Se pensiamo alla Germania, la figura che per prima ci viene in mente sarà quasi sicuramente Angela Merkel (CDU). La Cancelliera tedesca infatti governa il Paese dal 2005 in maniera continuata, portandolo a essere il leader dell’Unione Europa e accompagnandolo attraverso la crisi economica con metodi rigidi e che oggi sembrano non essere stati i migliori. Se pensiamo alla Germania dal punto di vista partitico ciò che ci viene subito in mente è la Große Koalition. Questa routine è stata spazzata via dalla candidatura dell’SPD di Martin Schulz come Cancelliere per le prossime elezioni che si terranno il 24 settembre 2017.
Schulz è molto popolare in Germania ma soprattutto è molto apprezzato in Europa e all’interno delle istituzioni europee. Ha lasciato il suo precedente incarico di Presidente del Parlamento Europeo a scadenza naturale (lasciandolo all’italiano Antonio Tajani) il 17 gennaio 2017. L’SPD, partito socialdemocratico tedesco, ha intuito la grande possibilità dietro a questo evento, lanciandolo subito nell’arena della politica tedesca contro la Cancelliera Merkel.
Chi è Martin Schulz?
Classe 1955, 61 anni compiuti a dicembre, Martin Schulz è nato in una piccola città al confine con il Belgio e i Paesi Bassi. Da ragazzo non è stato un amante dello studio, non ha finito gli anni del liceo e non ha, quindi, neanche intrapreso la via universitaria. Dopo alcuni anni di difficoltà prende la decisione di lavorare come libraio nel 1974, lavoro che portò avanti fino al 1982 quando aprì una propria libreria. Sempre all’inizio degli anni ’70 entrò a far parte della gioventù dell’SPD con cui si impegnerà per più di un decennio prima di ottenere dei veri risultati. Gli anni ’80 sono quindi gli anni della rinascita, la libreria verrà infatti affiancata dal lavoro di consigliere comunale di Wurselen, vicino alla sua città natale. Questo primo passo gli darà lo slancio per fare il salto successivo, l’inizio della scalata all’interno dell’Unione Europea. Nel 1994 viene eletto Membro del Parlamento Europeo in quota SPD, nel 2004 divenne leader dei progressisti europei (S&D). La sua corsa verso il vertice però non si ferma nel 2004, attraverso un lungo lavoro di presenza e fatica all’interno dell’apparato europeo nel gennaio 2012 venne eletto Presidente del Parlamento Europeo. In questi ultimi cinque anni Schulz diventa l’icona dell’Unione Europea non tecnocrate ma sociale e rappresentativa della volontà popolare.
In Germania si guadagna l’appellativo di “Mister Europa” con le elezioni del 2014 per rinnovare il Parlamento dove l’SPD si classificò secondo partito della Germania con un netto miglioramento in termini di voto (nelle elezioni del parlamento europeo del 2009 l’SPD raggiunse il 20%, in quelle del 2014 il 27%). Se Parlamento Europeo e Commissione Europea lavorano a stretto contatto, cercando sempre di bilanciare la rappresentanza popolare con il processo decisionale dei capi di Stato dei 28 Paesi membri dell’UE, Martin Schulz si è ritrovato spesso a dover fronteggiare situazioni diplomatiche difficili e di portata mondiale. La questione dell’Iran e del nucleare, gli accordi del TTIP, il Colpo di Stato fallito in Turchia, sono solo alcuni dei temi più difficili a cui la sua Presidenza ha dovuto far fronte. Tutte queste esperienze hanno dato sempre maggior credibilità e affidabilità a Schulz, incoronandolo a “politico” nel senso più positivo del termine, ovvero colui che si occupa della cosa pubblica.
Alcuni quotidiani tedeschi alla notizia della sua candidatura per il Cancellierato tedesco dopo la ritirata di Sigmur Gabriel hanno reagito in maniera euforica mentre altri hanno reagito in maniera più cauta se non ostile. Die Welt, quotidiano notoriamente conservatore, ha sottolineato che l’inesperienza di Schulz potrebbe essere pericolosa per la Germania in caso di vittoria dell’SPD. Quello che però questa fazione più conservatrice non prende in considerazione è proprio il panorama europeo. L’esperienza al vertice dell’Unione Europea di Schulz gli da una forza e una capacità che si tende a sottostimare. Così come chi si lascia sfuggire commenti sull’inesperienza di coalizione (soprattutto la sopracitata Große Koalition) da parte di Schulz, la quale porterebbe a mesi di impasse dovuti alla comprensione dei meccanismi che regolano la politica tedesca, sottostima l’Unione Europea. All’interno del Parlamento Europeo esiste una tacita coalizione molto simile a quella che si è andata a consolidare in Germania dal 2005, anno di ascesa della Merkel.
SPD e il conteggio dei voti
Schulz è sicuramente un leader completamente diverso dal precedente. Per prima cosa non è un sostenitore della Große Koalition (che invece Sigmur Gabriel sponsorizzava fortemente), anzi, il suo obiettivo è quello di riuscire a raggiungere la CDU/CSU per potersi contrapporre alle loro politiche. Da questo assunto possiamo affermare che l’attuale candidato dell’SPD rifiuta di essere ancora la “stampella” del governo a maggioranza cristiano-democratico. Invece di un sistema partitico centripeto, ovvero che trova nell’alleanza verso il centro il suo punto di stabilità, Martin Schulz ha l’idea di creare un’alleanza verso sinistra. L’SPD di Schulz non vuole guardare verso i liberali (FDP) e la CDU, strategia politica che trascinerebbe sempre di più il partito verso il baratro, perdendo sempre di più iscritti, voti e base sociale a cui rivolgersi.
Schulz sembra essere molto determinato e le sue idee possono essere riassunte in due grandi aree per l’SPD di cui, però, ancora non sappiamo quale sarà il pilastro centrale:
- L’alleanza rosso-rosso-verde: SPD, Linke e Grünen insieme, la sinistra riunita e compatta al governo. Questa idea ha però due problemi principali. Il primo è interno all’SPD stessa che, seppur entusiasta dell’ascesa di Schulz a leader socialdemocratico, appartiene a un’estrazione sociale e identitaria più centrista che di sinistra. In questo senso Schulz deve essere bravo ad avvicinarsi alla sinistra senza strappare le relazioni con il centro. Il secondo problema invece riguarda i due partiti, Linke e Grünen. La Sinistra infatti ha un programma di governo ben definito che lascia poco spazio all’alleanza con un grande partito che aspira a governare. I Verdi invece hanno al loro interno una discussione molto profonda che li deve ancora portare a una decisione finale sulle posizioni da prendere nella prossima campagna elettorale.
- L’SPD ha la necessità di diventare il partito contro l’Alternative für Deutschland. Il partito anti sistema, antieuropeo, sovranista e radicale sta infatti prendendo sempre più consenso in Germania, soprattutto a discapito dell’SPD. Quale figura più appropriata del più europeista dell’SPD per contrastare le politiche e le idee di Petry, leader indiscussa dell’AfD?
Il ruggito dell’Unione Europea
Donald J. Trump, i movimenti contro l’Unione Europea, la Brexit, la depoliticizzazione della cosa pubblica, i trattati trans-nazionali sono alcuni dei pericoli più grandi che ogni Stato all’interno dell’Unione Europea sta affrontando e deve vincere per poter rimanere stabile. Ma soprattutto queste sono sfide che hanno la necessità di essere combattute attraverso un sistema come l’Unione Europea. Questo può essere possibile solo ed esclusivamente se i cittadini dell’Unione Europea (circa 500milioni) avranno fiducia nelle proprie istituzioni. In questo senso la candidatura di Martin Schulz ha un valore ancora più importante. Quello che l’attuale candidato dell’SPD rappresenta non è solo la Germania, ma qualcosa di più vasto e più profondo dell’interesse di un singolo Stato. Schulz ha preso la decisione di contrastare le forze antisistema e antieuropee dal basso, non dai palazzi di Bruxelles e Strasburgo, questa può rivelarsi una strategia vincente così come una pessima strategia. La capacità comunicativa di Schulz lo aiuterà sicuramente a scalare le percentuali sia per il suo partito che per la sua figura. Dall’altra parte l’AfD è probabilmente il nemico più pericoloso per l’SPD in questo momento perché potrebbe trovare in Schulz la preda perfetta da attaccare per guadagnare consensi. Se questa seconda possibilità si dovesse avverare, il candidato Socialdemocratico dovrà difendere le sue idee in maniera molto abile per non cadere nel vortice di quello che sempre di più definiamo “populismo”.
Fonti e Approfondimenti:
http://www.tagesschau.de/inland/deutschlandtrend-673.html