Elezioni in Sudafrica: quando, come e per cosa si vota

L’8 maggio 2019 il Sudafrica celebrerà le seste elezioni generali dalla fine dell’Apartheid. A essere rinnovate saranno l’intero Parlamento, le assemblee provinciali e il Presidente, in un appuntamento fondamentale dell’attuale stagione politica del Sudafrica.

Il partito principale del Paese, l’African National Congress (ANC) ha di recente visto un cambio al vertice dopo le dimissioni di Jacob Zuma; quindi il suo attuale leader Cyril Ramaphosa cercherà non solo di mantenere la maggioranza del Partito, ma soprattutto di legittimarsi e ottenere un suo mandato elettorale.

Delle dinamiche relative ai partiti, però, discutremo in un prossimo articolo, qui ci concentreremo sui tempi di queste votazioni, il sistema elettorale sudafricano e i grandi temi su cui si deciderà l’esito di questo appuntamento.

 

Quando si vota, chi vota

Le scorse elezioni per l’Assemblea Nazionale si sono tenute il 7 maggio 2014; quindi, visto che questo organo dura in carica 5 anni, terminerà il suo mandato il prossimo 6 maggio. L’Assemblea non è però sciolta fino alle successive elezioni, che però in questo caso sono state fissate dopo solo pochissimi giorni dalla fine della Legislatura precedente.

La data dell’8 maggio è stata annunciata lo scorso febbraio, dando di fatto il via alla campagna elettorale e alle procedure di registrazione dei votanti.

Il Sudafrica è, infatti, un Paese in forte crescita demografica, e a queste elezioni saranno chiamati al loro primo voto molti giovani. Questi sono la grande maggioranza degli almeno 700.000 nuovi elettori che si sono iscritti alle liste elettorali dei rispettivi distretti, anche se restano dei problemi riguardo le registrazioni.

In Sudafrica per votare bisogna essere cittadini maggiorenni – con la maggiore età fissata a 18 anni-, il che porta il totale degli aventi diritto a 35,9 milioni di persone, di cui però solo 26,7 milioni si sono registrate. Questo significa che, per varie ragioni, un quarto dei sudafricani non voterà il prossimo 9 maggio.

 

Quali organi si eleggono

Come già detto, a essere rinnovati il prossimo maggio saranno il Presidente, l’Assemblea Nazionale e le assemblee provinciali. Queste ultime sono particolarmente importanti, visto che la loro composizione determina in gran parte anche quella del Parlamento centrale.

Le assemblee provinciali sono il ramo legislativo del governo sul territorio, e affiancano la magistratura e gli esecutivi locali nell’amministrazione delle 9 provincie del Sudafrica. Questi organi sono composti da un numero variabile di membri, tra 30 e 80, e hanno numerose competenze riservate loro dalla Costituzione, come la sanità, l’istruzione e gran parte delle politiche sociali.

L’Assemblea Nazionale è la camera bassa del Parlamento del Sudafrica. Essa è composta da 400 deputati, si trova a Città del Capo, ed è il principale organo legislativo del Paese, eletto direttamente dalla popolazione.

L’altro ramo del Parlamento è il National Council of Provinces (NCOP), che rappresenta proporzionalmente i governi provinciali. Anche questa camerà sarà rinnovata il prossimo maggio, ma la sua elezione è indiretta. A nominare il NCOP sono infatti i governi provinciali, 10 membri ciascuno per un totale di 90 deputati.

Infine, sarà scelto il nuovo presidente del Sudafrica, che è contemporaneamente il capo dello Stato e del Governo. Anche la sua elezione è indiretta, e nominarlo sarà il primo compito della nuova Assemblea Nazionale. Per consuetudine sarà eletto il leader del partito di maggioranza, che sin dal 1994 è l’ANC dell’attuale Presidente Cyril Ramaphosa.

 

Il sistema elettorale

Il sistema elettorale sudafricano si divide in due livelli distinti, ossia quello provinciale e quello nazionale, ed è sostanzialmente proporzionale.

Le assemblee regionali si eleggono con un sistema proporzionale a lista bloccata.  I cittadini delle nove provincie votano quindi per un partito nel suo insieme, non per singoli candidati, e una volta contati i voti i seggi saranno assegnati a ciascun partito in base alla quota di voti ottenuta.

I membri dell’Assemblea Nazionale vengono eletti con le stesse modalità, quindi proporzionalmente e con la lista bloccata. In questo caso però, l’elezione avviene su due livelli distinti: 200 seggi sono allocati in base alla proporzione di voti ottenuti su base nazionale come se tutto il Paese fosse un unico collegio elettorale, mentre i rimanenti 200 su base provinciale, come se ciascuna provincia fosse un collegio elettorale a sé stante.

In questo modo si cerca di assicurare contemporaneamente la rappresentanza delle forze locali e premiare quelle di rilevanza nazionale, un obiettivo fondamentale in un Paese eterogeneo e dalle identità stratificate.

Elette direttamente dalla popolazione, le assemblee legislative nomineranno la Camera Alta, gli esecutivi locali e il Governo e si aprirà la nuova legislatura.

 

I temi della campagna elettorale

Ad animare la campagna elettorale che si sta per concludere ci sono molteplici tematiche, che vanno ben oltre la conferma alle urne della presidenza di Cyril Ramaphosa e della sua ANC.

Una grande risonanza è stata attribuita alla lotta alla corruzione, soprattutto alla luce dello scandalo che ha travolto e fatto decadere l’ex presidente Jacob Zuma. Lo scandalo causato dall’emergere delle appropriazioni indebite del presidente e dei suoi collaboratori ha messo al centro della discussione pubblica questo tema, visto che il prossimo governo dovrà gestire la crescente domanda di trasparenza e rafforzamento della legislazione anti-corruzione.

La riforma della terra, come in molti Paesi africani, è un altro argomento al centro del dibattito. Dalla fine dell’Apartheid questa discussione è sempre stata caldissima, visto che, prima la colonizzazione e poi l’autoritarismo bianco, hanno creato un’enorme disuguaglianza nella distribuzione delle terre tra le comunità.

L’ANC promette di procedere alle espropriazoni per attuare una redistribuzione progressiva, ricordando però che questo processo sarà portato avanti con la massima attenzione dedicata a non compromettere sviluppo economico e sicurezza alimentare. Le opposizioni hanno adottato posizioni molto più estreme, spaccate tra chi vuole garantire i diritti di proprietà a tutti i costi e chi invece vuole accelerare ulteriormente questo processo di redistribuzione, rendendo il dibattito polarizzato e divisivo.

 

Molta attenzione è riservata anche all’occupazione, un discorso che tocca anche i temi dell’attrazione di investimenti stranieri e dell’investimento pubblico. Il tasso di disoccupazione nel Paese tocca il 27%, anche e soprattutto per via dell’incidenza altissima del lavoro informale e irregolare, con tutte le gravi conseguenze sociali che ne derivano.

Se tutte le forze politiche concordano sulla necessità di creare nuovi posti di lavoro, le ricette per farlo sono contrastanti. Se il governo in carica tenta di perseguire questo obiettivo aumentando consumi ed esportazioni e lanciando un piano miliardario di investimenti pubblici, altre voci esprimono posizioni nettamente pro-business basate sull’attrazione di investimenti stranieri. Altri ancora chiedono l’istituzione di zone economiche speciali e programmi di detassazione delle imprese, mentre non sono in pochi a proporre misure protezionistiche.

Un ulterior problema vissuto dal Sudafrica è l’alto livello di criminalità del Paese, calato costantemente dal periodo caotico del cambio di regime, ma ancora oggi altissimo e preoccupante. Storicamente le cause di questa alta incidenza sono state molteplici, come le grandi sacche di esclusione che pregiudicano i processi di socializzazione di larghe fasce della popolazione, o mentalità diffuse in cui la violenza di genere e la sopraffazione fisica sono in qualche modo giustificate. Anche l’inadeguatezza delle forze di polizia è spesso segnalata alla base di questa stuazione.

Le soluzioni offerte sono varie e polarizzanti. Da una parte chi propone di insistere sulle attività di prevenzione del crimine, rafforzamento delle comunità e nella riabilitazione di chi offende, dall’altra chi propone inasprimenti delle pene o addirittura il reinserimento della pena di morte nel Paese. Quasi tutti, però, concordano sulla necessità di innovare le pratiche di ordine pubblico, tramite un miglior addestramento basato non solo sulla repressione e la creazione di forze di polizia locale.

 

Altra tematica che in questi ultimi tempi stanno guadagnando l’attenzione dell’opinione pubblica sono i frequenti blackout verificatisi in molte parti del Paese, che hanno aumentato drasticamente la rilevanza delle politiche energetiche e infrastrutturali nella campagna elettorale.

L‘immigrazione irregolare, infine, guadagna progressivamente spazio nel dibattito pubblico, soprattutto dopo le sanguinose rivolte xenofobe verificatesi a Durban nello scorso marzo. Regione più ricca dell’Africa meridionale, il Sudafrica da decenni attira migranti da tutto il continente, e spesso purtroppo la frustrazione sociale si riversa contro i lavoratori stranieri, specialmente quelli irregolari.

Il mancato adempimento delle promesse di miglioramento sociale della rivoluzione del 1994 è alla base di questo malcontento, che nei momenti di crisi economica viene spesso sfruttato politicamente. Queste elezioni non fanno eccezione, con l’annuncio di Ramaphosa di un inasprimento delle politiche migratorie del Paese, ma sul giudizio politico che si dà della violenza xenofoba il dibattito tra le forze politiche e i loro sostenitori è serratissimo.

Chi sono questi gruppi politici e come si stanno preparando al voto del 9 maggio, però, sarà il tema del prossimo episodio di questa mini-serie in due puntate sulle elezioni sudafricane del 2019.

 

 

 

Fonti e pprofondimenti:

Electoral Commision of South Africa – sito ufficiale

IFES Election Guide – Repubblica Sudafricana

The South African – Over 700 000 new voters registered ahead of South Africa’s 2019 election

BusinessTech – ANC vs DA vs EFF: promises on land reform, jobs and fighting corruption

The Conversation – Articoli sulle elezioni sudafricane 2019

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