La Francia verso le elezioni presidenziali: Macron e Pécresse

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Dopo aver analizzato i programmi dei principali candidati di sinistra alle elezioni presidenziali francesi del prossimo 10 aprile, è arrivato il momento di osservare da vicino i due protagonisti liberali della corsa all’Eliseo: l’attuale presidente Emmanuel Macron e la candidata dei repubblicani, Valérie Pécresse

L’ultima volta che un presidente, all’epoca Jacques Chirac, conquistò un secondo mandato era il 2002. Dopo vent’anni, anche Macron pare sia molto vicino alla rielezione. In compenso, la candidata repubblicana, dopo un periodo in cui era stata data dai sondaggi come la principale rivale del presidente, ha iniziato a perdere consensi e le sue possibilità di raggiungere il ballottaggio sono esigue. 

Emmanuel Macron: in cerca del secondo mandato

Cosa ha fatto negli ultimi cinque anni?

Fondatore, nel 2016, del movimento politico centrista La République En Marche!, Macron venne eletto come presidente della Repubblica francese nel maggio del 2017. Al secondo turno, infatti, Macron riuscì a sconfiggere, con il 66% dei voti, la forte candidata di estrema destra Marine Le Pen.

I suoi cinque anni all’Eliseo sono stati tutt’altro che facili. La pandemia da Covid-19 scoppiata nel 2020 e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha totalizzato l’interesse del presidente nelle ultime settimane, hanno inevitabilmente rallentato la tabella di marcia di Macron. Ma il primo mandato del presidente è stato anche costellato da numerosi problemi interni, caratterizzati da una stagione di importanti scioperi e manifestazioni – i gilet gialli e lo sciopero nazionale contro la riforma delle pensioni, ad esempio – che hanno rivisto, al ribasso, la sua spinta di riforma

Se si parla di economia, il primo mandato di Macron può essere considerato quasi un successo, soprattutto se si tiene conto di come la pandemia abbia impattato negativamente sulle economie di tutto il mondo. Ad oggi, la Francia può vantare un PIL in crescita e un tasso di disoccupazione ai minimi storici, oltre ad aver dimostrato la solidità necessaria per resistere alla crisi finanziaria scaturita dalla pandemia. Alla base di questo rilancio dell’economia, vi è stata l’idea di reindustrializzare il Paese, investendo nelle imprese e nei settori strategici nazionali, con lo scopo di dipendere sempre meno dalle importazioni estere. Inevitabilmente questo piano ha un costo: la crescita del debito pubblico, che ha raggiunto il 114,6% del PIL. La crescita del debito è in buona parte riconducibile alle spese legate alla crisi sanitaria dovuta alla pandemia. 

L’altro pilastro su cui si è basata la politica di Macron è l’europeismo. Fin dagli esordi del suo movimento politico, l’Unione europea ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella sua concezione di Francia del futuro. Dal punto di vista del presidente francese, infatti, l’UE avrebbe dovuto avviare un processo di maggiore integrazione nei settori strategici per potersi affermare come soggetto internazionale sempre più rilevante e sempre meno soggetto alle interferenze esterne. 

Non tutti gli altri capi di Stato europei, anche se convinti europeisti, si sono trovati d’accordo con le idee di Macron, ma è vero che davanti all’attuale situazione di crisi geopolitica europea molti hanno dovuto ricredersi. Ne è l’esempio la Difesa comune europea, per cui Macron auspica un rafforzamento fin dall’inizio del suo mandato all’Eliseo, e a cui gli altri Stati hanno sempre risposto con scetticismo, rallentando quel processo di maggiore integrazione che, con la guerra in Ucraina, sembra diventato necessario. 

Cosa propone?

La ricandidatura di Macron, seppur scontata e certa, è arrivata molto in ritardo e attraverso una formula anomala. La candidatura ufficiale è giunta, infatti, il 3 marzo, ovvero all’ultimo giorno utile e attraverso una lettera rivolta ai suoi “compatrioti” pubblicata su diversi quotidiani francesi. 

Nella lettera, il presidente parla delle numerose sfide affrontate nel corso del suo mandato – dalla lotta al terrorismo, alla pandemia fino alla guerra in Ucraina – e annuncia quali sono le nuove sfide che il Paese si troverà ad affrontare nei prossimi anni: la minaccia alla democrazia, la crescita delle disuguaglianze, il cambiamento climatico, il crollo demografico e la trasformazione tecnologica.

Entrando nello specifico, i principali obiettivi del programma elettorale di Macron sono in continuità con quanto fatto negli ultimi cinque anni. Tra le riforme elencate nella lettera troviamo la volontà di abbassare le imposte alle imprese e quella di favorire gli investimenti nei settori dell’innovazione tecnologica e dell’energia rinnovabile, il digitale, l’agricoltura e lo spazio. Nell’ideale di Macron la Francia dovrebbe riuscire a imporsi come uno Stato all’avanguardia nei settori fondamentali del futuro, con lo scopo di abbandonare al più presto la dipendenza da carbone, gas, petrolio e, inevitabilmente, anche dagli Stati da cui vengono importati. 

Secondo Macron, per costruire questo nuovo ideale di Francia, è altrettanto fondamentale il consolidamento dell’aspetto sociale e culturale. Per questo, nella sua lettera ai francesi parla anche di rafforzare il sistema scolastico, con lo scopo di eliminare le disuguaglianze alla radice, di assistere disabili e anziani e di preservare la cultura francese.

Per il resto, Macron non sembra particolarmente propenso a fornire ulteriori dettagli del suo programma elettorale. A causa della crisi in Ucraina, e del ruolo di mediatore che si è ricavato già dalle fasi precedenti all’invasione, Macron sembra abbia optato per una campagna elettorale di basso profilo, con la partecipazione a pochi e selezionati eventi e senza alcuna intenzione di confrontarsi direttamente con i propri avversari.

D’altronde, i sondaggi dicono che Macron non ha davvero bisogno di svolgere una campagna elettorale aggressiva, forte di un rassicurante 28% raggiunto proprio dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Tale risultato è la dimostrazione di quanto i francesi stiano apprezzando il suo impegno per scongiurare il peggioramento della situazione a livello internazionale. 

Valérie Pécresse: la candidata de Les Républicains

Chi è?

Valérie Pécresse è diventata la candidata ufficiale dei repubblicani francesi dopo aver vinto le primarie del partito il 4 dicembre 2021 con oltre il 60% dei voti, al secondo turno, sul collega Eric Ciotti.

Laureata in economia alla prestigiosa École des hautes études commerciales di Parigi, Pécresse iniziò la sua carriera politica nel 1998, collaborando con l’allora presidente della Repubblica Jacques Chirac. Durante la presidenza di Nicolas Sarkozy, Pécresse prese parte ai tre diversi governi guidati da François Fillon, dal 2007 al 2011 alla guida del ministero dell’Università e la Ricerca e nel biennio 2011-2012 come ministra del Budget, oltre a essere la portavoce del primo ministro. Dal 2015, invece, è presidente del Consiglio regionale dell’Ile-de-France, dove è stata da poco rieletta per un secondo mandato.

Da sempre appartenente all’area repubblicana, Pécresse nel 2017 iniziò una lotta interna al partito, accusato di aver virato verso idee troppo conservatrici. Nel 2019 la frattura divenne ufficiale, con Pécresse che si distaccò dai repubblicani per creare il movimento Libres!. L’esperimento non portò però a risultati soddisfacenti, per questo nel 2021 l’ex ministra è rientrata ne Les Républicains, con l’obiettivo di vincere le primarie in vista delle presidenziali. 

Cosa propone?

Pur avendo vinto le primarie repubblicane come la candidata con il profilo più moderato, nel corso dei mesi di avvicinamento alle elezioni Pécresse ha dimostrato molte affinità con la destra più estrema. Soprattutto per quanto riguarda l’immigrazione e la sicurezza, la candidata repubblicana ha fatto dichiarazioni molto simili a quelle di candidati come Éric Zemmour e Marine Le Pen.

Parlando dell’immigrazione, Pécresse si è espressa con toni molto duri affermando che per porre fine al «flusso di immigrazione incontrollato» sia necessario introdurre misure restrittive, come delle quote di immigrati annuali, lo stop allo Ius soli automatico e riservando gli aiuti sociali ai francesi e agli immigrati regolari da almeno cinque anni. Inoltre, in queste circostanze, sarebbe per Pécresse auspicabile rafforzare sia il processo per ottenere la cittadinanza francese sia il processo delle espulsioni degli irregolari.

Per quanto riguarda il tema della difesa, la candidata repubblicana ritiene che sia opportuno mettere sotto osservazione le moschee, con l’intento di chiudere quei luoghi di culto islamici in cui si tengono discorsi anti-francesi. 

Il suo programma economico invece resta di stampo tradizionalmente liberale. Tra i suoi progetti più importanti troviamo l’aumento dell’età pensionabile da 62 a 65 anni (riforma già tentata da Macron a cui i lavoratori hanno risposto con un lungo sciopero), un taglio di circa 150 mila posti di lavoro statali e l’allungamento della settimana lavorativa da 35 a 39 ore. Il suo obiettivo sul lungo periodo è quello di ridurre il debito pubblico fino al 100% del PIL entro il 2027. 

Pécresse – che si definisce due terzi Angela Merkel e un terzo Margareth Thatcher – ha dichiarato che se diventasse presidente i francesi dovrebbero lavorare di più e lo Stato inizierebbe a spendere di meno e meglio.

Stando ai sondaggi, però, le possibilità che Valérie Pécresse diventi la prima presidente della Repubblica francese donna sono molto remote, come pure sono estremamente limitate le possibilità che riesca a ottenere i voti necessari per arrivare al ballottaggio. Le posizioni estreme dimostrate durante la campagna l’hanno portata in un vicolo cieco: da una parte i repubblicani moderati che si riconoscono in Macron, dall’altra quelli più affini alle idee dell’estrema destra, che preferiscono la “versione originale” di Marine Le Pen.

 

Fonti e approfondimenti

Basso, Davide, “How Valérie Pécresse is killing her own campaign”, Euractiv, 15/02/2022. 

 Brunet, Romain, “Spirited, disruptive, impotent? Five years of Macron on the international stage”, France24, 03/03/2022.

Cohen, Roger, “Emmanuel Macron Goes Low-Key, Finally Declaring Bid for Re-election”, The New York Times 03/03/2022.

France24, “Macron to unveil programme as elections loom”, 17/03/2022. 

Krugman, Paul, “Wonking Out: France’s Economy Is Having a Good Pandemic”, The New York Times, 14/01/2022.

Les Echos, “Présidentielle: la lettre d’Emmanuel Macron aux Français”, 03/03/2022. 

Paris, Gilles, “Emmanuel Macron’s “à la carte” campaign”, Le Monde, 09/03/2022. 

POLITICO, Poll of Polls, (consultato il 01/04/2022).

Willsher, Kim, “Europe must be more independent and shore up its defense, says Macron”, The Guardian, 03/03/2022. 

Le Monde, “Le programme de Valérie Pécresse à la présidentielle 2022”, 14/02/2022.

 

Editing a cura di Francesco Bertoldi

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