Il Comitato europeo delle regioni: cos’è e come funziona

7 October 2013, Opening Session of the OPEN DAYS 2013 EU OPEN DAYS 2013 #euopendays Belgium - Brussels - October 2013 © Committee of the Regions / Wim Daneels

Istituito ufficialmente nel 1994, il Comitato europeo delle regioni (CdR) è un organo consultivo che ha l’obiettivo di dare voce agli enti locali e regionali dell’Unione europea

Le origini

La necessità di un luogo che rappresentasse gli interessi locali e regionali era presente già dagli anni Sessanta, quando l’ipotesi della sua creazione era stata avanzata nel Parlamento europeo e nei vari gruppi e associazioni locali della nascente Comunità europea. L’idea acquisì sempre più concretezza a partire dalla metà degli anni Ottanta, quando le circostanze si fecero particolarmente favorevoli. Infatti, le regioni e le politiche regionali furono viste come un tassello importante per la piena realizzazione del mercato unico e del progetto europeo

In particolare, la presidenza Delors investì molto sul coinvolgimento delle realtà regionali e locali, poiché riteneva che per assicurare il libero movimento di beni, servizi, capitali e persone fosse necessario evitare eccessivi squilibri economici a livello regionale. Nel 1987, fu lanciata la prima riforma delle politiche regionali: la base per un’attiva partecipazione delle regioni e delle città alla vita politica europea.

Inizialmente, il Comitato si concretizzò sotto forma di consiglio regionale di natura consultiva in seno alla Commissione europea. Solo successivamente, in vista della firma del Trattato di Maastricht, si prepararono le negoziazioni per dar vita a un organo separato, che non si occupasse del coinvolgimento delle regioni solo da un punto di vista tecnico ma anche politico.

Composizione

Il Comitato è composto da 329 membri titolari e 329 supplenti, proposti dalle amministrazioni locali e regionali e poi nominati dal Consiglio per un mandato rinnovabile di cinque anni. Condizione imprescindibile è che i governi scelgano tra rappresentanti democraticamente eletti, per esempio sindaci o consiglieri regionali. Ogni Stato membro dell’Unione europea ha una propria delegazione nazionale all’interno del Comitato, la quale è proporzionale alla popolazione e rappresenta l’equilibrio complessivo del Paese dal punto di vista politico, geografico e regionale.

Ogni due anni e mezzo, il Comitato elegge un proprio presidente e un vice-presidente. Il presidente rappresenta il CdR e ne dirige il lavoro; in caso di sua assenza o impossibilità, le sue funzioni sono svolte dal vice. Attualmente, il presidente del CdR è ​Apostolos Tzitzikostas.

All’interno dell’assemblea, i membri seguono la suddivisione in gruppi politici del Parlamento europeo. Al momento, sono presenti membri appartenenti al Partito popolare europeo, Partito socialista europeo, Renew Europe, Conservatori e riformisti europei, Alleanza europea, Verdi.

Il Comitato si riunisce a Bruxelles circa cinque o sei volte l’anno in sessione plenaria. Normalmente, il CdR opera attraverso sei commissioni, le quali discutono le proposte di legge, formulano dei pareri e infine li presentano in sede plenaria per essere adottati. Le commissioni, divise per materia, sono:

  1. CIVEX – Commission for Citizenship, Governance, Institutional and External Affairs
  2. COTER – Commission for Territorial Cohesion Policy and EU Budget
  3. ECON – Commission for Economic Policy
  4. ENVE – Commission for Environment, Climate change and Energy
  5. NAT – Commission for Natural Resources
  6. SEDEC – Commission for Social Policy, Education, Employment, REsearch and Culture

Funzione

Uno dei compiti principali del CdR è esprimere il proprio parere su qualsiasi legislazione europea abbia un impatto sulle regioni e sulle città, ossia su circa il 70% del corpo legislativo europeo. Pertanto, il legislatore europeo deve consultare il Comitato delle Regioni quando intende produrre norme riguardanti materie quali la sanità, l’istruzione, le politiche sociali, le politiche di coesione economica e sociale, i trasporti, l’energia e la lotta al cambiamento climatico

Nel caso in cui la Commissione (che detiene l’iniziativa legislativa), il Parlamento e il Consiglio (entrambi co-legislatori) mancassero di consultare il CdR, esso può adire alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Una volta ricevuta la proposta di legge, il Comitato elabora e adotta un parere, che viene poi diffuso all’istituzione competente. Alternativamente, il CdR può anche esprimere un parere su propria iniziativa.

Dal punto di vista funzionale, l’obiettivo principale  del Comitato delle regioni è di avvicinare i cittadini europei all’Unione. Infatti, coinvolgendo gli amministratori locali che vivono in costante contatto con le esigenze dei propri cittadini, il Comitato mira a ridurre la distanza tra i contesti regionali e il lavoro delle istituzioni europee. In particolare, il CdR organizza consultazioni con le autorità nazionali, regionali e locali, avvalendosi di esperti e stakeholders di diversa natura, in modo tale da formulare i propri pareri nel modo più completo e partecipativo possibile.

Inoltre, il Comitato cerca di promuovere attivamente la cooperazione, sia al proprio interno sia all’esterno. In particolare, da febbraio 2007, all’interno del CdR si sono formati dei gruppi interregionali, ossia dei gruppi di interesse attraverso cui i membri discutono temi specifici. Per quanto riguarda, invece, la cooperazione transfrontaliera, il Comitato coordina dei network con organizzazioni a carattere regionale quali la Eastern Partnership (CORLEAP), l’Assemblea Euro-Mediterranea (ARLEM), l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e il Consiglio d’Europa.

 

Fonti e approfondimenti

Birte Wassenberg, The history of the Committee of the Regions

European Committee of the Regions

Comitato europeo delle regioni

Membri del Comitato europeo delle regioni

 

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