di piccole o piccolissime aziende, per lo più a gestione familiare. Queste sono caratterizzate, sebbene in leggero aumento, da limitati tassi di produttività e redditività. La coltivazione di caffè su piccola scala rappresenta circa il 90% della produzione totale di caffè in Etiopia. Per la gran parte di queste piccole aziende le coltivazioni sono monocolture: la produzione e il commercio di caffè rappresenta, quindi, l’unica fonte di reddito per l’intera azienda agricola.

 

Le tecniche di coltivazione del caffè

In fase di coltivazione e produzione del caffè, si distinguono due diverse tecniche agricole: la coltivazione “in ombra” e quella “al sole”. La differenza consiste nell’utilizzo o meno di alberi, da frutto e non, che hanno lo scopo di ombreggiare le piante di caffè. Poiché in natura la pianta cresce in ambienti boschivi e ombreggiati, fare affidamento alla coltivazione “in ombra” comporta un impegno e una manutenzione minore da parte dei contadini. Infatti, l’irrigazione artificiale delle coltivazioni avviene raramente e si limita alle zone dove l’acqua è facilmente reperibile grazie ai fiumi che passano nelle vicinanze. Allo stesso modo, si fa affidamento di rado a pesticidi e fertilizzanti, sia per i costi troppo alti per le piccole aziende agricole sia per la difficoltà a reperirli.

La coltivazione “al sole”, invece, si utilizza in misura minore, per lo più ad alte altitudini, e necessita di un uso ridotto di terra per una coltivazione più intensa. Questo comporta, inoltre, un maggiore bisogno di acqua per irrigare la coltivazione e di fertilizzanti per incentivarla.

 

Il commercio del caffè etiope

Il commercio di caffè ha un peso importante per l’economia etiope. Questa commodity, infatti, è il primo prodotto d’esportazione del Paese. Come accennato, nel 2018 l’agricoltura rappresentava circa il 78% delle esportazioni totali e il caffè da solo ne occupava una fetta considerevole, circa il 43%, un dato in crescita rispetto al quadriennio precedente. Ma il caffè ha un peso rilevante anche se si considera in rapporto alle esportazioni totali etiopi, toccando il 34%.

L’esportazione di tale commodity ha generato proventi, sempre nel 2018, di quasi un miliardo di dollari, un traguardo importante per una delle economie più povere del continente africano. I principali Paesi di destinazione del caffè, che nella grande maggioranza dei casi acquistano il prodotto ancora sotto forma di chicchi verdi non tostati, sono la Germania (22%), l’Arabia Saudita (16%) e gli Stati Uniti (11%). L’Italia occupa il settimo posto nella classifica dei maggiori importatori di caffè arabica etiope, coprendo una percentuale del 5% delle esportazioni di questa commodity.

Nonostante gli alti tassi di esportazione del caffè coltivato in Etiopia, questo Paese è anche il primo tra gli Stati africani in termini di consumo interno di tale bevanda. Infatti, si stima che si consumi localmente circa il 50% del caffè prodotto in Etiopia.

 

La questione della tracciabilità

Sebbene gli esperti considerino il caffè arabica etiope tra i migliori in circolazione in termini di qualità e raffinatezza, i contadini e i proprietari terrieri locali hanno numerose difficoltà ad aumentare il guadagno derivante dal commercio di caffè. Questo è dovuto principalmente alla mancanza di tecnologie adeguate, alla limitata varietà di caffè prodotto e all’inadeguata distribuzione di quanto prodotto.

A tal proposito, nonostante la condivisa consapevolezza, da parte di esportatori e importatori, della qualità della bevanda, risulta ancora oggi complicato reperire informazioni sulla produzione e sul processo di commercializzazione dei chicchi di caffè, incluse le informazioni su dove e da chi sono stati prodotti. Questo problema influisce negativamente sul commercio di caffè, limitando considerevolmente i potenziali guadagni derivanti dalla sua distribuzione e dal commercio.

 

Il mercato del caffè fino al 2018

Fino al 2017-2018, i contadini trasportavano la maggior parte del loro caffè  all’Ethiopian Commodity Exchange (ECX), un istituto nato nel 2008 parzialmente posseduto dal Governo etiope il cui scopo era lo sviluppo di un sistema di scambio efficiente delle commodities. Una volta giunto all’ECX, la prassi prevedeva di riunire tutto insieme il caffè prodotto da una grande quantità di diversi contadini, a cui faceva seguito la vendita all’asta, causando una notevole perdita di qualità e, quindi, di valore.

 

Le riforme al mercato del caffè

Tra il 2017 e il 2018 il governo etiope ha messo in atto una serie di iniziative volte ad aumentare le opportunità di produzione e vendita per i contadini e gli esportatori di tale commodity.

Adugna Debela, Direttore Generale dell’Ethiopian Coffee and Tea Authority, ha dichiarato alla rete televisiva CNBC Africa, che tali politiche hanno un duplice obiettivo. Da un lato l’intenzione di migliorare la qualità del prodotto, compromessa dalla vecchiaia di gran parte delle piante di caffè. Dall’altro lato, ha lo scopo di incoraggiare l’accesso ai mercati e il guadagno derivante dal commercio di caffè per i piccoli contadini.

Questi ultimi, infatti, a causa della complessità di accesso al mercato e alle esportazioni, riescono a guadagnare non più del 50 o 60% del reale valore del caffè. Con la nuova politica si intende fare in modo che i contadini stessi abbiano la possibilità di esportare il proprio caffè o di venderlo direttamente agli esportatori. Questo metodo dovrebbe garantire loro un margine di guadagno nettamente maggiore e migliorare la situazione di tracciabilità del prodotto citata in precedenza. Infatti, una volta giunti all’Ethiopian Commodity Exchange, il caffè del singolo contadino viene ora tenuto separato dagli altri, anche e soprattutto in fase d’asta. Così facendo, il caffè derivante da coltivazioni che garantiscono una qualità maggiore mantiene il suo standard elevato e viene venduto ad un prezzo più redditizio.

 

Conclusioni e prospettive

Nonostante le diffuse problematiche di povertà e, quindi, di scarsa produttività della gran parte delle aziende agricole a gestione familiare, le politiche adottate recentemente possono generare risultati molto positivi per l’economia del caffè in Etiopia. Infatti, alla luce delle modalità di vendita ed esportazione del proprio prodotto, in una visione microeconomica i contadini saranno incentivati a produrre un caffè di maggiore qualità che generi guadagni più alti. Da un punto di vista macroeconomico, invece, l’economia etiope avrà modo di trarre vantaggio in misura maggiore dal potenziale di vendita e di qualità di tale bevanda, aumentando la propria reputazione di esportatore di caffè arabica sui mercati globali.

 

 

Fonti e Approfondimenti

Aglionby, J., 2017. Ethiopia Aims At Transforming Speciality Coffee Market. [online] Ft.com

BonelliErede. 2018. Il Caffè Re Dell’Export E Moneta Forte Dell’Etiopia |. [online]

Moat, J., Williams, J., Baena, S., Wilkinson, T., Demissew, S., Challa, Z.K., Gole, T.W. & Davis. A.P., 2017. Coffee Farming and Climate Change in Ethiopia: Impacts, Forecasts, Resilience and Opportunities. – Summary. The Strategic Climate Institutions Programme (SCIP). Royal
Botanic Gardens, Kew (UK)

USDA – Foreign Agricultural Service, 2019. Ethiopia Coffee Annual Report. Global Agricultural Information Network.

2merkato.com. 2019. Ethiopia Reforms Policy To Improve Coffee Production. [online]

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