Domenica 24 aprile, in Francia, si è tenuto il secondo turno delle elezioni presidenziali. Con il 58,5% dei voti, Emmanuel Macron è stato rieletto presidente della Repubblica battendo l’avversaria Marine Le Pen, alla guida del Rassemblement National, ferma al 41,5%.
La conferma del presidente in carica
I due candidati avevano superato il turno del 10 aprile rispettivamente con il 27,8% e 23,1% dei voti, arrivando primo e seconda tra una rosa di dodici candidati. Determinanti per la vittoria finale di Macron sono stati i voti giunti dagli elettori che al primo turno avevano votato il terzo classificato, Jean-Luc Mélenchon, che aveva ottenuto il 22% dei consensi, facendo sperare fino all’ultimo al suo elettorato di poter arrivare a sfidare il presidente uscente al ballottaggio.
Dopo il primo turno, i due sono entrati nel vivo della campagna elettorale con l’obiettivo di convincere chi, il 10 aprile, non aveva votato per loro. Da un lato, Macron, controcorrente rispetto all’atteggiamento sostenuto nei mesi precedenti, ha capito di dover fare una vera campagna elettorale, di essere anche un candidato alla presidenza e non solamente il presidente della Repubblica in carica. Dall’altro, Le Pen ha continuato a presentarsi come una candidata meno radicale del passato, più moderata rispetto ai toni delle sue tradizionali idee anti-islamiche, anti-immigrazione e anti-europeiste che erano state fortemente accentuate nelle campagne elettorali del 2012 e del 2017.
Al secondo turno di queste presidenziali sono tornati, quindi, a confrontarsi i due candidati che già nel 2017 si erano sfidati. Cinque anni fa, Macron aveva sconfitto la rivale ottenendo il 66,1% dei voti espressi contro il 33,9%. Il consenso verso l’attuale presidente può essere, quindi, considerato in calo, mentre quello per la rivale, e per l’estrema destra, in crescita avendo registrato un risultato storico. In termini assoluti, infatti, Emmanuel Macron ha ottenuto 18.779.641 voti, due milioni in meno rispetto al 2017; mentre Marine Le Pen 13.297.760, ovvero quasi tre milioni in più del 2017. Questa riduzione della distanza tra i due candidati si è anche tradotta in un maggior numero di dipartimenti nei quali Le Pen ha prevalso sul rivale rispetto al 2017.
Nell’analisi di questo secondo turno c’è da tenere in considerazione anche il dato dell’astensione, che ha raggiunto il 28,01%. Esso appare in crescita rispetto al 25,44% del 2017 e anche rispetto al primo turno (26,31%). Considerati, infatti, gli astenuti e le schede bianche, pari al 4,57%, la percentuale dei voti espressi sulla base degli iscritti si abbassa rispettivamente del 38,52% per Macron e 27,28% per Marine Le Pen, che corrispondono al consenso, effettivo, riscontrato tra la popolazione francese.
Cosa ci dice il voto francese?
Queste elezioni presidenziali hanno fatto emergere alcune divisioni nell’elettorato francese. I partiti tradizionali, ancora una volta, si sono dimostrati in crisi mentre a emergere sono state, di nuovo, due figure forti che personalizzano una determinata idea politica. L’estrema destra, sebbene Marine Le Pen non abbia vinto, ne emerge comunque rafforzata e sempre più sostenuta da ampie fasce della popolazione. Anche l’estrema sinistra di Mélenchon, però, risulta in forte crescita, soprattutto tra i più giovani.
Ad aver influenzato la campagna elettorale e, quindi, le elezioni presidenziali c’è stata sicuramente anche la guerra in Ucraina. Le posizioni dei candidati rispetto a questo tema hanno avuto un certo peso. Da un lato, Marine Le Pen difficilmente ha trovato il modo di difendersi dai suoi legami con la Russia di Putin coltivati nel corso degli anni. Macron, invece, ha fortemente condannato l’invasione russa e più volte ha ribadito di volersi recare in Ucraina dopo le elezioni.
Quale futuro ora per la Francia e l’Europa?
Sulla rielezione di Emmanuel Macron hanno sicuramente pesato, nel bene e nel male, i cinque anni del suo primo mandato. Presentatosi nel 2017 come figura nuova, europeista e innovatrice, le sue politiche hanno da allora virato verso destra. I cinque anni del primo mandato sono stati complicati per il presidente e per la Francia, che si è trovata ad affrontare episodi di forte tensione sociale, come la mobilitazione del settore dei trasporti e la pandemia da Covid-19, con le sue conseguenze sanitarie ed economiche.
Il risultato di queste elezioni era molto atteso anche per le conseguenze che avrebbe avuto sui rapporti della Francia con l’Unione europea. Molti leader europei si sono, infatti, congratulati con Macron per la sua vittoria, sottolineando l’importanza della sua figura per il processo di integrazione europea. In particolare, con la rielezione di Macron, l’asse franco-tedesco alla base di una maggiore integrazione europea ne esce rafforzato. Una vittoria di Le Pen avrebbe invece messo in crisi questo genere di rapporti, rafforzando l’asse con i governi euroscettici. Questa prospettiva, inevitabilmente, preoccupava Bruxelles.
Sia durante la campagna elettorale che al momento della vittoria, Macron ha sfilato sulle note dell’Inno alla Gioia, inno dell’Unione europea. Macron ha sempre difeso il suo forte europeismo e il ruolo che intendeva e intende giocare nel progetto europeo e per una difesa comune europea. La rielezione del presidente francese è intervenuta durante la presidenza di turno detenuta dalla Francia, aspetto che ripropone Macron immediatamente al centro della politica europea. Non è la prima volta che accade nella storia francese. Già nel 1995, la Francia deteneva la presidenza di turno nel primo semestre europeo quando Chirac venne eletto presidente della Repubblica.
Per quanto riguarda il fronte prettamente interno, Macron ha dichiarato di essere consapevole di essere stato votato da molti di quegli elettori che semplicemente non potevano accettare una presidente di estrema destra all’Eliseo e di voler tener conto di questa posizione. Ha, infatti, dichiarato di voler essere il presidente di tutti, facendo sì che il secondo mandato non sia una mera continuazione del primo.
La conferma del presidente uscente rappresenta una vittoria anche per un ulteriore motivo. Quello di Macron è il primo caso di rielezione di un presidente francese dall’introduzione del quinquennato, avvenuta nel 2000 attraverso una riforma costituzionale che ridusse la durata del mandato presidenziale da sette a cinque anni.
Per quanto riguarda la sconfitta Marine Le Pen, viene da chiedersi quale sarà il suo futuro politico dopo che la sua corsa all’Eliseo è stata nuovamente interrotta. Accettata la sconfitta, Le Pen ha sottolineato come si sia comunque trattato di un risultato storico per la destra francese, in crescita rispetto al 2017 e con la partita delle elezioni legislative ancora da giocare.
Verso le elezioni legislative
La stagione elettorale francese, infatti, non finisce qui. Tra meno di due mesi il popolo francese sarà chiamato di nuovo alle urne per le elezioni legislative. Il 12 giugno si terrà il primo turno; il 19, il secondo. Questo appuntamento elettorale viene, in realtà, percepito quasi come un “terzo turno” di queste elezioni presidenziali. Dal giorno successivo alla vittoria di Macron è, quindi, iniziata una nuova campagna elettorale che porterà al rinnovo dei membri dell’Assemblea nazionale.
Le forze politiche scenderanno, quindi, di nuovo in campo per confrontarsi e cercare di convincere l’elettorato. Oltre a quelle dei due partecipanti al ballottaggio presidenziale, alte sono sicuramente le ambizioni di Mélenchon, che forte del 22% ottenuto al primo turno, tenterà di vincere le elezioni legislative per incidere sulla scelta di Macron nella formazione del governo. Nel sistema istituzionale semi-presidenziale francese spetta, infatti, al presidente eletto la nomina del Primo ministro.
Le elezioni legislative porteranno al rinnovo dell’Assemblea nazionale, uno dei due rami del Parlamento. Il territorio francese è diviso in 577 collegi uninominali e i seggi vengono assegnati con un sistema maggioritario a doppio turno, ovvero si vince con il 50,1% dei voti. Sono previsti due turni elettorali, al secondo dei quali accedono non solamente i primi due candidati, ma tutti coloro che siano stati votati da almeno il 12,5% degli elettori iscritti.
Domenica la Francia ha scelto il suo presidente della Repubblica. Una nuova campagna elettorale è, però, già iniziata. Infatti, solo il voto legislativo di giugno offrirà una panoramica più chiara della visione politica di Macron per i prossimi cinque anni.
Fonti e approfondimenti
Berlinger J., Ataman J., “Emmanuel Macron wins France’s presidential election”, CNN, 25/04/2022.
DW, “Emmanuel Macron wins French presidential election – as it happened”, 24/04/2022.
Caulcutt C., “Macron reelected but Le Pen’s big score shows France increasingly divided”, Politico, 24/04/2022.
Ministère de l’Intérieur, Les élections en France.
Ministère de l’Intérieur, Election présidentielle 2022.
Editing a cura di Carolina Venco
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