Per secoli l’Antica Via della Seta ha saputo stimolare l’immaginazione del mondo intero; vero e proprio ponte tra Oriente e Occidente, l’itinerario non ha costituito solo un’importante arteria commerciale attraverso la quale scambiare spezie e sete preziose, ma anche un canale per la diffusione di idee, scoperte e cultura. La Via è stata nel corso dei secoli fonte di inestimabile ricchezza per la Cina, contribuendo a renderla uno degli imperi più avanzati del passato. Adesso, la Repubblica Popolare, sotto la guida del Segretario Generale del Partito Comunista Xi Jinping, sembra intenzionata a ricostituire sotto una nuova luce quel ponte tra civiltà, riproponendosi come leader nella regione Eurasiatica.
Il mastodontico progetto cinese, noto con il nome di One Belt, One Road (OBOR), è stato annunciato da Xi Jinping per la prima volta nel settembre del 2013 e mira a costituire un corridoio economico che, partendo da Shanghai, arriverà fino a Berlino, estendendosi per più di 8 000 miglia. La Nuova Via della Seta coprirà più della metà della popolazione mondiale, tre quarti delle risorse energetiche globali e 40% del PIL totale del globo, raggiungendo, secondo le stime dei cinesi, un volume di scambi tra Cina e i Paesi coinvolti per un valore totale di 2500 miliardi di dollari.
L’OBOR si articolerà in due rotte principali. La prima costituirà un collegamento per via terrestre tra Cina, Asia Centrale, Russia ed Europa, mentre la seconda, passando per il Mar Cinese Meridionale, collegherà il Gigante Asiatico con l’Oceano Indiano e il Sud del Pacifico.
La fase iniziale del piano, impegnerà la Cina in una serie di investimenti all’estero finalizzati alla costruzione delle infrastrutture necessarie a favorire gli scambi. Lo strumento principale per la realizzazione di tali progetti è costituito dalla Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture (AIIB), ma la Nuova Via della Seta non si limiterà esclusivamente a creare un collegamento materiale tra i vari Stati che coinvolgerà. L’OBOR è infatti un progetto più ampio, che incoraggia i Paesi lungo la Via a coordinare le loro politiche economiche, creando un’architettura di scambi commerciali dalla quale potrebbero scaturire benefici per tutti e non esclusivamente per la Repubblica Popolare.
La Cina ha già avviato una serie notevole di investimenti in diversi Paesi per la realizzazione di infrastrutture: L’anno scorso un consorzio cinese ha investito 375 milioni di dollari nella costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità tra Mosca e Kazan; nel maggio del 2015 il Presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev, ha annunciato ufficialmente il piano di costruzione, insieme alla Cina, di una ferrovia che collegherà la città cinese di Khorgos al porto sul Mar Caspio di Aktau; ancora prima dell’annuncio formale dell’OBOR, la Cina aveva già finanziato la costruzione di un oleodotto che, partendo dal confine tra Uzbekistan e Turkmenistan, arriva fino a Jingbian. Inoltre, Pechino si è mostrata intenzionata ad investire ben 46 miliardi di dollari nella realizzazione di un corridoio economico che collegherà la Cina al Pakistan. La lista degli investimenti cinesi esteri per la realizzazione di infrastrutture potrebbe continuare oltre, lasciando quindi intendere come Pechino stia realmente concentrando parte delle proprie energie economiche nella realizzazione del progetto.
Ma la Nuova Via della Seta va al di là della creazione di un’area di scambio Eurasiatica. La Cina ha probabilmente in mente di rendere l’OBOR la spina dorsale della propria strategia geopolitica di lungo periodo. Non a caso, gli Stati Uniti si sono opposti alla costituzione della Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture (AIIB), la quale si contrappone al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale. Fondata nel 2014, l’AIIB ha già visto l’adesione di numerosi membri, tra i quali vi sono anche componenti della NATO, tra cui Regno Unito, Germania, Francia e Italia. Come gli Stati Uniti hanno escluso la Cina dal Trans-Pacifc Partnership (TPP), accordo commerciale stipulato tra le maggiori potenze dell’area del Pacifico, fatta eccezione appunto per la Repubblica Popolare, gli USA rischiano ora di rimaner tagliati fuori da questo grande progetto. La costituzione di una Nuova Via della Seta è quindi anche un modo per Pechino di ritagliarsi una zona economica nella quale essa si pone come attore principale e da cui potenzialmente escludere il suo più grande rivale, ossia gli USA.
Inoltre, la Cina intende utilizzare l’OBOR come veicolo di promozione della propria visione del sistema internazionale, la quale si basa su cinque capisaldi:
- rispetto della sovranità dei singoli stati e della loro integrità territoriale
- il principio di non aggressione
- non ingerenza negli affari interni dei singoli paesi
- uguaglianza e vantaggio reciproco
- coesistenza pacifica.
Pechino considera questi cinque principi come la base di una Politica Estera Asiatica che si contrappone all’interferenza dell’Occidente negli affari interni dei singoli paesi su tematiche concernenti i diritti umani. Xi Jinping, promuovendo il progetto OBOR, ha sottolineato come il continente Asiatico dovrebbe “lasciarsi alle spalle la mentalità della guerra Fredda” ed esplorare “nuovi concetti di sicurezza“.
La Nuova via della Seta costituisce senza dubbio un piano ambizioso che incontrerà molti ostacoli nella sua attuazione, ma alcuni recenti sviluppi nello scenario internazionale sembrano più che mai favorire Pechino nella realizzazione del suo grande progetto. La Federazione Russa, la quale aveva inizialmente guardato con sospetto ai piani di Pechino, sembra aver deciso di partecipare attivamente alla realizzazione del progetto, prima aderendo alla AIIB nel 2015, e successivamente dichiarandosi disponibile a coordinare l’Unione Economica Eurasiatica (formata da Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Armenia e Bielorussia) con l’OBOR, mentre il recentissimo e inaspettato riavvicinamento diplomatico tra la Cina e la Repubblica delle Filippine, ha portato ad un calo di tensione sulle dispute territoriali tra i due Paesi nel Mar Cinese Meridionale e aperto nuove opportunità d’investimento per la Cina nell’arcipelago. In fine, il raggiungimento nel 2015 di un accordo nucleare tra Iran e le potenze Occidentali, ha permesso la fine delle sanzioni economiche imposte a Tehran, aprendo il paese ad investimenti tedeschi e francesi volti a modernizzare il sistema ferroviario iraniano, favorendo inevitabilmente anche gli scambi tra Cina e Iran.
La Nuova Via della Seta costituisce uno dei più grandi progetti economici della storia, in quanto capace di trasformare totalmente il volto e il volume degli scambi commerciali su scala globale, ma anche di creare nuove tensioni tra Cina e USA. Se OBOR sarà capace di favorire lo sviluppo del commercio mondiale piuttosto che una Guerra Fredda economica tra Washington e Pechino (in quanto contrapposto al TPP e in generale all’egemonia USA) dipenderà solo da come si porranno i due Paesi nelle loro relazioni bilaterali.
Fonti e approfondimenti:
https://ig.ft.com/sites/special-reports/one-belt-one-road/
http://news.xinhuanet.com/english/china/2015-03/28/c_134105858.htm
http://news.xinhuanet.com/english/2015-03/28/c_134105944.htm
China’s Xi Jinping Talks Up ‘One Belt, One Road’ as Keynote Project Fizzles