Netanyahu alla Corte Penale Internazionale?

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Il procuratore della Corte Penale Internazionale, Karim Khan, ha chiesto nei giorni scorsi di spiccare dei mandati d’arresto internazionali per Netanyahu, il ministro della Difesa israeliano Gallant e i capi di Hamas. I mandati di arresto riguarderebbero l’accusa di aver commesso crimini contro l’umanità

Netanyahu e Gallant sono sospettati di “aver ridotto deliberatamente i civili palestinesi alla fame”, di “omicidio volontario” e di “sterminio”. Le accuse contro gli esponenti di Hamas comprendono “sterminio”, “presa di ostaggi” e “stupro e altre forme di violenza sessuale”. Un gruppo di giudici dovrà ora decidere se dare seguito alla richiesta del procuratore. 

Le reazioni alle accuse

Le critiche contro Israele non sono mai mancate. Questo ulteriore sviluppo potrebbe tuttavia spingere lo Stato ebraico in una dimensione che non ha mai formalmente riguardato alcun Paese occidentale. 

I 124 Paesi che hanno ratificato lo statuto di Roma del 1998 – che ha istituito la Corte – sarebbero chiamati a dover trarre in arresto chiunque si trovasse sul loro territorio colpito da un mandato d’arresto della CPI

Non tutti riconoscono però la giurisdizione della Corte. Non la riconosce Israele, non avendo mai ratificato il trattato, così come gli Stati Uniti, la Russia, la Cina e l’Ucraina, tra gli altri. Il premier israeliano ha già dichiarato che non accetterebbe l’azione della CPI, né si farebbe condizionare da un’eventuale incriminazione.

Il governo statunitense ha inoltre attaccato la CPI per le accuse nei confronti dell’alleato. Il presidente Biden ha dichiarato che “la richiesta del procuratore della CPI di spiccare mandati di arresto contro i leader israeliani è oltraggiosa” e che “qualunque cosa questo procuratore possa insinuare, non c’è equivalenza – nessuna – tra Israele e Hamas. Saremo sempre al fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza”. 

Sembra che la Casa Bianca lavorerà con il Congresso su possibili sanzioni contro la CPI. I repubblicani hanno già segnalato che intendono muoversi in tal senso, con il probabile scopo di creare ulteriori fratture a quelle già presenti nella rappresentanza parlamentare democratica sul tema. I leader democratici di Camera e Senato hanno criticato la Corte, ma non hanno dichiarato se sosterranno le sanzioni. 

Le reazioni europee

Anche in Europa la richiesta del procuratore Khan ha portato reazioni miste e critiche, anche da parte di Paesi come l’Italia che riconoscono la CPI. Il ministro Tajani ha detto che è “inaccettabile che si equipari un governo legittimamente eletto dal popolo in modo democratico con un’organizzazione terroristica che è la causa di tutto ciò che sta accadendo”. Da Berlino è arrivato lo stesso scetticismo, pur sottolineando l’indipendenza della Corte e biasimando la “falsa impressione di equivalenza”.

L’ungherese Orbàn ha definito “assurda e vergognosa” la decisione del procuratore capo della CPI, mentre il britannico Sunak ha bollato come “inutile” la richiesta del procuratore. La Francia, dopo aver dichiarato sostegno alla CPI, ha precisato che “le richieste simultanee di mandato d’arresto non devono creare alcuna equivalenza tra Hamas e Israele“. Il Belgio ha invece espresso totale appoggio alla Corte per bocca della ministra degli Esteri.

Particolarmente “silenziosa” l’Unione europea al riguardo. Le uniche dichiarazioni sono arrivate dal capo della diplomazia europea Borrell, il quale si è limitato a “prendere nota” della richiesta del procuratore, ricordando che “tutti gli Stati che hanno ratificato lo statuto sono obbligati a eseguire” i suoi provvedimenti.

La legge è uguale per tutti?

Alla vigilia della sua nomina a procuratore capo degli Stati Uniti per il processo di Norimberga, il giudice della Corte Suprema Robert H. Jackson disse: “Non possiamo cooperare con successo con il resto del mondo nello stabilire un regno di legge a meno che non siamo preparati a far sì che quella legge a volte operi contro quello che sarebbe il nostro vantaggio nazionale“. 

Tuttavia, sono molti gli Stati che negli anni non sono stati disposti a sostenere l’operato della Corte, in particolare nell’esecuzione dei mandati d’arresto, quando si tratta dei loro amici e alleati. Molti governi africani e mediorientali, come la Repubblica Democratica del Congo, la Giordania, il Malawi, la Nigeria e il Sudafrica, non arrestarono l’ex presidente sudanese Omar al-Bashir, colpito da un mandato d’arresto, quando si recò nei loro Paesi.

Le istituzioni internazionali sono state più volte accusata in passato di doppiopesismo. Soprattutto da parte di Stati africani che rimproverano ai giudici dell’Aja di occuparsi solo dei crimini commessi ad alcune latitudini. 

Rafforzare il ruolo della Corte anche per questo dovrebbe essere un imperativo della comunità internazionale. Un diritto internazionale più forte e meno “monco” garantirebbe maggior ordine e giustizia. Ma oggi al diritto si oppongono le varie “ragioni” degli Stati nazionali, oltre che l’annosa questione del “chi può sanzionare l’attore più forte?”.

Le implicazioni politiche  

Se la richiesta di mandato di arresto nei confronti di Netanyahu e Gallant fosse accolta, per alcuni Paesi occidentali sarebbe difficile e imbarazzante difendere l’esportazione di armi. Così come silenziare le critiche di chi contesta il sostegno a Israele in questo momento storico. 

Una ragione in più è legata a quanto avvenuto lo scorso anno, quando quegli stessi Stati elogiarono l’operato della Corte, in seguito all’emissione del mandato d’arresto nei confronti di Putin. Ribadendo ancora più fortemente il loro sostegno a un ordine internazionale “basato sulle regole”.

Che Netanyahu possa finire imputato è molto complicato e quasi sicuramente non accadrà. Basterebbe per lui non recarsi mai nei paesi facenti parti dello Statuto, come fatto da Putin d’altronde. Resta il fatto che la legge dovrebbe essere uguale per tutti, idealismo o realismo che si voglia.

Fonti e approfondimenti

Eboe-Osuji, C., “Can the ICC Actually Arrest Netanyahu?”, Foreign Policy, 07/05/2024

Hussain, M., “Can a U.S. ally actually be held accountable for war crimes in the ICC?”, The Intercept, 20/05/2024

ICC, “Statement of ICC Prosecutor Karim A.A. Khan KC: Applications for arrest warrants in the situation in the State of Palestine”, 20/05/2024

Roth, K., “Why is the west defending Israel after the ICC requested Netanyahu’s arrest warrant?”, The Guardian, 21/05/2024

Schwartz, F., “Biden administration signals it will support push to hit ICC with sanctions”, The Financial Times, 21/05/2024