Presidenziali 2022 in Brasile: diritti sociali e ambiente secondo Lula e Bolsonaro

@PSB Nacional 40 - Wikimedia Commons - CC BY 2.0 / @Palácio do Planalto - Wikimedia Commons - CC BY 2.0

Il vincitore delle elezioni presidenziali brasiliane emergerà dal ballottaggio del 30 ottobre tra Luiz Inácio Lula da Silva e Jair Messias Bolsonaro

Per misurare la distanza tra queste due personalità, centrali nella scena politica del Paese, e capire quali progetti ciascuno porterebbe avanti in caso di vittoria, è utile analizzare le politiche concretizzate nei rispettivi mandati presidenziali in due ambiti chiave: diritti sociali e tutela dell’ambiente. 

Bolsa familia e assistenzialismo

Nel periodo trascorso alla guida del Brasile (2002-2010), Lula ha affrontato le disuguaglianze sociali del Paese attraverso l’adozione di misure volte a migliorare le condizioni di vita delle fasce più povere della popolazione.

A partire dal 2001, infatti, nel contesto del Programa Fome Zero (Programma Fame Zero) dell’Organizzazione Mondiale per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), sono stati implementati una serie di sussidi a beneficio di oltre nove milioni di famiglie.

Il più celebre è il programma Bolsa Família (Borsa Famiglia), messo a punto nel 2003  durante la prima presidenza Lula, che prevedeva l’erogazione di una somma mensile ai nuclei familiari sotto la soglia di povertà (coincidente con un reddito mensile inferiore ai 178 reais per membro del gruppo familiare) o in condizioni di povertà estrema (corrispondente a un reddito mensile inferiore agli 89 reais per membro del gruppo familiare). Il calcolo dell’importo da consegnare ai beneficiari teneva in considerazione non solo le condizioni economiche, ma anche la composizione del nucleo familiare (presenza o meno di donne incinte o in allattamento e/o di figli minorenni).

La particolarità del programma è che l’accesso alle somme di denaro è vincolato al rispetto di obblighi relativi all’istruzione (i figli devono essere iscritti a scuola e rispettare un requisito di frequenza obbligatoria) e alla salute (i bambini devono sottoporsi ai vaccini e a controlli medici regolari, le donne in gravidanza devono effettuare le visite prenatali).  

Alcune voci hanno manifestato scetticismo sulla concreta capacità di questo genere di misure di ridurre le disuguaglianze sociali nel Paese. Nonostante ciò, la diminuzione della povertà e l’aumento del tasso di alfabetizzazione riconducibili a questo programma sono alla base dell’elevata popolarità guadagnata da Lula durante il suo mandato.

La salute e la tutela delle minoranze

Il governo del Partido dos Trabalhadores (PT) è intervenuto a beneficio delle fasce di popolazione più fragili anche nel settore della salute

Un esempio è il programma Farmácia Popular do Brasil (Farmacia Popolare del Brasile), del 2004, che prevede che lo Stato paghi alle farmacie il 90% del costo di un elenco di farmaci considerati essenziali, o addirittura, nel caso di medicine per diabete e ipertensione, che copra l’intero prezzo. Con questo meccanismo, le farmacie aderenti al programma possono vendere i medicinali di uso comune a prezzi calmierati o gratuitamente.

La presidenza di Lula va ricordata anche per la creazione di entità istituzionali a tutela di categorie discriminate, come la Secretaria de Políticas para as Mulheres (Segreteria di Politiche per le Donne) e la Secretaria Especial de Políticas de Promoção da Igualdade Racial (Segreteria Speciale di Politiche di Promozione dell’Uguaglianza Razziale), fondate nel 2003.

Il volto del Partido dos Trabalhadores (PT) aveva dimostrato anche il suo appoggio alla causa LGBTQ+, promuovendo, nel 2004, il programma Brasil sem Homofobia (Brasile senza Omofobia) e aprendo la prima Conferenza Nazionale LGBT nel giugno 2008. 

Tuttavia, voci appartenenti a movimenti femministi e alla comunità afrodiscendente, nonché al movimento LGBTQ+, hanno criticato questi provvedimenti. Essi, infatti, vengono considerati atti simbolici e inadeguati ad affrontare le profonde problematiche strutturali di violenza di genere, discriminazione e razzismo istituzionalizzato che ancora oggi piagano il Brasile.

La libertà secondo Bolsonaro

Per quanto riguarda Bolsonaro, le politiche sociali ruotano attorno alla difesa della libertà.

Questo concetto viene declinato nel senso di garantire la libertà religiosa e di espressione del pensiero, valori utilizzati da Bolsonaro per difendere i gruppi religiosi di stampo conservatore che fomentano il pregiudizio verso la comunità LGBT+.

Un’altra sfumatura della libertà riguarda il diritto alla legittima difesa, in forza del quale, a partire dal 2019, il governo ha facilitato notevolmente l’accesso dei cittadini alle armi da fuoco e raddoppiato la durata del porto d’armi da cinque a dieci anni.

Nonostante gli esperti ritengano che almeno due terzi della popolazione non abbia accolto favorevolmente la misura, nell’anno 2020 in Brasile sono state registrate 186.071 nuove armi, un aumento del 97% rispetto all’anno precedente.

Il governo uscente ha dimostrato di non avere altrettanta sensibilità nei confronti del più ampio tema dei diritti umani: come denunciato da Amnesty International, infatti, durante il mandato di Bolsonaro circa diciannove milioni di brasiliani non hanno potuto accedere a un’alimentazione stabile e sicura (un trend in forte crescita dal 2018 e peggiorato durante la pandemia) e le minoranze, soprattutto indigene e quilombolas (comunità nere discendenti degli africani schiavizzati) sono state particolarmente colpite dai tagli ai sussidi effettuati  dal governo federale.

Auxilio brasil e la pandemia

Nonostante le forti critiche espresse nei confronti dell’assistenzialismo simboleggiato dal programma Bolsa Família, durante la pandemia il governo ha adottato una misura analoga, denominata Auxílio Brasil (Aiuto Brasile), per far fronte alle difficoltà economiche della popolazione.

Questo progetto, che ha sostituito Bolsa Família, distribuisce alle famiglie in stato di povertà o di povertà estrema una rendita mensile di 400 reais (il costo della vita medio di un singolo individuo viene stimato in 499 reais mensili, senza contare l’affitto). 

Originariamente destinato a cessare alla fine del 2022, il programma è stato rilanciato durante la campagna elettorale di Bolsonaro, che ha promesso (bypassando il divieto di istituire sussidi negli anni elettorali) di portare a 600 reais la somma erogata attraverso il programma  in caso di rielezione.

Auxílio Brasil è stato molto criticato, sia perché presenta meccanismi di accesso complicati, sia perché è stata necessaria una modifica costituzionale per superare i limiti imposti alla spesa pubblica e ottenere i fondi necessari a finanziarlo (106 miliardi di reais, corrispondenti a più di 20.000 euro). Queste critiche si sono aggiunte a quelle rivolte alla disastrosa gestione della pandemia, che in Brasile ha superato le 688.000 vittime.

La tutela dell’ambiente

La politica ambientale di Lula viene considerata un successo per quanto riguarda la difesa dell’Amazzonia, poiché, a partire dal suo primo mandato, i dati dell’Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais (INPE) hanno registrato un costante calo della deforestazione (da 27.700 km2 a 4.500 km2 l’anno tra il 2004 e il 2012).

Questo trend, reso possibile anche dalla sensibilità maturata sul tema dalla società civile, è stato favorito dal Plano de Proteção e Combate ao Desmatamento na Amazônia (Piano di Protezione e Contrasto alla Deforestazione in Amazzonia), volto a contrastare lo sfruttamento abusivo della foresta per il commercio di legname e l’allevamento, nonché la creazione di miniere illegali.

A ciò si aggiungeva l’impegno a rendere le popolazioni indigene partecipi della tutela della foresta, attraverso il riconoscimento dei loro diritti sulle terre ancestrali, nonostante alcune voci abbiano evidenziato un rallentamento nelle procedure necessarie da parte di Lula rispetto ai predecessori.

Nel suo programma elettorale, Lula pone l’accento sulla necessità di ripristinare la difesa dell’Amazzonia. In particolare, propone di subordinare lo sfruttamento della foresta al rispetto della tecnica di “desmatamento líquido zero (deforestazione a impatto zero). Questa pratica prevede che lo sfruttamento di una parte del territorio forestale vada di pari passo con la riforestazione di altre aree e il recupero delle zone degradate.

L’atteggiamento permissivo di Bolsonaro

Secondo la retorica della destra, la tutela dell’Amazzonia deve essere bilanciata con la promozione dello sviluppo economico del territorio, in particolare dei settori dell’agricoltura e dell’allevamento, della pesca e della produzione di fertilizzanti finalizzata all’esportazione.

Il sito di debunking di informazioni a tema ambientale Fakebook.eco ha denunciato che, in conseguenza di questo approccio, il governo Bolsonaro ha progressivamente indebolito gli organismi di monitoraggio della deforestazione. Ciò è avvenuto sia tagliando fondi alle agenzie governative competenti a sanzionare i comportamenti illeciti, sia attraverso tentativi di delegittimazione delle informazioni e dei dati diffusi dai media e dall’Instituto Nacional de Pesquisas Nacionais (INPE).

Questo, insieme al fallimento delle operazioni di contrasto ai crimini ambientali annunciato dal vicepresidente Hamilton Mourão, ha determinato un aumento costante della

deforestazione, che ha raggiunto nel 2021 la quota di 13.000 km2, il livello più elevato dal 2006. Nel 2020, inoltre, il Brasile è stato l’unico Paese al mondo a veder aumentare i livelli di emissione di CO2.

L’atteggiamento permissivo manifestato dall’inquilino del Palácio de Planalto, il palazzo del governo brasiliano, nei confronti dello sfruttamento economico dell’Amazzonia ha anche danneggiato le comunità indigene e i loro territori ancestrali. Queste comunità, infatti, hanno definito anti-indigena la politica perseguita dal governo brasiliano ed è stata persino presentata alla Corte Penale Internazionale una richiesta di indagini nei confronti di Jair Bolsonaro per il crimine di ecocidio. Nonostante il presidente abbia affermato di voler incoraggiare la partecipazione delle comunità indigene all’economia del Paese, infatti, nel concreto la sua politica ha incoraggiato pratiche commerciali predatorie (ad esempio attività illegali di taglio di legname e scavi per la creazione di miniere) incompatibili con la salvaguardia della loro terra.

Oltre a questo, Bolsonaro ritiene che promuovere il turismo nelle aree abitate dalle popolazioni ancestrali favorisca la loro integrazione, nonostante questo progetto sia osteggiato dall’Articulação dos Povos Indígenas do Brasil (APIB), che teme un’apertura senza regole chiare da parte del governo a tutela di comunità già fragili. 

I trascorsi dei candidati alla presidenza del Brasile mostrano che il Paese si trova a un bivio non solo ideologico, ma anche in bilico tra due scenari diametralmente diversi su temi particolarmente delicati come la salute, la protezione dell’ambiente e le politiche sociali.  

 

Fonti e approfondimenti

Aline Gazola Hellmann, How does Bolsa Familia Work? Best Practices in the Implementation of Conditional Cash Transfer Programs in Latin America and the Caribbean, Inter-American Development Bank, settembre 2015

BBC Mundo, El legado de los ocho años de Lula en el poder, 14/12/2010

BBC News, Jair Bolsonaro and guns: A US culture war raging in Brazil, 15/11/2021

Felipe Werneck, Leila Salim, Jaqueline Sordi, Claudio Angelo, 17 delírios ambientais do plano de governo do Jair, Fakebook.eco, 15/08/2022

Isabel Cristina Martins Emmerick, José Miguel do Nascimento Jr, Marco Aurélio Pereira, Vera Lucia Luiza, Dennis Ross-Degnan & ISAUM-Br Collaborative Group, Farmácia Popular Program: changes in geographic accessibility of medicines during ten years of a medicine subsidy policy in Brazil, Journal of Pharmaceutical Policy and Practice, 09/03/2015

Jurema Werneck, Erika Guevara Rosa, 1,000 days of Bolsonaro and Brazil’s grave human rights crisis, 20/10/2021

Katie Surma, Bolsonaro should be tried for crimes against humanity, Indigenous leaders say, Nbc News – Inside Climate News, 24/01/2021

Pelo Bem do Brasil, Plano de Governo 2023 – 2026 Bolsonaro

Reuters, Human Rights Watch says Bolsonaro a threat to democracy in Brazil – report, 13/01/2022

Vamos Juntos Pelo Brasil, Diretrizes Para O Programa De Reconstrução Do Brasil Lula 2023-2026

 

Editing a cura di Elena Noventa

 

Be the first to comment on "Presidenziali 2022 in Brasile: diritti sociali e ambiente secondo Lula e Bolsonaro"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: