Libano: l’ascesa e l’affermazione di Hezbollah

Hezbollah
@Giorgio Montersino - Flickr - Licenza: CC BY-SA 2.0

di Matteo Moretti

Era il 1985 quando Hezbollah rese noto il suo primo manifesto, sancendo ufficialmente la nascita dell’organizzazione islamista sciita, di fatto già attiva dal 1982.

In un Libano in piena guerra civile, il «Partito di Dio» aveva individuato come propri obiettivi principali: porre fine all’egemonia americana e alla presenza francese in Libano, sottomettere le Falangi Libanesi e distruggere Israele. Solo in questo modo il popolo sarebbe stato in grado di scegliere del proprio futuro, nel quale un regime islamico avrebbe garantito giustizia e libertà.

Dal 1985 a oggi in Libano e in Medio Oriente sono cambiate molte cose, ma Hezbollah è ancora capace di esercitare un controllo politico e militare articolato a livello locale e di concorrere alla determinazione degli equilibri regionali.

La nascita di Hezbollah

Allo scoppio del conflitto civile, i musulmani sciiti rappresentavano la terza comunità più numerosa del Libano, l’unico Paese arabo a maggioranza cristiana: presenti soprattutto nel sud e nel nord-est del Paese, gli sciiti vivevano in condizioni di povertà e non erano particolarmente coinvolti nella vita politica libanese. Erano infatti i cristiani, e in particolare i maroniti, a occupare le più alte cariche politiche e a far parte delle fasce sociali più ricche.

I delicati equilibri interni del Paese furono per anni messi a dura prova da una forte presenza di rifugiati palestinesi e di militanti dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), che fecero del Libano la propria base operativa a partire dai primi anni ’70. Nel 1975 le tensioni sfociarono in una sanguinosa guerra civile, nella quale i diversi schieramenti si combatterono principalmente sulla base di divisioni settarie religiose e che vide coinvolti, a più riprese, anche attori esterni come Siria e Israele.

Fu proprio durante l’invasione dell’esercito israeliano nel 1982 che prese forma il primo nucleo di Hezbollah, nato come movimento di resistenza sciita. I suoi fondatori si ispirarono all’ideologia dell’ayatollah iraniano Khomeini e seppero unire diverse correnti del panorama politico sciita in chiave anti-israeliana. Il ruolo giocato dall’Iran fu rilevante non solo dal punto di vista ideologico-religioso, ma si concretizzò fin da subito anche in supporto logistico, finanziario e militare, con il sostegno della Siria di Assad.

In breve tempo Hezbollah si stabilì come uno dei principali attori della resistenza armata e fu l’unica milizia paramilitare a non essere disarmata dopo la fine della guerra civile, conclusasi nell’ottobre del 1990.

Con la ratifica da parte del Parlamento libanese degli Accordi di Ta’if del 1989, venne ristabilito un equilibrio nei rapporti di forza tra le maggiori confessioni presenti in Libano, facendo in modo che i rappresentanti delle comunità musulmane fossero pari in numero ai deputati cristiani. Hezbollah si presentò alle elezioni del 1992 aggiudicandosi 12 seggi su 128 in Parlamento. Nel 1996 vinse poi 9 seggi, che risalirono a 12 con le elezioni del 2000.

Gli anni Duemila

La situazione ricominciò a farsi particolarmente tesa nel 2005, quando il primo ministro Rafiq al-Hariri fu assassinato insieme ad altri ventidue membri del suo entourage. La strage scatenò una serie di manifestazioni note come «Rivoluzione dei Cedri»: poiché Hezbollah e la Siria furono accusati dell’assassinio del primo ministro, un vasto movimento contro la presenza siriana in Libano prese piede e si riversò nelle strade.

In risposta a queste dimostrazioni, Hezbollah e altri partiti libanesi organizzarono una manifestazione di massa a sostegno della Siria, che diede poi vita alla «Coalizione dell’8 marzo». Il gruppo vede tutt’oggi alleati Hezbollah, Amal, il Movimento Patriottico Libero del generale cristiano Michel Aoun e altri partiti minori. I partiti che si opposero a questo schieramento, perlopiù maroniti, sunniti e drusi, scesero invece in strada il 14 marzo, unendosi poi nella «Coalizione del 14 marzo».

La situazione precipitò ancora nel 2006. Il 12 luglio Hezbollah, dopo aver lanciato un attacco diversivo, condusse un’imboscata ai danni delle forze israeliane presenti sul confine israelo-libanese che si concluse con l’uccisione di tre soldati israeliani e la cattura di altri due. La rappresaglia da parte di Israele non si fece attendere. Il giorno dopo, le forze israeliane bombardarono l’aeroporto di Beirut e attuarono un blocco dello spazio aereo e navale del Paese dei cedri, dando il via a una rapida escalation di violenza.

Il conflitto continuò fino al cessate il fuoco del 14 agosto, dopo che le parti – i governi israeliano e libanese, ed Hezbollah – accettarono i termini della Risoluzione 1701 approvata pochi giorni prima dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Tale risoluzione prevedeva, tra le altre cose, un incremento consistente della presenza dei Caschi Blu in Libano nel quadro della missione UNIFIL e il disarmo di Hezbollah, cosa che però non avvenne mai realmente.

Alle elezioni del 2018 il Partito ha ottenuto nuovamente 12 seggi in Parlamento che, sommati a quelli dei suoi alleati, hanno fatto sì che la Coalizione filosiriana e anti-israeliana ottenesse 70 su 128 seggi.

L’arsenale e l’organizzazione

Dalla fine della guerra del 2006, Hezbollah è cresciuto enormemente in termini di risorse umane, armi ed equipaggiamento: si stima che disponga di circa 20.000 combattenti perfettamente addestrati, ai quali si aggiungono decine di migliaia di riservisti. La milizia, inoltre, possiede più di 130.000 pezzi tra missili per attacchi terrestri, antinavi, anticarro e antiaerei.

Secondo il New York Times, Hezbollah è l’attore non statale più pesantemente armato al mondo ed è stato definito “una milizia addestrata come un esercito ed equipaggiata come uno Stato”.

I principali fornitori delle armi di cui attualmente Hezbollah dispone sono la Siria e l’Iran. Come dichiarato nel 2016 dallo stesso Hassan Nasrallah, segretario del Partito, l’Iran è responsabile delle spese di Hezbollah per beni di ogni genere. Si stima che in alcuni anni l’Iran abbia finanziato il movimento sciita per circa 50 milioni di dollari; in altri, che i finanziamenti ammontassero a 200 milioni di dollari; infine, vi sono stati casi in cui l’Iran sembra aver fornito ad Hezbollah quasi 60 milioni di dollari al mese.

Ciononostante, a causa del ribasso nei prezzi del petrolio e delle sanzioni economiche inflitte all’Iran, negli ultimi anni Hezbollah ha cominciato a diversificare le proprie fonti di guadagno, traendo sostentamento sia da operazioni commerciali (legali e illegali), sia da donazioni dei propri sostenitori.

Le attività che il movimento conduce in Libano non si concentrano solo sull’aspetto tattico e militare: al contrario, Hezbollah è un’organizzazione capillare e complessa che ricopre quasi ogni aspetto della vita di molti cittadini libanesi, comportandosi, di fatto, come uno Stato nello Stato.

La guida del partito è scelta da un consiglio — il Consiglio della Shura — composto da sette persone. Il Consiglio della Shura, a sua volta, controlla cinque “sotto-consigli” o assemblee: l’assemblea politica, l’assemblea della jihad, l’assemblea parlamentare, l’assemblea esecutiva e l’assemblea giudiziaria.

Tra le attività di Hezbollah rientra anche la gestione di propri mass media: tramite la compagnia Lebanese Communication Group, l’organizzazione ha una propria emittente radiofonica, Al-Nour, una rete televisiva, Al-Manar, e il sito web Al-Ahed News. Il partito controlla anche una rete di enti di beneficenza, scuole, ospedali, imprese edili e prestatori di servizi sociali. In questo modo, Hezbollah mantiene un volume di affari diversificato e, soprattutto, trae legittimazione dalle sue attività a favore della popolazione libanese.

Hezbollah in Medio Oriente

Se nei primi anni di vita la sua influenza si limitava alle comunità sciite della valle della Beqaa’ e del Libano del Sud, al giorno d’oggi Hezbollah può vantare una classe politica che ricopre seggi nel Parlamento nazionale, una rete di enti economici, sociali, scolastici a servizio dei cittadini, un potente arsenale militare e una presenza diffusa in quasi tutta la regione.

Circa 8.000 miliziani di Hezbollah combattono nella guerra civile siriana e hanno avuto un ruolo determinante nel preservare il regime di Bashar Al-Assad; nelle Alture del Golan, occupate dall’esercito di Israele, Hezbollah mantiene delle posizioni strategiche grazie anche all’aiuto dell’Iran; in Iraq, il Partito di Dio ha distaccato alcune unità che agiscono di concerto con le milizie sciite legate all’Iran; infine, esistono prove sul fatto che Hezbollah coordini centri di addestramento per le milizie Houthi in Yemen.

Recentemente, anche il manifesto del partito è cambiato: nel dicembre 2009, infatti, Nasrallah enunciò in un discorso il nuovo manifesto, che porta alcune novità rispetto a quello del 1985.

Prima di tutto, manca un riferimento all’instaurazione di uno Stato islamico; inoltre, Hezbollah non è mai menzionato come partito degli sciiti; un terzo elemento di novità è dato dal fatto che Hezbollah si considera una forza complementare dello Stato libanese e che, quando esso sarà abbastanza forte da riuscire a sconfiggere la minaccia di Israele, la milizia verrà smantellata; infine, il documento propone di dare pieni diritti civili e sociali ai profughi palestinesi in Libano.

Ad ogni modo, il manifesto del 2009 si scaglia comunque contro gli Stati Uniti e Israele: entrambi gli Stati, dal canto loro, considerano Hezbollah un’organizzazione terroristica.

In ultima analisi, Hezbollah, con il suo apparato mediatico, politico e militare, è di fatto l’organizzazione più importante in Libano dopo lo Stato stesso, nonché una delle più influenti in Medio Oriente. È difficile stabilire in che misura esso dipenda effettivamente dall’Iran (o dalla Siria); ciò che è certo, però, è la rilevanza che questo attore ha ricoperto e continua e ricoprire nell’intera regione.

Fonti e approfondimenti

Middle East Institute, Hezbollah’s Evolution: from Lebanese Militia to Regional Player, Nicholas Blanford, Policy Paper 4, Nov. 2017 https://www.mei.edu/sites/default/files/publications/PP4_Blanford_Hezbollah.pdf

Council on Foreign Relations, Hezbollah, Jonathan Masters and Zachary Laub, Jan. 2014 https://www.cfr.org/backgrounder/hezbollah

A. R. Norton, Hezbollah: A Short History, Princeton Studies in Muslim Politics, May 2014

Media Ownership Monitor http://lebanon.mom-rsf.org/en/

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