A scuola in Europa: istruzione e istituzioni europee

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Ogni anno quasi cento milioni di studenti siedono tra i banchi delle scuole pre-primarie, primarie, secondarie e delle università dei 27 Stati membri dell’Unione europea. Con il progetto “A Scuola in Europa” cercheremo di analizzare e approfondire i livelli di istruzione e scolarizzazione di questi Paesi servendoci di diversi indicatori, dagli investimenti pubblici ai diversi sistemi educativi, per poi affrontare i fenomeni dell’abbandono scolastico e quello del rapporto tra multiculturalismo e scuola.

Per comprendere il contesto europeo è necessario prima soffermarsi sul rapporto tra l’Unione europea e le politiche legate all’educazione e all’istruzione, analizzando il ruolo delle istituzioni di Bruxelles e Strasburgo in una materia di cui gli Stati, a ogni modo, restano i principali responsabili.

 

L’istruzione nei trattati europei

L’istruzione – assieme alla formazione professionale, la gioventù e lo sport – è trattata nel Titolo XII del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea. Nello specifico, è il primo comma dell’art. 165 che tratta esclusivamente di istruzione, evidenziando che l’Unione contribuisce allo sviluppo dell’istruzione incentivando la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, sostenendo e integrando la loro azione nel pieno rispetto della responsabilità degli Stati riguardo ai contenuti dell’insegnamento, l’organizzazione dei sistemi scolastici e le specifiche diversità culturali e linguistiche.

Sempre nell’art. 165 comma 2 del TFUE viene approfondita l’azione dell’UE in materia di istruzione, precisando che le istituzioni europee si impegnano principalmente per favorire lo sviluppo della dimensione europea dell’istruzione attraverso la diffusione delle lingue degli Stati membri, favorendo la mobilità di alunni e insegnanti e la cooperazione tra gli istituti. 

 

L’istruzione della strategia “Europa 2020”

La volontà di ricoprire un ruolo importante nel rafforzamento dell’istruzione degli Stati membri da parte delle istituzioni europee è emersa anche quando, nel 2010, l’istruzione divenne uno dei cinque obiettivi principali della strategia “Europa 2020”. 

Uno dei punti della strategia decennale, messa in campo dalla Commissione europea per far fronte alle ripercussioni economiche e sociali della crisi finanziaria del 2008, riguardava nello specifico l’abbandono scolastico. Secondo quanto previsto dalla strategia, gli Stati dovevano impegnarsi per abbassare la media europea dell’abbandono scolastico precoce sotto la soglia del 10%. Sempre nel quadro di “Europa 2020”, era stata prevista un’iniziativa faro, “Youth on the move”, per promuovere la mobilità studentesca e favorire quindi anche la cooperazione tra gli Stati. 

A conclusione dei dieci anni di lavoro, l’obiettivo legato all’istruzione è stato quello in cui gli Stati membri sono riusciti a ottenere i risultati più soddisfacenti: quasi tutti gli Stati sono riusciti a portare la soglia dell’abbandono scolastico al di sotto, o comunque vicino, alla soglia per loro prevista dalla strategia.

 

Educazione e istruzione nelle istituzioni europee

Ma quali sono gli organi che all’interno delle istituzioni europee si occupano dell’attuazione delle politiche legate all’educazione e all’istruzione? Una delle 53 direzioni generali, dipartimenti tematici in cui si divide la Commissione, si occupa dell’educazione insieme all’innovazione, la ricerca, la cultura e la gioventù. All’interno della Commissione europea a guida von der Leyen, la commissaria europea per l’istruzione, gioventù, cultura e sport è Marija Gabriel, rappresentante del partito liberal conservatore bulgaro GERB. 

Anche all’interno del Parlamento europeo, assemblea rappresentativa dell’UE, una commissione di lavoro è dedicata all’istruzione. 

 

Le politiche europee

Nel corso degli anni, le istituzioni europee hanno messo in campo diverse politiche per accrescere il livello di cooperazione degli Stati membri in materia di istruzione ed educazione. I temi affrontati sono stati tanti e di diversa natura: tra i più importanti possiamo ricordare quelli legati alla mobilità, al multilinguismo e tutte quelle politiche nate con lo scopo di armonizzare i sistemi scolastici – e la loro qualità – in tutta l’UE.

 

European Education Area

Dal 2017, però, le istituzioni europee hanno cercato di dare un’ulteriore spinta per rendere le loro politiche rivolte all’istruzione più organizzate e complete, facendole convergere tutte in un unico programma da attuare sul lungo periodo. 

L’European Education Area è il piano di iniziative messo a punto dalla Commissione europea con lo scopo di raggiungere gli obiettivi programmatici fissati entro il 2025. Di base, quello che la Commissione propone agli Stati attraverso questa strategia è di collaborare per creare uno spazio di istruzione europeo coeso, basato sulla fiducia, la mobilità e il reciproco riconoscimento.

 

I punti del progetto: la mobilità

I punti chiave dell’European Education Area non differiscono molto dai temi legati all’istruzione che ormai da anni sono al centro dell’attenzione delle istituzioni europee. 

La strategia prevede infatti di rafforzare la mobilità degli studenti fino a rendere un periodo di studi o formazione professionale all’estero la normalità, se non addirittura obbligatorio. In questo caso quindi l’obiettivo principale dell’UE sarebbe quello di implementare il programma Erasmus+. Inoltre, queste iniziative coinvolgono non solo studenti e giovani lavoratori, ma anche gli insegnanti. La mobilità degli insegnanti viene supportata soprattutto per dare la possibilità agli educatori di conoscere altri sistemi educativi e trarne delle opportunità di crescita. 

 

Il riconoscimento reciproco dei sistemi educativi

Questa interpretazione del concetto di mobilità si lega a un altro punto chiave inserito nel progetto, ovvero il riconoscimento reciproco dei sistemi scolastici. Questi, infatti, possono differire di molto da Stato a Stato, come anche l’organizzazione degli anni accademici. E questa differente organizzazione dei sistemi spesso porta a difficoltà nella comunicazione tra istituti e nella stessa mobilità degli studenti. 

L’obiettivo dell’UE in questo ambito è, quindi, quello di gettare le basi di un progetto di armonizzazione, per permettere l’avvicinamento di questi sistemi ma anche per favorire il riconoscimento reciproco dei titoli di studio, con lo scopo di sortire un effetto diretto sulla crescita del mercato del lavoro europeo. 

Anche in questo caso, molto è già stato fatto dall’UE soprattutto col processo di Bologna, nato nel 1999 con lo scopo di avviare un progetto di armonizzazione dei sistemi di istruzione superiore. Nonostante questo, però, il riconoscimento reciproco dei titoli di studio resta ancora lontano dalla piena realizzazione. 

 

Insegnamento delle lingue straniere

Altro punto chiave della strategia è l’insegnamento delle lingue straniere. Secondo la Commissione, infatti, le competenze linguistiche saranno la base per creare uno spazio comune d’istruzione europea. Per le istituzioni europee, però, lo studio di almeno due lingue straniere non viene preso seriamente in tutti gli Stati membri che quindi sono invitati a intensificarne l’insegnamento, disponendo di personale competente e dedicando un numero più alto di ore di studio.

 

Digital Education Action Plan

Anche la Commissione von der Leyen si è dimostrata particolarmente sensibile al tema dell’istruzione. A settembre 2020, infatti, ha presentato il Digital Education Action Plan, che ha come obiettivo quello di rafforzare le competenze digitali in ambito scolastico entro l’arco temporale 2021-2027. 

Le due priorità evidenziate dalla Commissione nel piano sono: promuovere lo sviluppo di un’educazione digitale di alto livello e valorizzare le competenze digitali nel mercato del lavoro. Per entrambe le priorità la Commissione ha previsto delle raccomandazioni per sensibilizzare gli Stati membri a essere sempre più attenti nella scolarizzazione digitale in ogni fase dell’educazione.

 

L’obiettivo delle istituzioni europee: educare giovani europei

Già in passato, quindi, l’UE ha dimostrato interesse verso tutto ciò che riguarda l’istruzione dei giovani, e anche in prospettiva futura gli obiettivi sembrano essere molto ambiziosi.

Resta da chiederci il motivo di tanto interesse. Secondo l’art. 165 TFUE, infatti, la competenza dell’UE in tale materia si limita a essere quella di invitare gli Stati membri a collaborare per armonizzare e confrontarsi in tema di scuola ed educazione.

L’UE ha però cercato nel corso degli anni di fare un uso diverso del suo ruolo di armonizzatore delle politiche nazionali, servendosi dell’istruzione e della scuola per cercare di far fiorire una nuova generazione di studenti e cittadini europei. Dando sempre più possibilità agli studenti di studiare in altri paesi in Europa, imparare più lingue, allargare le possibilità di trovare lavoro all’estero attraverso il riconoscimento reciproco dei titoli, l’Unione europea cerca di creare una generazione di giovani sempre più proiettata nella sfera transnazionale e, appunto, europea

 

 

Fonti e approfondimenti

Eurostat, “Pupils and students enrolled by education level, sex, type of institution and intensity of participation”, 11/09/2020

European Commission

European Education Area

European Parliament, Committees

Digital Education Action Plan

European Commission, “Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee and the Committee of the regions on achieving the European Education Area by 2025”, Brussels, 30/09/2020.

 

Editing a cura di Francesco Bertoldi

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