Un ponte tra Africa e Cina: la ferrovia Addis Abeba-Gibuti

@Skilla1st - Wikimedia Commons - Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

La cooperazione infrastrutturale tra Cina e Paesi africani riguarda in larga parte le reti di trasporto, in particolare le ferrovie. Un contesto in cui questa dinamica è particolarmente evidente è l’Etiopia, dove recentemente è stata inaugurata l’importante tratta Addis Abeba-Gibuti, un’arteria vitale per i piani di sviluppo del Paese africano.

Il progetto

La linea è stata inaugurata nel gennaio del 2018 e si sviluppa su un tracciato di 759 km. La nuova ferrovia, come suggerisce il nome, collega la capitale dell’Etiopia con Gibuti, capitale dell’omonimo piccolo Stato e principale centro portuale del Corno d’Africa, e fa parte di un piano di sviluppo più ampio delle infrastrutture commerciali e di trasporto della regione.

Un progetto strettamente legato allo sviluppo della ferrovia è l’espansione del porto di Doraleh, situato a pochissimi chilometri dalla capitale Gibuti. Negli ultimi anni il terminal commerciale del porto è stato ampliato e direttamente collegato alla ferrovia per Addis Abeba, in modo da aumentare sensibilmente la quantità di container trasportabili.

Il porto serve anche l’adiacente base navale cinese di Gibuti e rappresenta uno snodo importante per la strategia cinese del Filo di Perle. Non sorprende, quindi, che la ferrovia sia realizzata congiuntamente con banche e aziende legate al governo cinese, che è molto interessato all’area del Corno d’Africa. Questa ferrovia è infatti una rappresentazione tangibile di un rapporto che si sta rafforzando tra i due Paesi, un legame doppio-vincente in cui entrambi i Paesi perseguono i loro obiettivi strategici.

La nuova ferrovia ha i binari con lo scartamento standard (le rotaie sono distanti 1.435 mm) ed è elettrificata, in modo da modernizzare la vecchia infrastruttura e adeguarla ai nuovi standard internazionali. Questo è un dettaglio importante, soprattutto in un continente come l’Africa, in cui la disomogeneità delle caratteristiche tecniche rende difficile e costoso il commercio internazionale su rotaia.

L’importanza per l’Etiopia

L’Etiopia è un Paese senza sbocco sul mare, quindi il collegamento con Gibuti è vitale e rappresenta una delle principali direttrici dei piani di sviluppo etiopi in fatto di trasporti. Il risultato è che quindi oltre il 90% degli scambi etiopi passano in un modo o nell’altro attraverso i porti di Gibuti, di cui rappresentano circa il 70% delle attività commerciali.

Gibuti è un partner fondamentale per l’Etiopia, e non solo per la sua importanza nelle rotte globali del commercio. Gli altri porti del Corno d’Africa si trovano infatti in Somalia, un Paese decisamente instabile, e in Eritrea, che ha avuto rapporti conflittuali con l’Etiopia fino alla distensione di pochissimi anni fa. Il commercio intra-africano via terra, poi, è ancora poco sviluppato, quindi Addis Abeba ha bisogno di Gibuti come hub di trasporto per i suoi traffici internazionali.

La concentrazione degli scambi etiopi sul porto di Djibouti ha reso necessario l’ammodernamento della tratta, che stava creando un enorme traffico su gomma delle merci, quadruplicato negli ultimi venti anni. In un Paese come l’Etiopia, infatti, le carenze infrastrutturali rischiano di rappresentare un freno ai piani di sviluppo economico, fungendo da ostacolo all’importazione di carburante e altri beni necessari, oltre che da barriere fisiche al commercio.

La linea, tant’è, serve sia il trasporto merci che quello dei passeggeri; attraversa, inoltre, alcuni centri emergenti, come Awash, Metehara, Modjo, Debre Zeit e Akaki. L’obiettivo della linea è quello di rendere più efficiente lo spostamento di merci e lavoratori tra le città in cui si sta sviluppando l’industria etiope, collegandoli poi alle reti globali del commercio proprio tramite Gibuti.

Oltre che in termini di infrastrutture, l’Etiopia punta a stringere con Pechino delle partnership in grado di procurare investimenti e nuove tecnologie per le imprese locali, che sono attori fondamentali per i piani di sviluppo di Addis Abeba. Nei piani del governo etiope, infatti, la riduzione della povertà passa per la modernizzazione dell’industria e per la ristrutturazione dell’economia del Paese: la cooperazione con la Cina può dunque essere molto utile a questa strategia.

Il ruolo della Cina

L’accordo per la realizzazione del progetto è stato firmato nel 2011, tra il governo etiope e un consorzio di aziende, in cui il ruolo principale è ricoperto da due aziende cinesi. Si tratta della China Civil Engineering Construction Corporation (CCECC) e della China Railway Engineering Corporation (CREC), entrambe strettamente legate al governo di Pechino.

L’interesse della Cina per il progetto è evidente anche dal punto di vista finanziario, visto che l’opera è stata realizzata grazie a prestiti erogati proprio da banche cinesi. In particolare, i fondi provengono dalla EXIM Bank, dalla Development Bank of China e dalla Industrial and Commercial Bank of China (ICBC). Il progetto rappresenta infatti una testimonianza tangibile del legame che Cina ed Etiopia stanno rafforzando negli ultimi anni, nonostante la loro cooperazione sia iniziata già nel 1970.

L’interesse mostrato dalla Cina nei confronti dell’Etiopia è molto particolare e riguarda principalmente aspetti politici e diplomatici. Addis Abeba è sempre più uno dei centri della politica internazionale, africana e non, e quindi per la Cina rappresenta un’ottima via di accesso al Continente. Rafforzando i suoi legami con l’Etiopia, Pechino guadagna un alleato influente sia nell’Unione Africana che nelle organizzazioni regionali, come l’IGAD e l’EAC, contesti in cui ha la possibilità di entrare in contatto con i leader politici ed economici africani.

Ci sono ovviamente interessi economici concreti che rendono l’Etiopia un partner interessante: la ferrovia Addis Abeba-Gibuti può servirli ulteriormente. L’Etiopia è il Paese africano più popoloso dopo la Nigeria, con quasi 108 milioni di abitanti, quindi un enorme possibile mercato, oltre che un grande produttore di beni agricoli con delle potenzialità estrattive ancora non sfruttate, nella regione dell’Ogaden. Grazie a questa e ad altre infrastrutture di trasporto, gli scambi diretti tra Cina ed Etiopia potrebbero aumentare sensibilmente, servendo gli interessi strategici di entrambi i Paesi.

Prospettive future

Il problema principale posto dal progetto è il suo costo, che sembra essersi attestato intorno ai 4,5 miliardi di dollari, quasi mezzo miliardo in più del previsto. La Ethiopian Railway Company, l’ente pubblico che gestisce l’infrastruttura, ha per questo oggi un enorme debito, che sta già iniziando a ripagare.

Alcune inefficienze nella gestione del progetto hanno poi aggravato la situazione, come il fatto che la ferrovia sia entrata in attività un anno dopo la fine della costruzione e non raggiungerà la massima capacità di trasporto a breve. L’idea del governo etiope era quella di creare un progetto “minimale”, capace di incrementare i traffici commerciali, ma ancora priva di infrastrutture accessorie, come depositi per la manutenzione o hub merci intermedi. Il progetto ha ancora bisogno di investimenti: ciò crea un problema di sostenibilità del debito.

Tuttavia, la ferrovia sembra in grado di supportare lo sviluppo etiope, vista anche la sua enorme portata in termini di efficientamento della connessione vitale del Paese con Gibuti. Grazie alla nuova ferrovia, infatti, quello che prima era un percorso di tre giorni ora ne richiede solo uno, il costo per tonnellata di merce spostata è infinitamente più basso e il rapporto con un partner strategico come la Cina è più forte che mai.

Viste le grandi insidie finanziarie che presenta, però, l’effettiva importanza del progetto dipenderà dalla politica di Addis Abeba e dalle sue decisioni nei prossimi anni. Se i piani di sviluppo mancheranno l’obiettivo, il Paese potrebbe trovarsi con un debito insostenibile, un ostacolo insormontabile al completamento dell’opera e all’ulteriore ammodernamento della rete ferroviaria etiope. Se, invece, l’economia del Paese crescerà, come nei piani di Addis Abeba, questa tratta potrebbe diventare una delle direttrici del commercio nel continente africano e, quindi, delle rotte internazionali.

 

 

Fonti e approfondimenti

Dipti Ranjan Mohapatra (2016), An Economic Analysis of Djibouti -Ethiopia Railway Project. European Academic Research, Vol. III, Issue 10

Aaron Tefaye (2019) China-Ethiopia Relations and the Horn of Africa. ISPI online commentary https://bit.ly/2BPX068

Istvan Tarrosy and Zoltán Vörös (2018) China and Ethiopia, Part 2: The Addis Ababa–Djibouti Railway. The Diplomat https://bit.ly/2NCgn54

Leave a comment

Your email address will not be published.


*