Referendum Porto Rico: dopo il Sì sogna l’America

referendum porto rico
Sarang - Wikimedia Commons - Public Domain

Porto Rico potrebbe diventare lo Stato numero 51 degli Usa. Nell’ex colonia spagnola, territorio americano da fine Ottocento, si è tenuto un referendum consultivo sullo status giuridico del Paese. E con il 97% dei voti, secondo i risultati  definitivi, Porto Rico ha scelto di entrare a far parte degli Stati Uniti. Molto scarsa tuttavia la partecipazione: solo il 22,7% dei 2,2 milioni di aventi diritto è andato alla urne. Secondo i dati diffusi dal sito web della Commissione elettorale di Stato (Cee), 486.725 elettori hanno scelto di entrare a fare parte degli Stati Uniti. Il referendum prevedeva altre due opzioni: mantenere lo status quo o chiedere l’indipendenza.

Quello svoltosi domenica è il quinto referendum consultivo sullo status dell’isola dal 1967. Nonostante rifletta la volontà di meno di un quarto degli elettori totali, Ricardo Rossello, il neo governatore dell’isola caraibica, ha promesso di voler difendere “a Washington e nel mondo intero” il risultato: “Ci presenteremo sulla scena internazionale per difendere l’importanza di vedere Porto Rico diventare il primo Stato ispanico degli Stati Uniti”, ha dichiarato, dopo aver sostenuto la campagna di “decolonizzazione” dell’isola.

Non è la prima volta che ai portoricani viene chiesto di esprimersi sullo status del loro paese. Al momento Porto Rico viene definito uno “stato associato degli Stati Uniti”, con il cui governo federale americano ha un rapporto giuridico particolare e complicato: per esempio, chi nasce sul territorio portoricano acquisisce la cittadinanza statunitense ma non ha il diritto di votare per il presidente degli Stati Uniti. Sulla questione dello status, i portoricani hanno già votato quattro volte: nel 1967, nel 1993 e nel 1998 gli elettori si espressero a maggioranza per non cambiare la propria situazione. Poi, nel 2011, il Congresso americano approvò una legge che permetteva a Porto Rico di decidere sulla propria identità. Venne quindi indetto un nuovo referendum, che si tenne nel 2012, nel quale si decise l’adesione agli Stati Uniti come 51° stato. L’affluenza fu molto maggiore rispetto a quella del referendum di ieri, organizzato dal Partido Nuevo Progresista (PNP), che in questo momento controlla il governo locale e l’assemblea legislativa.

Il referendum è invece stato boicottato dal partito di opposizione Popolare Democratico e dal più piccolo partito PIP (Partido Independentista Puertorriqueno), che hanno anche organizzato per la giornata referendaria una marcia di protesta contro la consultazione. I partiti di opposizione hanno  boicottato il voto, ritenendolo di fatto incapace di avere alcun effetto sul Congresso statunitense. La maggior parte di loro rifiuta la nozione su cui si è basato lo stesso testo del referendum, che per come è stato formulato esprime l’accettazione implicita dello status di Porto Rico come una colonia degli Stati Uniti. Secondo l’opposizione, non servirà a niente andare al Congresso americano con il risultato del referendum di domenica, come invece ha detto di avere intenzione di fare Ricardo Rossello. Già nel 2012, dicono i politici di opposizione, l’esito del voto non aveva condizionato per niente le politiche degli Stati Uniti. Fernando Martín García, leader del partito di opposizione Partido Independentista Puertorriqueno (PIP), ha definito il dato sull’affluenza un “disastro totale”.

Sono stati indetti molte volte referendum per l’annessione di Porto Rico, ma più frequentemente ad affermarsi sono stati coloro i quali sostengono sia meglio mantenere la situazione attuale, ossia la libera associazione. Il principale motivo è la preoccupazione data dall’eventuale difficile inserimento di un popolo di cultura ispanica in un contesto sociale prevalentemente di lingua inglese. Se Porto Rico diventasse uno Stato federato sarebbe il 29º per popolazione e avrebbe diritto a cinque seggi alla Camera dei rappresentanti, due al Senato e a sette grandi elettori del Presidente.

Nonostante il voto referendario, di per sé non vincolante, la strada verso lo statehood, l’accettazione di Porto Rico come cinquantunesimo Stato Usa, non è così facile. Il primo ostacolo è proprio di ordine economico: sia il parlamento americano che Donald Trump non hanno intenzione di sostenere il salvataggio pubblico dell’isola, che è stata ribattezzata la “Grecia dei Caraibi”. Un altro ostacolo è il colore politico di Porto Rico, prevalentemente democratico. Il Congresso statunitense, a maggioranza repubblicana, vedrebbe con preoccupazione il suo ingresso a pieno titolo nella Federazione.

 

Da dieci anni Porto Rico si trova in una profonda crisi economica e fiscale, tale per cui lo scorso 3 maggio ha richiesto a un tribunale la bancarotta assistita poiché ha un debito di 73 miliardi di dollari. È la più grande bancarotta municipale della storia degli Stati Uniti. Diventare il 51esimo stato degli Stati Uniti gli permetterebbe di beneficiare delle leggi sulla bancarotta statunitensi, che stabiliscono un metodo con cui gli investitori stessi possono recuperare almeno parte del loro denaro. I grandi problemi economici di Porto Rico sono una delle ragioni principali per cui allo Stato converrebbe diventare parte degli Stati Uniti; allo stesso tempo chi è contrario all’annessione crede sia stata data troppa importanza al punto di vista economico e poca a tutta la tradizione culturale e identitaria che si perderebbe diventando parte degli Stati Uniti.

Porto Rico quindi dovrà aspettare gli Stati Uniti per la effettiva attuazione del risultato referendario, non essendo vincolante per il Congresso. La palla passa ora in mano a Trump, che dovrà decidere quindi le sorti del “nuovo” corso di Porto Rico.

 

 

Fonti e Approfondimenti:

https://www.theguardian.com/world/2017/jun/12/puerto-ricans-vote-in-favour-of-being-51st-us-state-but-doubts-remain

https://www.theguardian.com/world/2017/jun/10/puerto-rico-vote-statehood-us-economy

https://ballotpedia.org/Puerto_Rico_Statehood,_Independence,_Free_Association,_or_Current_Status_Referendum_(2017)

http://www.bbc.com/news/world-us-canada-40222376

Be the first to comment on "Referendum Porto Rico: dopo il Sì sogna l’America"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: