Oggi, 23 giugno 2016, con il terzo referendum nella storia del Regno Unito a livello nazionale, gli elettori inglesi sono chiamati ad esprimersi su una scelta epocale che potrebbe modificare, nei prossimi mesi, gli assetti di tutta l’Unione Europea e non solo.
Abbiamo già parlato più volte del Brexit per spiegarvi sia in cosa consiste e quali sono stati, nel Regno Unito, gli attori della campagna dei “Leave” e quelli della campagna “Remain“.
Abbiamo inoltre esposto i possibili scenari economici di un’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ed oggi, nel giorno del voto, vi illustriamo una panoramica sulle posizioni dei più influenti paesi dell’Unione circa il Brexit.
Secondo le analisi condotte dal Pew Research Center su dieci paesi dell’Unione Europea analizzati, l’unico che mostra una percentuale abbastanza ampia favorevole all’uscita del Regno Unito, è la Francia, paese in cui, stando alle ultime fonti dell’Ifop, Marie Le Pen, leader del Front National, si sarebbe assestata intorno ad un 29% di preferenze.
Francia
E’ quindi utile partire proprio dalla Francia, e dalle due visioni opposte incarnate da Hollande e Le Pen, per comprendere i punti di vista degli europei sul Brexit.
Hollande ha rotto un lungo silenzio circa la questione, dovuto principalmente alla volontà di non incrementare, essendo a capo di una delle nazioni più forti nel panorama dell’unione, la campagna dei Leave nel Regno Unito. Ha quindi affermato di non voler spaventare gli inglesi ma semplicemente affermare la verità quando parla di conseguenze importanti in diverse aree quali quelle del mercato, finanziarie e per quanto attiene gli scambi economici tra i due paesi. Il presidente ha sottolineato inoltre che tutte queste conseguenze non consisteranno in qualcosa di catastrofico ma andranno a riguardare i rapporti a tutto tondo, non saranno intaccate le relazioni storiche tra i due paesi ma avverrà un cambiamento in particolare per quanto riguarda il problema dell’immigrazione. Di notevole importanza è stata l’affermazione per cui le succitate conseguenze ci saranno sia che vinca il si che in caso di uscita, in quanto, secondo il parere dello stesso Hollande: “Tutte le volte che le persone si esprimono in un referendum ci sono delle conseguenze“
Ad opporsi alla visione del presidente c’è il Front National di Marie Le Pen.
Il leader dell’estrema destra francese ha infatti affermato che ogni popolo ha il diritto di votare sulla propria appartenenza all’Unione Europea proponendo, in caso di vittoria alle prossime elezioni, l’organizzazione di un Frexit, come spiegato all’Europe of Nations and Freedom formato dagli europarlamentari di estrema destra svoltosi a Vienna.
Ma la Francia non è l’unico paese in cui si scontrano due opposte visioni circa il Brexit ed in cui, in particolare, la posizione più favorevole è incarnata dai movimenti di estrema destra o populisti.
Germania
In Germania, la Merkel, rompendo anche lei un lungo silenzio, dopo aver sottolineato che la decisione spetta agli elettori inglesi ha espresso il suo personale desiderio di vedere il Regno Unito ancora nell’Unione Europea, all’indomani del referendum. Ha inoltre affermato come il paese non possa aspettarsi, dopo il Brexit, di ricevere la stessa qualità di compromessi con gli stati membri se non potrà condividere i costi, così come i benefici, del mercato comune. Nel spiegare ciò la cancelliera si è servita di esempi passati per illustrare come, nei negoziati con i paesi al di fuori dell’unione, i compromessi stipulati non hanno mai raggiunto gli stessi risultati rispetto a quelli stipulati all’interno dell’unione.
Su una posizione di mezzo si pone invece l’Alternative für Deutschlan, partito tedesco di estrema destra, che afferma come l’uscita del Regno Unito sarebbe fatale in quanto, come affermato dal leader del partito Frauke Petry, il paese è l’unico che si è sempre opposto più o meno fermamente agli irrazionali tentativi di espansione dell’Unione. La preoccupazione per l’AfD sta inoltre nel fatto che, con l’uscita di un paese così forte a livello economico, tutte le perdite finanziarie dell’Ue ricadrebbero sulla Germania.
Comunque, nonostante le affermazioni del ministro delle finanze tedesco Schäuble, per cui, il Regno Unito non dovrebbe aspettarsi, dopo l’uscita, un trattato economico favorevole, l’opinione comune è che la Germania, rispetto alla Francia, a causa degli intensi rapporti commerciali che intrattiene con gli inglesi potrebbe mantenere una linea più morbida rispetto all’intransigenza francese.
Austria
Italia
You won’t be brought around or frightened into your choice by pleas or insults. As British people, you will always rise to the occasion. You’ll never walk alone.
We Europeans will respect your voice, your choice, your decision. But that choice has never before been to retreat or to move backwards.
We will be cheering for Great Britain in Europe. Not just because you’ll be staying with us, but because, as the ancient Romans used to say: Sibi constet: stay constant, stay true to yourselves. Remain.”
Fonti ed Approfondimenti
PEW Pew Research Center: http://www.pewglobal.org/2016/06/07/euroskepticism-beyond-brexit/
Repubblica: http://www.repubblica.it/esteri/2016/06/20/news/francia_marine_le_pen_sogno_frexit-142428040/
THE GUARDIAN:
http://www.theguardian.com/politics/2016/mar/03/francois-hollande-brexit-would-affect-immigration
http://www.theguardian.com/politics/2016/jun/02/angela-merkel-britain-remain-eu-european-union
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